Lampedusa, 18 Giu 2024 - Due tragedie si sono consumate ancora una volta nel Mar Mediterraneo, una sulla rotta del Mediterraneo orientale, con decine di dispersi tra le persone migranti partite dalla Turchia e un'altra nel Mediterraneo centrale, i cui sopravvissuti sono sbarcati a Lampedusa.
Sarebbero 66 i migranti dispersi a causa del ribaltamento, a circa cento miglia dalla costa della Calabria, della barca a vela sulla quale viaggiavano. Tra loro c'erano, secondo i testimoni, almeno 26 bambini. In soccorso dell'imbarcazione è giunto un mercantile che ha trasferito 12 superstiti su un'unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. Tra loro una donna successivamente deceduta.
Sono state attivate le ricerche delle persone disperse con due motovedette della Guardia costiera, partite da Reggio Calabria e Roccella Ionica, e un aereo Atr42 decollato dalla base aeromobili delle Guardia costiera di Catania. In arrivo anche la nave Dattilo della Guardia costiera. A bordo dei mezzi navali anche team sanitari del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta).
I migranti che viaggiavano a bordo dell'imbarcazione erano partiti nei giorni scorsi da un porto della Turchia. Di quanto è accaduto è stata informata la Procura della Repubblica di Locri, che sta coordinando l'attività investigativa. Si tratta di persone di nazionalità irachena, siriana e iraniana.
"Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell'Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune barche non si sono fermate per aiutarli". Così Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente a Roccella Ionica dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio nello Jonio. "La scena - racconta - era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano".
“La notizia dei migranti dispersi a causa del ribaltamento della barca sulla quale viaggiavano a circa cento miglia a largo della costa calabrese è un pugno nello stomaco. Quelle che stiamo vivendo sono ore di grande angoscia per tutte la Regione, ore che ci riportano alla mente il dramma immane che abbiamo vissuto a Cutro poco più di un anno fa. Ringrazio i soccorritori che hanno prontamente prestato supporto ai superstiti giunti a Roccella Jonica, e prego per la donna tragicamente deceduta nel tentativo di salvarsi", così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria che aggiunge: "La tratta turca, dalla quale sembra arrivassero questi migranti, è stata troppo spesso sottovalutata in questi anni, servirebbe invece una maggiore attenzione da parte dell’Europa e dei governi nazionali. I nostri mari dovrebbero risplendere di vita e di speranza, e non trasformarsi periodicamente in immensi cimiteri”.
È arrivato a Lampedusa il veliero della ong Nadir che ha trainato l'imbarcazione di otto metri con 10 cadaveri nella stiva. Si tratta delle vittime dell'ennesimo naufragio. Sono tutti uomini, dai 18 ai 30 anni, dai tratti somatici che sembrano
riconducibili al Bangladesh o al Pakistan. Sulla banchina, ad attendere l'arrivo dell'imbarcazione che ha salvato pure 55 migranti, il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino.
A bordo complessivamente - spiega la ong Resqship - c'erano 61 persone: 51 sono state portate via, due delle quali privi di sensi: altre 10 sono state trovate senza vita nella parte inferiore dello scafo. Il team è intervenuto anche con un'ascia per accedere all'interno del barcone.
Il veliero Nadir di Resqship era a oltre 100 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali a poco più di 40 miglia da Lampedusa, nei pressi dell'area Sar maltese. Il giorno prima aveva raccolto una segnalazione relativa a un altro barcone in pericolo, lanciata da Alarm Phone: a bordo c'erano 62 persone poi affidate alla guardia costiera. Nadir ha dunque continuato a monitorare il mare fino alla tragica scoperta del natante con i 10 morti.
"L'equipaggio della nave a vela ha trovato la barca di legno, goffa e sovraffollata, a circa 50 miglia a sud-ovest di Lampedusa, nella regione di ricerca e salvataggio maltese, a seguito di una chiamata di soccorso di Watch the Med - Alarm Phone. Il motore della barca si era fermato. Abbiamo prima salvato le persone dal ponte superiore. Solo allora siamo riusciti a raggiungere il ponte inferiore, dove abbiamo trovato diversi cadaveri che erano soffocati dai vapori di benzina o erano svenuti a causa dei fumi ed erano annegati nello scafo pieno", ha detto Ingo Werth, skipper della Nadir.
"Siamo riusciti a salvare due persone prive di sensi dal ponte inferiore - prosegue la Ong - per raggiungere una di loro abbiamo dovuto aprire il ponte con un'ascia, poiché entrare nella stanza chiusa a chiave avrebbe potuto essere una trappola a causa dell'imminente affondamento della barca".
Secondo i sopravvissuti, le 61 persone erano partite da Zuwara, in Libia, due giorni prima. La metà di loro proveniva dal Bangladesh, mentre altri dal Pakistan, dalla Siria e dall'Egitto: hanno pagato circa 3.500 dollari per mettersi in viaggio.
173 migranti sono arrivati nelle ultime 48 ore su tre imbarcazioni. A soccorrerli le motovedette di Guardia di finanza e Guardia costiera. Sulla prima, c'erano 103 persone, fra cui 3 minori, di nazionalità bengalese, sudanese, siriana ed egiziana. Ai soccorritori hanno detto di essere partiti dal porto di Zawia, in Libia.
Sono oltre 920 i morti e i dispersi in tutto il Mediterraneo solo nel 2024, pari a più di 5 persone al giorno, oltre 29.800 dal 2014, in quella che si conferma essere ancora una volta la rotta più letale al mondo.
Secondo Unhcr, Oim e Unicef "questi ennesimi incidenti generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati a potenziare risorse e capacità per le operazioni di ricerca e soccorso in mare a supporto della Guardia costiera italiana. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell'incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili".
Anche Save the Children rinnova "l'invito alle istituzioni italiane ed europee ad un'assunzione di responsabilità affinché mettano al primo posto la vita delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie".
Il presidente della Croce Rossa italiana, Rosario Valastro si dice "attonito davanti a quanto accaduto. Da questo triste momento tragga nuova forza la nostra Umanità".
Per il Centro Astalli "serve un sussulto di umanità. Queste tragedie avvengono davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove".
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