Gerusalemme, 23 Lug 2023 - Sono arrivate a Gerusalemme in decine di migliaia le persone che, partite martedì da Tel Aviv, hanno marciato per giorni per "salvare la democrazia": interrompere, cioè, il voto alla Knesset del primo provvedimento del pacchetto di riforma della giustizia.
Parte della Route 1 è stata ieri bloccata a causa del gran numero di manifestanti arrivati nella capitale, con la polizia a sorvegliarli. In serata si sono verificate proteste anche al tradizionale ritrovo di Kaplan Street a Tel Aviv e in altri 150 luoghi in tutto il Paese per la 29esima settimana consecutiva.
Sarebbero state oltre 200mila le persone che hanno manifestato: nei pressi della Knesset si sarebbero radunate circa 85mila persone mentre almeno altre 100mila si sono riversate per le strade di Gerusalemme, 14mila ad Haifa e altri 10mila a Netanyha. Manifestazioni minori sono state in corso in numerose altre città e comuni in tutto il Paese.
Oggi il Parlamento inizierà a discutere il disegno di legge sulla “ragionevolezza” in vista della seconda e terza lettura, previste per lunedì 24 luglio. La proposta di legge vuole vietare ai giudici di esprimersi proprio sulla “ragionevolezza” delle decisioni prese da esecutivo e funzionari eletti: si tratterebbe dell'approvazione della prima legge nell'ambito della riforma della giustizia, promossa dal governo di estrema destra, che mira a indebolire la magistratura e modificare gli equilibri tra i poteri, a favore di quello politico.
Secondo alcune fonti il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant starebbe cercando di rinviare il voto finale. In un comunicato del ministro della Difesa ripreso dal 'The Times of Israel', Gallant h affermato di "voler prendere provvedimenti per raggiungere un ampio consenso e garantire la sicurezza dello Stato di Israele".
Quasi 500 riservisti attivi nella direzione dell'intelligence militare hanno pubblicato una lettera annunciando che sospenderanno il loro servizio di riserva volontaria in segno di protesta contro i piani del governo di rivedere il sistema giudiziario: i riservisti chiedono al governo di "fermare immediatamente le mosse dittatoriali che violano il contratto tra il governo di Israele e i suoi cittadini".
Altri riservisti di 40 unità militari hanno annunciato oggi che non si presenteranno più nelle loro unità come volontari se la prima fase della riforma della giustizia sarà approvata alla Knesset. "Siamo stati addestrati a difendere i confini di Israele", ha detto un loro portavoce. "Oggi il confine da difendere è quello fra la democrazia ed una dittatura".
Intanto dirigenti della coalizione del governo Netanyahu alla televisione commerciale Canale 12 hanno confermato che: "La posizione del governo e della coalizione è inequivocabile. I colpi maggiori alla sicurezza e alla democrazia in Israele si verificherebbero se il governo si piegasse ai diktat di unità militari''.
Infine Histadrut, la potente federazione dei sindacati israeliani, potrebbe convocare un nuovo sciopero generale: secondo il Times of Israel il capo della federazione sindacale, Arnon Bar-David, ha annunciato che terrà una "riunione di emergenza" per rispondere alle sollecitazioni di chi vorrebbe fermare il Paese.
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