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Joe Biden si arrende e sostiene Kamala Harris con scarse probabilità di fermare l’antidemocratico Trump. I Democratici devono trovare il coraggio di candidare si una donna ma con enormi capacità di vincere con largo margine. La moglie di Obama Michelle.

Cagliari, 22 Lug 2024 - Joe Biden ha annunciato il ritiro dalla corsa per le presidenziali Usa. L'attuale inquilino della Casa Bianca, in una lettera pubblicata su X, ha affermato che rimarrà nel suo ruolo di presidente e di comandante in capo fino alla fine del suo mandato nel gennaio 2025 e parlerà alla nazione questa settimana.

Con il presidente Joe Biden che ha messo fine alla sua corsa per la rielezione e ha appoggiato la vicepresidente Kamala Harris, il partito democratico deve ora affrontare un cambiamento senza precedenti in un anno elettorale. I Democratici terranno la loro convention a Chicago dal 19 al 22 agosto. Quella che doveva essere un'incoronazione per Biden diventa ora una gara aperta in cui quasi 4.700 delegati avranno la responsabilità di scegliere un nuovo portabandiera per sfidare il candidato repubblicano Donald Trump in autunno. La strada da percorrere non è né facile né ovvia, anche se Biden ha appoggiato Harris. Ci sono domande irrisolte sulla logistica, sul denaro e sulle conseguenze politiche. All'inizio dell'anno Biden aveva vinto tutte le primarie e i caucus statali, perdendo solo il territorio delle Samoa Americane. Almeno 3.896 delegati si erano impegnati a sostenerlo. Le attuali regole del partito non consentono a Biden di passarli a un altro candidato. Dal punto di vista politico, però, è probabile che il suo appoggio sia influente. Con Biden che si è fatto da parte, i Democratici iniziano tecnicamente con una convention aperta ma realisticamente il suo appoggio a Harris spinge i Democratici in un territorio scivoloso. L'onere immediato è per Harris di consolidare il sostegno dei quasi 4mila delegati oltre a più di 700 cosiddetti super-delegati che includono leader di partito, alcuni funzionari eletti ed ex presidenti e vicepresidenti. Già prima che Biden annunciasse la sua decisione, i democratici avevano indicato il governatore della California Gavin Newsom e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer come potenziali contendenti oltre ad Harris. Tuttavia, alcuni democratici hanno sostenuto pubblicamente, e molti in privato, che sarebbe stato facile candidare la prima donna di colore e la prima persona di origine sud-asiatica a ricoprire la carica di presidente. Data l'importanza che gli elettori di colore - in particolare le donne - hanno avuto per la nomina di Biden e per la scelta di Harris come compagna di corsa, sarebbe stato a dir poco rischioso per i democratici rinunciare a lei per un candidato bianco. Quanto al denaro raccolto la campagna di Biden ha recentemente dichiarato 91 milioni di dollari in contanti. I comitati elettorali democratici alleati hanno portato il totale a sua disposizione a più di 240 milioni di dollari. Gli esperti di finanza delle campagne elettorali concordano sul fatto che Harris potrebbe controllare tutti questi fondi, dal momento che la campagna è stata creata a suo nome e a nome di Biden. Se i Democratici dovessero candidare qualcuno diverso da Harris, i conti del partito potrebbero comunque andare a beneficio del candidato, ma il conto Biden-Harris avrebbe maggiori restrizioni. Ad esempio, secondo gli esperti legali, potrebbe diventare un comitato d'azione politica con spese indipendenti, ma non potrebbe semplicemente trasferire il suo saldo a un altro candidato. Sulla nomina del vicepresidente invece è sempre oggetto di una votazione separata. In situazione 'di routine' la convention ratifica la scelta del candidato. Se la Harris serrasse i ranghi rapidamente, potrebbe indicare la sua scelta e farla ratificare dai delegati. In una contesa prolungata, tuttavia, la vicepresidenza potrebbe diventare parte di una contrattazione. In ogni caso si attendono una raffica di cause statali e federali, e alcuni conservatori hanno minacciato proprio questo. Le leggi statali, tuttavia, di solito non prescrivono come i partiti scelgono i loro candidati alla presidenza.

Biden si ritira dalla corsa alla Casa Bianca e appoggia Kamala Harris, aprendo la strada alla scelta di un nuovo vicepresidente. La rosa dei papabili include almeno sei nomi.

L'ex presidente americano Barack Obama ha dichiarato di nutrire "una straordinaria fiducia" nelle capacità dei leader del partito democratico "di creare un processo da cui emergerà un candidato eccezionale" per la corsa alla Casa Bianca dopo il ritiro di Joe Biden. Nella sua dichiarazione, Obama non ha indicato la vicepresidente Kamala Harris, affermando di credere che "la visione di Joe Biden di un'America generosa, prospera e unita, che offre a tutti opportunità, sarà pienamente esposta alla Convention Democratica di agosto".
"E mi aspetto che ognuno di noi sia pronto a portare avanti quel messaggio di speranza e progresso fino a novembre e oltre", ha concluso.

"Io e Michelle vogliamo solo esprimere il nostro amoree la nostra gratitudine a Joe Jill per averci guidato duranti questi tempi difficili e per il loro impegno". Lo afferma Barack Obama definendo Joe Biden uno dei più importanti presidente della storia e "un mio amico e partner. Un patriota".

Roy Cooper. Il governatore della North Carolina è un moderato che è stato in grado di destreggiarsi nel complicato sistema politico dello Stato. Cooper ha ottenuto molte vittorie bipartisan, lavorando con i repubblicani anche per espandere il Medicaid, l'assistenza sanitaria per gli indigenti. 

Josh Shapiro. Il governatore della Pennsylvania ha vinto nel 2022, e da tempo si dice che potrebbe diventare il primo presidente ebreo d'America. Con i suoi 51 anni è relativamente giovane e potrebbe servire per mettere l'accento sull'età avanzata di Trump. Non ha mai coperto ruoli di alto profilo nel governo, ma visto che Trump ha scelto J.D. Vance come suo candidato vice questo è un dettaglio che potrebbe destare poco interesse. 

Gretchen Whitmer. Al suo secondo mandato da governatrice del Michigan, Whitmer è molto popolare nel Midwest e non ha mai nascosto le sue ambizioni politiche. Al New York Times ha confessato che nel 2028 le piacerebbe vedere alla Casa Bianca un presidente della “generazione X”, senza suggerire esplicitamente che potrebbe essere lei. Durante la pandemia è salita alle cronache come una dei bersagli di Trump per le sue misure anti Covid, tanto che un gruppo armato di estrema destra tentò di rapirla e processarla per la sua stretta anti virus. 

Mark Kelly. Il senatore dell'Arizona, ex astronauta, è il marito dell'ex deputata Gabby Gifford, promotrice dei controlli sulle armi dopo essere a malapena sopravvissuta a una sparatoria nel 2011 nella quale furono uccise sei persone. Moderato, ha talvolta votato contro Biden soprattutto sui temi legati all'immigrazione. 

Andy Beshear. Il governatore del Kentucky ha vinto due mandati in uno degli stati più repubblicani d'America, con una campagna basata sulla difesa dei diritti civili, incluso quello all'aborto. A differenza di altri papabili arriva però da uno Stato irrilevante nella strategia elettorale dei democratici. 

Pete Buttigieg. Ex candidato alle primarie democratiche e poi volto dell'amministrazione Biden per i Trasporti, è considerato uno dei più abili comunicatori del governo. Le sue ambizioni politiche sono note e nel 2020 fu molto corteggiato dai media prima di arrendersi.

Decine di attuali ed ex delegati alla convention democratica hanno firmato una lettera a sostegno della candidatura di Kamala Harris alla Casa Bianca, un'immediata dimostrazione di forza per la vicepresidente trovatasi improvvisamente a reclamare il nuovo ruolo.
Nella missiva, rivela Politico, hanno scritto che credono che Harris sia il candidato più forte del partito democratico per la Casa Bianca, quello che può meglio offrire una visione chiara e unificante per il futuro degli Stati Uniti. "Come ex procuratore, non c'è nessuno migliore di Kamala Harris per difendere la democrazia americana e contrastare il criminale condannato Donald Trump", si legge. "La vicepresidente Harris è il potenziale candidato democratico più forte che può proteggere al meglio l'eredità e la lunga lista di successi del presidente Biden", prosegue il testo. "Ha mostrato risolutezza e forza d'animo - continua la lettera - di fronte agli attacchi razzisti e sessisti da parte dei repubblicani Maga. Crediamo inoltre fermamente che la vicepresidente Harris e la sua scelta del vice aiuteranno i candidati democratici alla Camera, al Senato e negli Stati che dobbiamo vincere a novembre, consentendoci di promulgare leggi che avvantaggiano veramente il popolo americano".

Il gruppo comprende delegati provenienti da California, Texas, Florida, Washington, Michigan, Carolina del Nord, Carolina del Sud e diversi altri Stati. 

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