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Covid, le regole per la scuola. Vaia: “Lavoriamo per evitare il ritorno alle mascherine e alla Dad”.

Roma, 21 Sett 2023 - La prima campanella è suonata da oltre una settimana per gli studenti italiani. Per la prima volta dopo l’emergenza da Covid19, alunni e personale scolastico sono tornati in aula senza le restrizioni e gli obblighi in vigore negli anni bui della pandemia. Basta isolamento di cinque giorni per i positivi sintomatici e asintomatici, basta mascherina e tamponi, per ora. Il virus infatti sembra che sia tornato a correre più velocemente ma non così tanto da far temere nuove emergenze e le scuole sono in attesa di ricevere indicazioni su comportamenti cui insegnanti, alunni e famiglie dovranno attenersi per prevenirne la diffusione. Anche a scuola sono presenti alunni fragili, a loro è rivolta l’attenzione maggiore. 

Il ministro della Salute Orazio Schillaci è negli Stati Uniti per l’assemblea mondiale dell’Onu dove si parlerà anche di pandemie. In merito all'attività didattica, nei giorni scorsi aveva affermato: "I ragazzi sono quelli che hanno sofferto di più durante il lockdown. È giusto che continuino ad andare a scuola", ha detto, ricordando il tavolo istituito al ministero della Salute insieme al ministero dell'Istruzione per definire i modelli di comportamento per questa categoria. La priorità, dunque, è assicurare la frequenza in presenza. 

"Bisogna evitare assolutamente il ritorno delle mascherine a scuola e della Dad" contro il Covid "per fare questo abbiamo istituito un tavolo interdisciplinare tra ministero della Salute, Istruzione e merito, Pubblica amministrazione e con il ministero del Lavoro per verificare insieme quali misure adottare per dare serenità ai ragazzi, al corpo docente e non docente e ai famigliari a casa" ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia.

L’Italia sarebbe la prima a reintrodurre delle misure restrittive. Germania e Francia non le hanno prese in considerazione. Non si possono dimenticare i danni procurati ai nostri figli da Dad, la didattica a distanza, mascherine, obbligo di restare a casa se positivi. L’infettivologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, aggiunge: “I ragazzi non dovrebbero essere più vessati. Non c’è ragione di non lasciarli liberi. Oggi il Covid è malattia impegnativa o grave soprattutto negli anziani”. 

I contagi sono aumentati da 21.316 di fine agosto a 30.778 secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute. Numeri in crescita anche per quanto riguarda l'occupazione dei letti in area medica e le terapie intensive, ma al momento l'impatto sugli ospedali "rimane limitato, sebbene in leggero e costante aumento" si legge nella nota. La percentuale di reinfezioni Covid in Italia resta "stabile intorno al 39%", rileva ancora il monitoraggio Covid-19, a cura di Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute. 

I casi sono dovuti soprattutto alla variante Eris (EG.5) contro la quale i nuovi vaccini funzionano, proteggendo dal Covid più grave.

La consegna delle dosi è stata anticipata di una settimana, saranno disponibili il 25 settembre. Le Regioni si stanno organizzando per garantire il vaccino, da somministrare anche insieme all’antinfluenzale, alle categorie alle quali è raccomandato in via prioritaria: over 60, persone fragili di tutte le età a partire da 6 mesi, ospiti di residenze per anziani, donne in gravidanza, operatori sanitari e verrà offerto gratuitamente a tutti.

"In questo momento non c'è un allarme Covid. È vero che c'è qualche caso in più, ma gli immunologi dicono che era atteso. Va detto che rispetto agli anni scorsi è una salita minore e che i sintomi sono molto blandi. Naturalmente questo non vale per i pazienti fragili- afferma Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi-. Ci sono consigli di buonsenso che non dovrebbero mai mancare. Siamo tutti pronti: le mascherine e il gel ci sarebbero, ma al momento non ce n'è bisogno perché non vi è nessun allarme Covid".

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