Gaza, 14 Giu 2024 – I leader del G7 esprimono la loro preoccupazione per la situazione al confine tra Israele e Libano e appoggiano gli sforzi degli Stati Uniti per garantire un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. E' quanto risulta da una bozza del comunicato visionata dall'agenzia Reuters. La dichiarazione aggiunge che i leader occidentali hanno ribadito il loro fermo impegno a favore di una soluzione a due Stati affinché israeliani e palestinesi possano vivere in pace. Inoltre invitano Israele ad astenersi da un'offensiva su vasta scala a Rafah, "in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale".
Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha scavalcato il capo nazionale della polizia Kobi Shabtai e ha chiesto al suo vice, Avshalom Peled, e al comandante del distretto meridionale, Amir Cohen, di non fornire protezione ai convogli umanitari diretti a Gaza, sostenendo che si tratta di una missione militare. Sono stati molti, specie nelle ultime settimane, gli attacchi sferrati dagli attivisti di estrema destra contro i camion che portano cibo ai civili della Striscia stremati dalle bombe e dalla carestia.
"Gli israeliani vogliono il cessate il fuoco solo per sei settimane e poi vogliono tornare a combattere". Ne è convinto il portavoce di Hamas e membro dell'ufficio politico Osama Hamdan che, parlando alla Cnn a Beirut, ha puntato il dito contro "gli americani che non sono ancora riusciti a convincere gli israeliani ad accettare un cessate il fuoco permanente" come parte dell'accordo per il rilascio degli ostaggi.
Per accettare la proposta di tregua, Hamas ha bisogno di "una posizione chiara sul ritiro completo da Gaza e la fine dell'assedio" e garanzie che "i palestinesi determinino da soli il loro futuro e la ricostruzione" della Striscia, ha aggiunto Hamdan, secondo cui l'ultima proposta sul tavolo non soddisfa le richieste per la fine della guerra. I negoziati sulla proposta sostenuta dagli Stati Uniti si sono intensificati negli ultimi giorni, ma sembrano essersi arrestati mercoledì dopo che Hamas ha presentato la sua risposta al documento, 12 giorni dopo averlo ricevuto per la prima volta. Per Hamas, ha detto Hamdan, la durata del cessate il fuoco è una questione chiave. Il timore è che Israele non abbia intenzione di portare a termine la seconda fase dell'accordo: la fine permanente della guerra e il completo ritiro israeliano da Gaza da attuare solo dopo ulteriori negoziati tra le parti. "La fine delle ostilità deve essere permanente", ha detto, "e Israele deve ritirarsi completamente da Gaza".
Israele sa quanti ostaggi a Gaza sono ancora in vita. Lo dice il leader dell'opposizione Benny Gantz, che nei giorni scorsi ha lasciato il gabinetto di guerra.
Nella sua prima intervista da quando ha lasciato il governo, Gantz ha anche detto che il governo israeliano sapeva dove si trovavano gli ostaggi della famiglia Bibas. Tra i rapiti il 7 ottobre 2023 c'era il piccolo Kfir Bibas, che aveva solo 8 mesi, quando uomini armati guidati da Hamas li portarono via. Poi è tornato sull'addio al governo. “Quando è avvenuto l’attacco del 7 ottobre, eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda e abbiamo lavorato in sincronia. Ma col tempo le cose sono cambiate", ha spiegato. "Le decisioni sono state rinviate a causa delle pressioni del ministro delle Finanze e di altri. Ho cercato di avvertire e correggere il loro percorso. Non appena ho capito che era impossibile, me ne sono andato”, ha aggiunto. “La battaglia nel sud sarà lunga. Saremo qui per anni. Israele deve seguire una nuova strada. Le sfide sono enormi. Possiamo affrontarli solo se Israele sceglie una nuova leadership”. Per quanto riguarda la futura amministrazione di Gaza, Gantz ha affermato che “non può essere Hamas e non può essere Israele”. Israele continuerà il suo governo militare su alcuni territori di Gaza “ma non governerà Gaza”, ha sottolineato.
Spagna e Turchia hanno invitato la comunità internazionale a smettere di "guardare dall'altra parte" e a fare pressione per la fine dell'attacco di Israele a Gaza per schiacciare Hamas, a seguito di un vertice bilaterale incentrato sul rafforzamento della cooperazione economica tra i Paesi del Mediterraneo.
"Per troppo tempo la comunità internazionale si è voltata dall'altra parte, ha pensato che senza risolvere questo conflitto si potesse vivere in pace e stabilità. Quello che è successo in questi 8 mesi ha aperto gli occhi al mondo", ha dichiarato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, in una conferenza stampa tenuta a seguito dell'ottavo incontro ad alto livello fra i governi di Madrid e Ankara, a cui ha partecipato anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Spagna, Irlanda e Norvegia hanno formalmente riconosciuto uno Stato palestinese il 28 maggio in uno sforzo coordinato, mentre la Turchia ha riconosciuto per la prima volta uno Stato palestinese nel 1988. Sanchez ha esortato altri Paesi europei e occidentali a seguire le loro orme "perché è l'unica soluzione che può garantire pace e sicurezza in Medioriente".
Comments are closed.