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La separazione delle carriere dei magistrati? Un falso problema. Dell’Avv. Alessandro Ballicu.

Cagliari, 12 Giu 2024 - Presuppone modifiche costituzionali, doppi passaggi parlamentari e poi, verosimilmente, un referendum confermativo (con ulteriori spese per l’erario) ciò non renderebbe il processo più garantista, contrariamente ai propositi di chi la persegue

Cosa cambierebbe per il giudice, se il pubblico ministero, anziché essere un collega a tutti gli effetti, fosse “diversamente“ collega, cioè un altro magistrato, che supera un diverso concorso ma, è sempre un magistrato, dipendente dello stato, come il giudice stesso.

È ovvio che, specie se il giudice fosse particolarmente severo o colpevolista, nel dubbio preferirà la tesi o le richieste del procuratore della repubblica (chiunque sia presente in udienza) piuttosto che quelle del procuratore del…signor Rossi.

La riforma sembrerebbe un dispetto ai magistrati - che, infatti preannunciano scioperi, e rischia di riproporre un eterno, irrisolto, conflitto fra poteri dello stato, di cui non si sente certo il bisogno - ma è perfettamente inutile.

Inoltre, vi è il pericolo che ciò possa essere il primo passo, per sottoporre il pubblico ministero agli ordini del ministro della giustizia, ovvero al controllo politico- non giuridico- del governo, con la fine dell’indipendenza di questi magistrati e l’impunità assoluta per certi imputati.

Già è molto difficile condannare i politici corrotti, così sarebbe impossibile. 

Invece, credo che sia nell’interesse di tutti, anche dell’imputato e del difensore, che il P.M. prima di aver svolto quelle funzioni, abbia svolto quelle di giudice, meglio ancora se in materia civile, sarebbe più preparato, più equilibrato e meno fazioso.

In ogni caso, è un problema di persone non di nomen juris, se tutte le persone sono oneste e corrette, qualunque sistema è astrattamente valido.

In realtà, in un paese veramente democratico, tutti i magistrati di ogni ordine e grado e, quindi anche i rappresentanti dell’accusa, ovvero il P.M ma, anche quelli del Consiglio superiore della magistratura e della Corte costituzionale, andrebbero eletti a suffragio universale, ovviamente i candidati dovrebbero essere giuristi esperti, preparati e pratici, sarebbe più democratico e più giusto. Avv. A.B.

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