Kiev, 12 Mar 2024 - Le forze ucraine hanno attacco il territorio russo con decine di droni nelle ultime ore, colpendo anche una raffineria a Nizhny Novgorod, a centinaia di chilometri dal confine. Una delle unità della raffineria, nella zona industriale di Kstov, ha preso fuoco, ha detto il governatore della regione, citato da Ria Novosti. Il ministero della Difesa ha detto che almeno 25 droni ucraini sono stati abbattuti in varie regioni, di cui due in quella di Mosca e uno in quella di San Pietroburgo. Non sono segnalate vittime.
Un'operazione dei ribelli russi pro-Kiev sarebbe in corso in queste ore nelle regioni russe di Belgorod e Kursk, al confine con l'Ucraina. E' quanto mostrano video pubblicati da diversi account sul social X, secondo cui "tank con le bandiere della Legione Russia Libera nella notte sono entrati simultaneamente nella regione di Belgorod e in quella di Kursk dall'Ucraina". La Legione è composta da soldati russi che combattono al fianco dell'Ucraina. Al suo fianco ci sarebbero altri due gruppi paramilitari: il Corpo Volontario Russo ed il Battaglione siberiano. Secondo alcuni account pro-Kiev, il villaggio al confine di Lozovaya Rudka sarebbe già sotto il controllo di queste "forze di liberazione", mentre si combatterebbe a Tyotkino. "Stiamo arrivando a liberarvi dalla povertà assoluta e dalla paura. A liberarvi dalla dittatura dell'organizzazione terroristica che ha preso il potere. Aspettateci", afferma in una dichiarazione video un militare della Legione Russia Libera che sembrerebbe rivendicare l'operazione. Intanto su tutto il territorio russo si segnala un'ondata di attacchi, con ben 25 droni in azione. Una raffineria di petrolio appartenente alla Lukoil è stata colpita, in un apparente raid, a Nizhny Novgorod, città a qualche centinaio di chilometri da Mosca, mentre si parla di un incendio in un deposito di carburante nella città russa di Orel. Il ministero della Difesa russo ha confermato che sono stati abbattuti un missile Tochka-U e otto proiettili del sistema missilistico a lancio multiplo RM-70 Vampire sulla regione di Belgorod. E sulle colonne di fumo avvistate in città l'amministrazione locale ha spiegato su Telegram che sono dovute alle "condizioni meteorologiche" e alle "caldaie".
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden riceverà questa sera alla Casa Bianca il presidente polacco Andrzej Duda e il primo ministro Donald Tusk per cercare di rassicurare Varsavia, alleata chiave della Nato, sul sostegno di Washington dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Duda ha esortato gli alleati americani, prima della sia visita, ad aumentare le loro spese in risposta ai crescenti timori sull'aggressione di Mosca, e secondo quanto riferito chiederà ancora questa sera a Biden di inviare più truppe statunitensi sul fianco orientale dell'alleanza con la Russia. "Non c'è bisogno di nuove truppe al confine polacco ma domani incontrerò i leader di Varsavia", ha detto ieri sera il presidente americano ai giornalisti alla vigilia dei colloqui.
L'insolito incontro congiunto di Biden con l'estrema destra Duda e il pro-Ue Tusk sottolinea anche le preoccupazioni degli Stati Uniti che le profonde tensioni tra i leader polacchi possano danneggiare l'alleanza occidentale. Ma l'incontro, nel 25 anniversario del giorno in cui la Polonia dell'ex blocco sovietico, la Repubblica Ceca e l'Ungheria hanno aderito all'Alleanza atlantica, si concentrerà inevitabilmente sulla rassicurazione della Polonia sul sostegno degli Stati Uniti. "I leader riaffermeranno il loro fermo sostegno alla difesa dell'Ucraina contro la brutale guerra di conquista della Russia", ha detto in una nota la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.
A Varsavia, il primo ministro ed ex capo dell'Ue Tusk ha vinto le elezioni di ottobre e da allora ha dovuto affrontare battaglie quasi quotidiane con il presidente di destra Duda, sollevando preoccupazioni di instabilità politica. Biden discuterà con loro dei "valori democratici", ha aggiunto Jean-Pierre della Casa Bianca.
Dopo l’invito del Papa agli ucraini per arrendersi all’invasore il Cardinale Parolin corre ai ripari e corregge il Pontefice. È "ovvio" che creare le condizioni di un negoziato spetti a entrambe le parti in conflitto, Russia e Ucraina, che la "prima condizione" sia di "mettere fine all'aggressione" e a cessare il fuoco debbano essere "innanzitutto gli aggressori", cioè Mosca. Così il cardinale Pietro Parolin, 69 anni, Segretario di Stato vaticano al Corriere della Sera, invocando “maggiore considerazione per la vita umana”
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