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L’arrogante camicetta nera Meloni trova sempre un nemico da attaccare. Per lei gli altri partiti sono nemici e non avversari. E in chiusura del suo animaletto Atreju attacca e minaccia Schlein e Conte. “Non saranno i colpi bassi a farmi mollare”.

Roma, 17 Did 2023 – La camicetta nera italiana, per come si pone e si presenza sempre piena di odio verso i suoi nemici politici che li vedrebbe volentieri in galera come faceva il suo amato Mussolini, del quale ama ogni suo pensiero e azione, oltre ad attaccare la Segretaria del Pd e del M5S, attacca furiosamente Chiara Ferragni (che se è vero quello che si scrive da qualche giorno allora merita tutto il biasimo, sanzioni e quanto ne seguirà penalmente) e a Roberto Saviano.

La sorella d’Italia in chiusura della sua manifestazione, con servi e servetti ai suoi piedi per qualche strapuntino in più nei giornali e nella Rai, lancia furiosi strali, soprattutto, a Elly Schlein, al Partito democratico, alla sinistra che nei suoi pensieri più nascosti, vedrebbe bene schiacciati in anguste celle alla Putin. Una Meloni dunque “a tutto campo”, che scalda la platea delle sue camice nere in occasione della chiusura della kermesse di Fratelli d’Italia a Castel Sant’Angelo.

La donnina, nonostante qualche difficoltà con la voce (tossisce più volte, beve, ribadisce: “Oggi è dura, ragazzi”), la premier trova il tempo per ringraziare nel modo più informale e affettuoso i militanti, i suoi militanti, quelli che hanno fatto crescere la storia della festa che omaggia nel nome il protagonista della Storia infinita. Sono quei militanti che lei ringrazia con un romanissimo “Grazie tesò” e che hanno portato avanti Atreju “quando io non c’ero”. Che le ricordano, quando torna a casa, “che non sono sola”.

Definisce, quella appena conclusa, un’edizione “molto più bella di tutte le precedenti”. Si dice “orgogliosa” del suo partito e dei suoi militanti, “mentre io ero altrove, qualcuno si è impegnato a far crescere questa storia infinita”. Poi, dedica una stoccata a “chi se la prende per non essere stato invitato, chi addirittura si autoinvita, chi rifiuta platealmente l'invito”. È il primo di una lunga serie di attacchi livorosi a Elly Schlein, completato da una citazione che è allo stesso tempo una presa in giro: “Mi ha ricordato Ecce Bombo di Nanni Moretti. ‘Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? ’ Faccio una citazione di sinistra…”

E prosegue: “Cara Elly, puoi anche decidere di non partecipare ma non c'è bisogno di insultare tutti coloro che hanno deciso di partecipare, solo perché hanno dimostrato di avere coraggio che a voi evidentemente difetta”.

Un passaggio importante del lungo discorso della premier è dedicato agli interventi promossi dal suo governo sull’ordine pubblico e sulla sicurezza: “Abbiamo modificato la legge sugli sgomberi e introdotto il principio che si può sgomberare immediatamente senza attendere la convalida del giudice, nessun altro anziano deve vivere anni sul terrazzo perché lo Stato non è in grado di difenderlo”. Meloni tiene a ribadire che “ogni scelta fatta ha avuto come stella polare le persone”. Cita il caso dei rave e dei provvedimenti approvati per vietarli, uno dei primi promossi dal suo esecutivo: “Abbiamo fatto un decreto. Ci è stato detto che era inutile, che negavamo ai giovani il diritto di ballare. Ma se vuoi ballare vai in discoteca, dove c'è gente che paga le tasse per consentirti di ballare. E dopo anni da Repubblica delle banane, nell'ultimo anno non c'è stato neanche un rave party illegale” scandisce la leader di Fratelli d’Italia.

Poi, la premier cita il caso del ragazzo musicista ucciso a Napoli per aver chiesto ad alcuni ragazzi di spostare dei motorini per poter parcheggiare: “L'apice della stampa militante è stato raggiunto dopo la stretta sui minorenni, reclutati come manovalanza dalla camorra e un giornale ha titolato: ‘Meloni arresta i bimbi’. Allora, mi auguro che il direttore di quel giornale un giorno incontri la famiglia di Giovanbattista Cutolo, un bravo ragazzo ucciso a Napoli per aver chiesto a uno di quei bimbi di spostare i motorini”.

Giorgia Meloni, confermando uno stile combattivo, che è la cifra stilistica peculiare del suo modo di stare a capo del governo, sembra rivolgersi direttamente alla criminalità organizzata: “Vogliamo dare un segnale chiaro: in Italia non ci devono essere più zone franche nelle quali lo Stato indietreggia, sparisce. A Caivano vogliamo dimostrare che le cose possono cambiare e che non è l'unica opzione arrendersi e piegarsi alla camorra perché nessuno ti aiuterà. A Caivano abbiamo riportato lo Stato, le istituzioni, per dire ai criminali di ogni sorta ‘Con noi al governo non vi conviene sfidare lo Stato’, perché risponderemo colpo su colpo, non ci facciamo intimidire”.

Per questo, la presidente del Consiglio ringrazia gli “uomini e le donne delle forze dell'ordine che presidiano un territorio per anni abbandonato dallo Stato. Sono storie da raccontare, che – ha aggiunto poi Meloni – nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive. E magari regalano il pulpito da New York, da cui dare lezioni di moralità agli italiani. Sempre, si intende, a pagamento” scandisce con punte di veleno tra una parola e l’altra. E il riferimento evidentissimo è a Roberto Saviano, l’autore di Gomorra e di altri libri sulla camorra e la criminalità organizzata, con cui tra l’altro ha una vicenda giudiziaria in corso.

Inevitabile, il passaggio in cui citare gli eroi della lotta alla mafia e i successi dello Stato: “La cattura di Messina Denaro e di altri non la considero un merito del governo ma sempre merito degli inquirenti e delle forze dell'ordine che continuiamo a ringraziare, ma sono convinta che il governo possa avere un ruolo fondamentale se ha il coraggio di dire a chi è sul campo ‘Conta su di me, ti copro le spalle’. Continueremo a farlo nel nome di Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Emanuela Loi e di tutti gli eroi che ci hanno indicato quale fosse la strada da seguire”.

In chiusura, un riferimento alle norme promosse per difendere le donne minacciate da uomini violenti e possessivi, citando anche le vittime dei femminicidi: “In nome di Giulia, Paola, Sofia, di tutte le donne uccise da chi diceva di amarle, ci battiamo per contrastare l'inaccettabile quotidiana mattanza che è il femminicidio” ha ricordato la leader di FdI, ricordando alle donne “che sono libere” ed esortandole “Denunciate. C'è anche da lavorare alla gestione di sentimenti ed emozioni. Negare i passi avanti fatti finora sarebbe ingiusto, ma anche negare che siamo lontani dell'obiettivo di sradicare questo cancro” ha aggiunto Meloni, criticando ancora una volta “una sinistra abituata a banchettare sulle tragedie per raggranellare qualche consenso”.

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