Tel Aviv, 24 Mar 2024 - La delegazione israeliana a Doha ha accettato una proposta di compromesso, avanzata dagli Usa, circa il rapporto che dovrebbe essere stabilito fra la liberazione di ciascun israeliano ostaggio di Hamas ed il numero di prigionieri palestinesi reclusi in Israele che dovrebbero essere rilasciati. Lo afferma oggi la stampa israeliana secondo cui si attende adesso una reazione di Hamas a quella proposta. La scorsa notte, secondo la radio pubblica Kan, sono rientrati il capo del Mossad David Barnea ed il capo dello Shin Bet (sicurezza interna) Ronen Bar, ma hanno lasciato nel Qatar i loro collaboratori per portare avanti i contatti.
Secondo il Jerusalem Post la delegazione israeliana è stata autorizzata ad affrontare la questione del ritorno di civili palestinesi nel nord della striscia. Israele, aggiunge Yediot Ahronot, ha invece respinto la richiesta di rinunciare ad un corridoio terrestre creato, a fini operativi militari, nel centro della striscia di Gaza. Secondo il giornale su diversi punti le posizioni di Israele e Hamas restano distanti. Barnea e Bar sono comunque pronti a tornare nel Qatar in ogni momento, secondo i media. Oggi intanto il ministro della difesa Yoav Gallant parte per gli Usa dove incontrerà il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ed il capo della Cia William Burns, che ha preso parte attiva alle consultazioni di Doha sullo scambio dei prigionieri e su un cessate il fuoco nella Striscia.
Il servizio di controspionaggio israeliano Shin Bet ha avvertito un israeliano che vive negli Stati uniti di non divulgare dettagli su dove si trova Yair Netanyahu, per paura di potenziali danni al figlio del primo ministro. Lo segnala oggi Haaretz.Offir Gutelzon, cittadino Usa residente in California, è tra i leader del movimento di protesta contro Benjamin Netanyahu al di fuori di Israele. In passato, Yair Netanyahu ha chiesto un ordine restrittivo in Israele contro Gutelzon, poi ritirato. Gutelzon avrebbe ricevuto la scorsa settimana chiamate via WhatsApp da uno sconosciuto che si è identificato come "Gavri", auto-identificatosi come coordinatore nel Dipartimento di Shin Bet per il controspionaggio e la prevenzione della sovversione nel settore ebraico, noto colloquialmente come Dipartimento ebraico.
Nella conversazione, non proprio amichevole, Gavri avrebbe detto che l'agenzia protegge il primo ministro e i suoi familiari e l'ha avvertito di essere "molto cauto nel pubblicare dettagli su di loro", perché "questo è un periodo delicato". Ad Haaretz, Gutelzon ha sottolineato di non aver mai pubblicato dettagli su dove si trova Yair Netanyahu o di altri membri della famiglia del capo di governo israeliano. Yair Netanyahu ha vissuto fuori da Israele per la maggior parte dell'anno scorso. Il figlio del primo ministro è stato visto nella zona di Miami in diverse occasioni, l'ultima volta a febbraio, quando una sua fotografia sul balcone di un appartamento di lusso è stata pubblicata in Gran Bretagna. Secondo Haaretz, è protetto all'estero dallo Shin Bet, al costo di circa 1 milione di shekel (277.000 dollari) per i primi sette mesi del suo soggiorno in America.
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