Cagliari, 31 Lug 2024 – Il personale della Polizia di Stato della Questura di Cagliari, unitamente a personale dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Cagliari - Oristano, ha compiuto un’operazione volta al contrasto delle fenomeno del caporalato nel rispetto dei diritti della persona indagata e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, e arrestando, in flagranza per l’ipotesi di reato di sfruttamento del lavoro, un imprenditore titolare di un azienda agricola sita nel territorio del comune di Monastir, il quale avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, cittadini originari della zona subsahariana, alcuni dei quali ospiti chiedenti asilo alloggiati presso il Centro di Accoglienza Straordinaria di Monastir.
L’indagine ha avuto origine da una segnalazione giunta nei giorni scorsi agli Ispettori del Lavoro della sede provinciale di Cagliari. È da qui che i poliziotti avrebbero avuto i primi riscontri, riguardanti alcune presunte anomalie su determinate assunzioni che venivano effettuate dal titolare di un’azienda agricola, senza segnalare le dovute retribuzioni e di conseguenza senza versare i previsti contributi previdenziali. Alcuni di questi braccianti, stranieri richiedenti asilo, non avrebbero avuto nemmeno i requisiti base per poter essere impiegati, considerando anche che, per il loro status e la loro provenienza, versavano in uno stato di costante bisogno e vulnerabilità.
La Sezione Criminalità Diffusa e Straniera della Squadra Mobile, interessata della vicenda dal personale dall’Ispettorato del Lavoro con il quale mantiene una continua e proficua collaborazione, ha avviato in tempi brevi un’attività congiunta, svolgendo specifici e celeri approfondimenti, assumendo informazioni anche dagli stranieri impiegati che man mano venivano identificati, dalle quali sarebbero emerse le condizioni di sfruttamento: impiego giornaliero di 8/10 ore con una breve pausa per il pranzo che il lavoratore portava autonomamente, come anche l’acqua per bere; assenza di materiale di protezione individuale e locali adeguati per le pause; retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi a livello nazionale e comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato (paga esigua in busta e retribuzione delle restanti spettanze a 5 euro l’ora ed in nero).
Quindi nelle prime del mattino del 26 luglio, gli investigatori della Squadra Mobile, insieme al personale dell’Ispettorato del Lavoro, sono entrati nei terreni di proprietà dell’indagato, rilevando la presenza di 5 braccianti intenti a lavorare nel campo di ortaggi.
Il titolare dell’azienda, un cagliaritano di 39 anni, anch’egli presente sul posto, è stato dunque dichiarato in arresto e una volta ultimate le formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari. E seguito dell’udienza, l’arresto è stato convalidato con l’applicazione della misura dell’obbligo di firma.
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