Taiwan, 13 Gen 2024 - Elezioni cruciali, quelle che si sono svolte sull'isola contesa dalla Cina, e i cui risultati stanno arrivando, attesi con ansia e preoccupazione non solo a Taipei e a Pechino, ma anche a Washington. L'esito della votazione ad alto rischio determinerà infatti la direzione delle relazioni dell'isola con la Cina, nonché la stabilità regionale e persino globale, vista la competizione sempre più dura tra Pechino e Washington.
“Abbiamo mostrato al mondo quanto abbiamo a cuore la democrazia”: con queste prime parole William Lai si è rivolto ai suoi sostenitori al quartier generale della campagna elettorale del Dpp, dopo che le urne lo hanno incoronato presidente di Taiwan. “Voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia. Questo è il nostro impegno incrollabile” ha affermato. “Taiwan ha ottenuto una vittoria in nome delle democrazie” ha aggiunto Lai.
Al 98% dello spoglio, William Lai è a un centimetro dalla vittoria ufficiale. Sale infatti al 40,2% dei voti validi. Il candidato del Partito democratico progressista (Dpp), secondo il conteggio non ufficiale di Formosa Tv, ha raccolto un totale 5 milioni e 300mila voti. Staccato Hou Yu-ih, in corsa per i nazionalisti del Kmt (il Kuomintang, il partito che fu di Chiang Kai-shek), che totalizza il 33,38% dei consensi, pari a 4 milioni e 400mila voti. Mentre il terzo candidato Ko Wen-je, del Partito popolare (Tpp), perde quota rispetto ai dati iniziali e scivola al 26,34%, pari a 3.485.037 voti. Hou Yu-ih ha riconosciuto la sconfitta, essendo il candidato che, tra i due, avrebbe potuto insidiare il favorito.
L'entusiasmo che si respira nell'aria si è tradotto in una scelta concreta: William Lai ha raggiunto il quartier generale del Dpp con oltre un'ora di anticipo rispetto alle precedenti indicazioni, trovando già una folla di decine di migliaia di sostenitori ad accoglierlo in un clima di principio di festa.
19,3 milioni, in tutto, gli elettori chiamati a votare per l'elezione del nuovo presidente e il rinnovo del Parlamento monocamerale, lo Yuan legislativo. Non è previsto il ballottaggio, può votare solo chi ha compiuto 20 anni, non esistono voto elettronico o per posta.
In gioco ci sono la pace e la stabilità dell'isola che la Cina rivendica come propria, mentre il governo di Taiwan respinge le velleità di sovranità di Pechino, che in occasione delle consultazioni minaccia: “Pronti a stroncare qualsiasi tentativo di indipendenza”. Durante le votazioni l'annuncio da Taipei: otto jet e sei navi militari cinesi sono state viste intorno all'isola. Il Ministero della Difesa di Taiwan ha affermato anche di aver rilevato altri due palloni cinesi che attraversavano lo stretto di Taiwan nelle ultime 24 ore.
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto alla Cina di "mantenere la pace e la stabilità" durante le elezioni presidenziali e legislative in corso a Taiwan. Lo si legge in una nota del Dipartimento di Stato Usa.
Taiwan è una piccola democrazia che sogna l'indipendenza formale dalla Cina (di fatto è indipendente dal 1949), ma il gigante asiatico continua a ribadire l'imminente e inevitabile riunificazione fra i suoi obiettivi. Il presidente Xi Jinping lo ha detto di nuovo nel discordo di Capodanno. "Il modo con cui la Cina risponderà alle scelte fatte dagli elettori di Taiwan sarà un test della possibilità di poter gestire le tensioni fra Washington e Pechino o del procedere verso un ulteriore scontro, o anche un conflitto", nota la Cnn.
Sottoposta alla legge marziale fino al 1987 ha tenuto la sua prima elezione presidenziale diretta solo nel 1996, dopo decenni di lotta per la democrazia e per la fine del regime autoritario. Le minacce militari di Pechino potrebbero influenzare alcuni elettori contro i candidati indipendentisti, ma gli Stati Uniti si sono impegnati a sostenere qualsiasi governo emerga dal voto.
I tre principali partiti di Taiwan in lizza per le elezioni sono il Partito Democratico Progressista (DPP), il Kuomintang (KMT) e il Partito del Popolo di Taiwan (TPP), costituito solo nel 2019. Il DPP sostiene l'identità separata di Taiwan dalla Cina e respinge le rivendicazioni di sovranità di Pechino, affermando che solo il popolo di Taiwan può decidere del proprio futuro.
Il KMT, che ha governato la Cina prima di fuggire a Taiwan dopo aver perso la guerra civile con il partito Comunista Cinese nel 1949, è favorevole a stretti legami con la Cina ma nega fermamente di essere a favore di Pechino. Il KMT sostiene la posizione secondo cui Taiwan e la Cina appartengono a un'unica Cina, ma ogni parte può interpretarne il significato, una posizione accolta con favore da Pechino. Anche il TPP vuole riallacciare i rapporti con la Cina.
Diversi altri piccoli partiti, come il Partito per la costruzione dello Stato di Taiwan, favorevole all'indipendenza, e il Nuovo Partito, dichiaratamente favorevole alla Cina, si sono candidati alle elezioni parlamentari, ma è improbabile che la maggior parte di essi ottenga molti o nessun seggio.
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