Cagliari, 27 Nov 2023 - Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, da Cagliari, in occasione del corteo e dello sciopero di quattro ore che coinvolge l'intera Sardegna, nell'ambito della mobilitazione in tutta Italia contro la manovra del governo, chiarisce di aver “impugnato con la Uil il provvedimento di precettazione perché è un fatto autoritario e antidemocratico, non è mai successo nella storia democratica di questo Paese che un governo pensi di poter ledere il diritto di sciopero, che non è delle organizzazioni sindacali ma delle singole persone, attaccarlo vuol dire limitare la libertà delle persone”.
Poi il segretario generale del principale sindacato italiano torna sull'incontro di domani con il governo: “Ci dovranno dire loro cosa vogliono fare, ad oggi non hanno voluto fare alcuna discussione, questa legge di bilancio e le riforme sono state fatte senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali e senza tener conto delle piattaforme che abbiamo presentato” spiega Landini. Che aggiunge: “Siamo qui per cambiare la legge finanziaria del governo, che è sbagliata, e per cambiare le politiche insufficienti ad affrontare i temi fondamentali: l'aumento dei salari, gli investimenti sulla sanità pubblica, il superamento della precarietà nel lavoro e la riforma delle pensioni con quella fiscale”.
Il leader Cgil chiede “investimenti per creare lavoro, per evitare che i nostri giovani se ne vadano dal Paese”. Poi, “riguardo alle riforme fiscali”, il segretario generale indica la sua strada: “Bisogna andare a prendere i soldi dove sono, combattere l'evasione fiscale, far pagare le tasse a chi non le paga, tassare le rendite finanziarie e immobiliari e smetterla di tassare i lavoratori dipendenti e fare cassa su di loro”.
Definisce “sbagliata la logica delle privatizzazioni che è nella legge di bilancio, perché serve solo a far cassa e a depotenziare le competenze e le scelte”: ne è convinto il segretario generale della Cgil che, sulla situazione sarda e sulle vertenze industriali che da decenni riguardano la Sardegna, sostiene ci sia “l'assenza di una politica industriale e una distanza tra ciò che succede nei territori e l'attenzione del governo. C'è bisogno di avere un'idea precisa della politica energetica, ma le scelte vanno da altre parti”.
“Si rimetta al centro a ogni livello, sia regionale che nazionale, la persona e il lavoro” ha concluso Maurizio Landini, “il livello di precarietà e sfruttamento sul lavoro non è accettabile. Il senso delle giornate di mobilitazione è questo: è il momento di ascoltare chi lavora, chi paga le tasse e tiene in piedi questo Paese”. Il segretario Cgil ha voluto precisare che “la forza che ci arriva dalle piazze piene e dalle adesioni allo sciopero è di andare avanti e non fermarci finché non avremo ottenuto risultati”.
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