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Truffe anziani: fermati nel porto di Olbia dai Carabinieri della compagnia di Mogoro e del Reparto territoriale di Olbia due campani accusati di estorsione aggravata ai danni di un’anziano.

Oristano, 16 Sett 2024 - Nella serata del 13 settembre scorso, al Porto di Olbia, con un’operazione congiunta, i Carabinieri della Compagnia di Mogoro e del Reparto Territoriale di Olbia, nel contesto di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Oristano, hanno dato esecuzione al decreto di fermo, emesso dal Pubblico Ministero della Procura di Oristano, nei confronti di 2 indagati, di 32 e 26 anni, originari e residenti in provincia di Caserta, già noti alle Forze dell’Ordine, ritenuti responsabili, in concorso con altri soggetti, di estorsione aggravata in danno di persona fragile ed anziana.

Il provvedimento scaturisce da un’articolata indagine iniziata degli investigatori della Compagnia di Mogoro dopo il compimento di una truffa ai danni di una ultranovantenne, del centro cittadino, avvenuta mercoledì 11 settembre, alle ore 15:00, primo pomeriggio, durante la quale la stessa veniva contattata sull’utenza telefonica di casa da un numero anonimo. Infatti, dall’altra parte della cornetta un soggetto, presentatosi come un Comandante dei Carabinieri, raccontava all’anziana signora che suo nipote aveva avuto un incidente stradale nel quale era rimasta coinvolta una bambina che aveva riportato dei gravi traumi alla testa. A seguito di ciò il finto militare riferiva che il Giudice aveva deciso che per non far finire in prigione il nipote si doveva versare una cospicua cifra in contanti. E alla domanda dell’anziana signora sul perché non fosse stata contattata la madre del nipote, le veniva risposto che la stessa (sua figlia) si trovava in Caserma in preda a crisi di pianto aggiungendo inoltre il suo nome, dimostrando quindi di conoscerla. Inoltre i malfattori hanno comunicato alla vittima del raggiro, che la stessa avrebbe dovuto lasciare attiva la comunicazione telefonica in modo da essere reperibile (nota tecnica per far in modo di isolare l’utenza di casa da altre chiamate in entrata) e venivano fatte delle domande sulla sua abitazione verosimilmente al fine di localizzarla. A quel punto l’interlocutore anticipava che si sarebbero presentati nella sua abitazione dei loro collaboratori che avrebbero provveduto a ritirare quanto precedentemente anticipato. E, infatti, dopo pochi minuti sono giunti presso l’abitazione della vittima, due uomini vestiti con abiti comuni una maglia bianca e una camicia di colore bianco. E si poi presentati come collaboratori dei Carabinieri e con voce alta minacciavano la donna che “non c’era tempo da perdere” in quanto “l’unico modo per scarcerare il nipote era quello di reperire il denaro altrimenti sarebbe stata tutta colpa sua se il nipote fosse finito in galera”. Le veniva chiesta nuovamente la cifra di 10.000 € o eventuali monili o gioielli che la vittima tenesse in casa.

Quindi la pensionata spaventata avrebbe fatto di tutto per soddisfare le loro richieste e, costretta sotto minaccia, consegnava ai questi delinquenti tutto quello che aveva in casa 2.500 € che a quel punto si dileguavano. Verso le 16:00 un parente dell’anziana, ignaro di tutto, si recato nell’abitazione per vedere se la poveretta avesse bisogno di qualcosa ed in quel momento, parlando tra loro, capivano che quelli presentatisi alla porta non erano dei Carabinieri bensì dei truffatori senza scrupoli.

In seguito, sulla base dell’attività informativa svolta dai carabinieri della Stazione di Mogoro, dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia e con il supporto del Reparto Operativo Provinciale, grazie alla capillare presenza sul territorio e la penetrante conoscenza del tessuto sociale e criminale, e grazie alle immediate attività d’indagine svolte, tradizionali e tecniche (in particolare l’analisi delle telecamere di videosorveglianza pubblica), sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli arrestati che, tra l’altro, avevano utilizzato una Renault Clio che risultava intestata ad una società di leasing. E pertanto, con l’ininterrotta attività investigativa, i militari dell’Arma hanno potuto ricostruire la dinamica dei fatti e raccogliere univoci e concordanti elementi di colpevolezza per i crimini contestati che hanno permesso l’emissione del decreto di Fermo dell’A.G. e il ritrovamento, a cura dei militari del Reparto Territoriale di Olbia, dei malviventi che si stavano imbarcando sulla motonave in partenza da Olbia per lasciare l’isola-

Sottoposti a perquisizione, i due sono stati trovati in possesso di 14.065 euro in contanti, 45 monili in oro dal valore stimato di 5.000 euro e 4 smartphone e, successivamente, ristretti nel Carcere di Sassari-Bancali a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

L’operazione di oggi dei Carabinieri, che non conclude né le indagini sul fatto e sugli ulteriori legami criminali e l’esatta consistenza del gruppo che ha agito né sugli altri casi analoghi, risulta particolarmente importante in quanto la grave truffa desta grande preoccupazione per la vulnerabilità e fragilità della vittima (Signora estremamente anziana e per di più sola) nonché per le modalità della condotta (i malviventi hanno fatto leva, dopo essersi presentati come carabinieri, rappresentanti dello Stato, sui sentimenti della persona offesa e sulla sua legittima preoccupazione per le sorti del nipote).

Le modalità della condotta del raccapricciante crimine denotano l’esistenza di un elevato grado di organizzazione e di una meticolosa preparazione del colpo, preparato fin nei dettagli, con uno spostamento organizzato dalla Campania e con tutti gli accorgimenti del caso, eseguito dopo aver ricercato la vittima, acquisendo informazioni sul suo profilo le sue abitudini, senza dubbio anche sull’assenza di familiari in casa e sui nomi dei suoi affetti. La circostanza che sia stata individuata una persona sola, molto anziana ed evidentemente impressionabile, che si sia fatta leva sul suo comprensibile spavento per le sorti dell’amato nipote, e che si sia sfruttato tale sentimento per sottrarle ingenti somme di denaro, è indicativa della totale assenza di remore di chi “criminalmente” agisce, non mostrando la minima compassione.

Il provvedimento eseguito è una misura pre-cautelare disposta dall’Autorità Giudiziaria in sede di indagini preliminari, verso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Continuano i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Oristano, soprattutto per la prevenzione e la repressione dei reati predatori e del traffico illecito di sostanze stupefacenti.

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