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Cartelle, per i contribuenti in difficoltà rate fino a 10 anni. Stop al contante per i giochi online.

Roma, 12 Mar 2024 - Durato circa un'ora il Consiglio dei Ministri di lunedì 11 marzo 2024, in agenda nuove norme riguardanti la riscossione delle cartelle esattoriali ed il riordino del settore dei giochi online.

Dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione atteso oggi in Cdm introduce infatti il "discarico automatico" per le quote affidate all'Agenzia delle entrate-riscossione "non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo". Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che attua la delega fiscale in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione.

Con il provvedimento in questione, spiegano fonti di Governo, "le cartelle notificate dal primo gennaio 2025 e non riscosse decorsi 5 anni successivi potranno essere automaticamente discaricate dal cosiddetto ‘magazzino della riscossione’. Decorsi i 5 anni le somme non saranno stralciate, ma l’ente creditore potrà mettere in campo tre differenti soluzioni: - gestire in proprio la riscossione coattiva delle somme discaricate; - affidarla in concessione a soggetti privati mediante gara pubblica; - riaffidarla all’AdER (Agenzia entrate e riscossione) per 2 anni nel caso in cui l’ente creditore venga a conoscenza di nuovi e significati elementi reddituali del debitore.

Per i carichi affidati alla riscossione negli anni precedenti fino al 2000, sarà una Commissione presieduta da un magistrato della Corte dei Conti che dovrà proporre soluzione legislative per il magazzino della riscossione. Questa operazione, spiegano le stesse fonti, "si rende necessaria perché al 31 dicembre 2023 il ‘magazzino’ della riscossione ammonta a più di 1.200 miliardi. Svuotare questo abnorme mole riferita anche a persone defunte, nullatenenti, e non più reperibili, è molto importante per razionalizzare la riscossione". 

Per i debiti inferiori o pari a 120 mila euro, verrà concessa un’ulteriore dilazione dalle attuali 72 rate mensili, passando: nel 2025 e 2026, fino a 84 rate mensili; nel 2027 e 2028, fino a 96 rate mensili; nel 2029 e 2030, fino a 108 rate mensili; dal 2031, si valuterà la possibilità di concedere 120 rate mensili". Il "'fisco amico' - sottolineano le fonti di Governo - passa anche dalla rateizzazione dei debiti tributari, dando la possibilità ai contribuenti di poter pagare, tutto, ma in tempi congrui".

Il Cdm ha approvato definitivamente il decreto legislativo per il riordino del settore dei giochi online. Come spiegano fonti di governo, si tratta di un intervento per "razionalizzare e aggiornare il sistema dei giochi pubblici a distanza, aumentando il valore delle concessioni da assegnare portandole ai corretti livelli di mercato. Tutto il sistema viene regolato con norme più moderne e rigorose".

Con il decreto legislativo approvato oggi dal Cdm sui giochi online vengono sensibilmente aumentati gli importi richiesti ai concessionari che per operare in Italia dovranno pagare tre canoni: un ‘canone una tantum’ che passa dai precedenti 250 mila euro a 7 milioni di euro (ben il 2.800 per cento in più); un ‘canone annuale’ pari al 3% dei ricavi netti di ogni concessionario (il doppio rispetto al passato); una ‘fee annuale’ pari allo 0,2% dei ricavi netti dei concessionari per campagne informative e di comunicazione per il contrasto alla ludopatia. 

È quanto spiegano fonti di governo. Viene anche disposto il rinnovo della gara del lotto (nel 2025) passando da una base d’asta di 700 milioni a 1 miliardo di euro. Si mette, inoltre, definitivamente la parola fine all’utilizzo del contante per i giochi online. Chi vorrà ricaricare più di 100 euro cash dovrà necessariamente utilizzare strumenti elettronici di pagamento tracciabili e sicuri. Una misura importante nella lotta al riciclaggio di denaro su cui il Governo Meloni è in prima linea sin dal suo insediamento. Il prossimo passi sarà un intervento sulla rete dei giochi fisici per realizzare una completa e definitiva razionalizzazione di tutto il sistema.

Esaminato anche un decreto legislativo con disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato per oggi alle 16. Il provvedimento, in esame preliminare, è stato infatti aggiunto con un'integrazione all'ordine del giorno della riunione.

Infine approvato in via definitiva ieri, in Consiglio dei ministri, il primo decreto attuativo della legge di riforma dell’assistenza agli anziani (legge 33/2023), prescritta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e su cui l’Italia ha accumulato un ritardo ultra ventennale. La priorità è mettere in sicurezza 3,8 milioni di non autosufficienti e il ’decreto anziani’ avvia una prima sperimentazione biennale: da gennaio 2025 fino a dicembre 2026 sarà erogata la prestazione universale, composta dall’indennità di accompagnamento da 531,76 euro e dal nuovo assegno di assistenza (850 euro), per un totale di circa 1.380 euro mensili. Della prestazione universale potrà godere per il momento una mini-platea di circa 25mila persone già titolari dell’indennità di accompagnamento, non autosufficienti, almeno 80enni, con un bisogno assistenziale ‘gravissimo’ e con Isee non superiore a 6mila euro. Alla sperimentazione della misura vanno 500 milioni (250 mln per ciascun anno), con la premessa che se si sforerà da questo budget recuperato dal ministero delle Politiche sociali dopo un braccio di ferro con il Mef, le condizioni d’accesso potranno essere ulteriormente ristrette. Non solo: l’assegno di 850 euro sarà revocato (ma l’indennità di accompagnamento resterà comunque) nel caso in cui non dovesse essere speso, come previsto dal decreto, per retribuire il lavoro di cura e assistenza svolto da ‘badanti’ o per acquistare l’assistenza da imprese di servizi.

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