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Il Maine come il Colorado, quel pazzoide di Trump escluso dalle primarie.

Cagliari, 29 Dic 2023 - Si fa un poco più in salita la corsa alla Casa Bianca per Donald Trump. 
La segretaria di Stato del Maine, Shenna Bellows, massima funzionaria elettorale dello Stato americano, ha rimosso l'ex presidente dalla scheda elettorale per le primarie repubblicane 2024. È la stessa decisione presa in Colorado dalla locale Corte Suprema.

Alla base della decisione ancora una volta c'è il 14esimo emendamento della Costituzione, secondo cui nessun cittadino può assumere un incarico di governo “se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti o ha dato aiuto o sostegno a coloro che l‘hanno intrapresa”.

In altri Stati, peraltro, lo stesso 14mo emendamento è stato invocato allo stesso scopo ma senza successo.

Bellows ha spiegato che nella fattispecie la ribellione a cui ha dato sostegno Trump sono gli eventi del 6 gennaio 2021, ovvero l'assalto a Capitol Hill messo in scena da centinaia di estremisti di destra che invasero e devastarono diverse sedi parlamentari per impedire l'insediamento di Joe Biden alla presidenza.

Pronta la replica dello staff dell'ex presidente: “Stiamo assistendo in tempo reale al tentativo di furto di un'elezione”, commenta il portavoce della sua campagna elettorale, annunciando ricorso per vie legali.

Nel frattempo però arrivano nuove accuse a Trump proprio in merito agli accadimenti del 6 gennaio. Secondo e-mail e registrazioni in possesso della CNN, due giorni prima dell'insurrezione l'ex Presidente tentò di fare arrivare a Washington falsi certificati per i grandi elettori dal Michigan e dal Wisconsin. 

Stando alle ricostruzioni, l'allora presidente uscente cercò di nominare suoi fedelissimi per cambiare il collegio elettorale composto dagli eletti del voto di novembre, a cui spettava il compito di proclamare il nuovo presidente.

Tuttavia, i certificati falsi rimasero bloccati, di qui il tentativo di farli arrivare a Washington con altri mezzi, incluso l'utilizzo di jet privati per far arrivare i documenti all'allora vicepresidente uscente Mike Pence, che pur sotto le forti pressioni di Trump rifiutò di commettere illegalità.

Il Maine come il Colorado, quel pazzoide di Trump escluso dalle primarie.

Cagliari, 29 Dic 2023 - Si fa un poco più in salita la corsa alla Casa Bianca per Donald Trump. 
La segretaria di Stato del Maine, Shenna Bellows, massima funzionaria elettorale dello Stato americano, ha rimosso l'ex presidente dalla scheda elettorale per le primarie repubblicane 2024. È la stessa decisione presa in Colorado dalla locale Corte Suprema.

Alla base della decisione ancora una volta c'è il 14esimo emendamento della Costituzione, secondo cui nessun cittadino può assumere un incarico di governo “se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti o ha dato aiuto o sostegno a coloro che l‘hanno intrapresa”.

In altri Stati, peraltro, lo stesso 14mo emendamento è stato invocato allo stesso scopo ma senza successo.

Bellows ha spiegato che nella fattispecie la ribellione a cui ha dato sostegno Trump sono gli eventi del 6 gennaio 2021, ovvero l'assalto a Capitol Hill messo in scena da centinaia di estremisti di destra che invasero e devastarono diverse sedi parlamentari per impedire l'insediamento di Joe Biden alla presidenza.

Pronta la replica dello staff dell'ex presidente: “Stiamo assistendo in tempo reale al tentativo di furto di un'elezione”, commenta il portavoce della sua campagna elettorale, annunciando ricorso per vie legali.

Nel frattempo però arrivano nuove accuse a Trump proprio in merito agli accadimenti del 6 gennaio. Secondo e-mail e registrazioni in possesso della CNN, due giorni prima dell'insurrezione l'ex Presidente tentò di fare arrivare a Washington falsi certificati per i grandi elettori dal Michigan e dal Wisconsin. 

Stando alle ricostruzioni, l'allora presidente uscente cercò di nominare suoi fedelissimi per cambiare il collegio elettorale composto dagli eletti del voto di novembre, a cui spettava il compito di proclamare il nuovo presidente.

Tuttavia, i certificati falsi rimasero bloccati, di qui il tentativo di farli arrivare a Washington con altri mezzi, incluso l'utilizzo di jet privati per far arrivare i documenti all'allora vicepresidente uscente Mike Pence, che pur sotto le forti pressioni di Trump rifiutò di commettere illegalità.

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