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Tregua, trattative in corso. L’Onu: Striscia è “inabitabile”. Raid Usa in Yemen.

Gaza, 1 Feb 2024 - La metà degli edifici della Striscia di Gaza sono danneggiati e il territorio palestinese è "inabitabile", dopo quattro mesi di guerra condotta da Israele contro il movimento islamico Hamas, stima l'Onu. Ci vorranno decine di miliardi di dollari per rendere nuovamente vivibile la stretta striscia di terra, sottolinea un rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad)

L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha segnalato intensi combattimenti a Khan Younis, nel suo ultimo aggiornamento sulla guerra tra Israele e il movimento estremista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. "Le ostilità sono state particolarmente intense a Khan Younis, con pesanti combattimenti segnalati vicino agli ospedali Nasser e Al Amal, e segnalazioni di palestinesi in fuga nella città meridionale di Rafah, che è già sovraffollata, nonostante la mancanza di un passaggio sicuro", ha riferito l'ufficio dell'Onu. Secondo quanto spiegato, inoltre, in gran parte di Gaza sono state segnalate operazioni di terra e combattimenti tra le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi.

Nelle ultime settimane i comandanti dell'esercito israeliano hanno iniziato a dare istruzioni ai soldati di appiccare il fuoco alle case residenziali di Gaza senza la necessaria approvazione legale, riferisce il quotidiano Haaretz.
I soldati hanno distrutto diverse centinaia di edifici in questo modo, secondo Haaretz, citando informazioni fornite da fonti anonime. All'inizio di questo mese, Israele è stato anche accusato di aver tentato di creare una "zona cuscinetto" tra sé e Gaza, dopo che le immagini satellitari hanno mostrato che aveva demolito centinaia di edifici all'interno dell'enclave assediata che si trova entro 1 km (0,6 miglia) dal confine.

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, è atteso oggi al Cairo per colloqui su una proposta di tregua a Gaza. Gli sforzi di mediazione guidati dal Qatar e dall'Egitto hanno portato a una bozza di accordo a Parigi, la scorsa settimana, in negoziati in cui ha partecipato anche il capo della Cia, William Burns. La proposta è un piano in tre fasi che inizierebbe con una sospensione iniziale dei combattimenti di sei settimane e con maggiori consegne di aiuti a Gaza. Una fonte di Hamas ha riferito che il piano in tre fasi inizierà con uno stop iniziale di sei settimane ai combattimenti che vedrebbe più consegne di aiuti nella Striscia di Gaza. Solo "donne, bambini e uomini malati sopra i 60 anni" detenuti a Gaza verrebbero liberati durante questa fase in cambio di prigionieri palestinesi in Israele, ha detto la fonte, in forma anonima. Ci sarebbero anche "negoziati sul ritiro delle forze israeliane", con possibili ulteriori fasi che comporterebbero più scambi di ostaggi-prigionieri; tra le questioni affrontate dall'accordo c'è anche la ricostruzione nella Striscia.  

L'esercito statunitense ha condotto attacchi nello Yemen contro 10 droni e una stazione di controllo a terra appartenenti ai ribelli Houthi sostenuti dall'Iran. Lo ha reso noto il Comando centrale statunitense per le operazioni militari (Centcom). Gli attacchi, si precisa in un comunicato, hanno preso di mira una "stazione di controllo a terra di droni Houthi e 10 droni Houthi" che "rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e le navi della Marina americana nella regione".

Nonostante il volere del nazi-fascista premier (ha i giorni contati) israeliano, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha chiesto al Dipartimento di Stato di valutare le opzioni per un possibile riconoscimento americano e internazionale di uno Stato palestinese una volta conclusa la guerra nella Striscia di Gaza. 

E' quanto riporta il sito americano Axios citando due funzionari informati sulla questione. Il sito ricorda che per decenni la politica degli Stati Uniti è stata quella di opporsi al riconoscimento della Palestina come Stato, sia a livello bilaterale che nelle istituzioni delle Nazioni Unite, sostenendo che lo Stato palestinese dovrebbe nascere solo attraverso negoziati diretti tra Israele e Autorità Palestinese. Tuttavia, le iniziative in atto per arrivare a una soluzione diplomatica del conflitto in atto a Gaza "hanno aperto la porta a un ripensamento di molti vecchi paradigmi e politiche statunitensi", ha detto un alto funzionario americano. Secondo il funzionario, alcuni esponenti dell'amministrazione Biden ritengono che il riconoscimento di uno Stato palestinese "dovrebbe essere forse il primo passo nei negoziati per risolvere il conflitto israelo-palestinese, anziché l'ultimo".

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