Strasburgo, 17 Sett 2024 – Si profila una Commissione molto diversa dalla prima guidata da von der Leyen. Di fatto non ci sono personalità come quelle di Thierry Breton, Frans Timmermans e anche Margrethe Vestager, in grado di porsi come contraltare alla presidente - che così si emancipa da ogni tutela, quella di Macron in primis, e ribadisce la sua autonomia dalle correnti interne al PPE che con grande fatica la avevano indicata come 'Spitzenkandidat' nelle ultime elezioni, perché avrebbero voluto uno spostamento a destra della Commissione. Se andasse in porto l'operazione Fitto (la vicepresidenza esecutiva a un commissario espressione della destra europea) avrebbero vinto sia von der Leyen che il segretario della CDU Friedrich Merz e quei governi che vorrebbero cooptare le destre, anche estreme, come argine ai partiti neonazisti o neofascisti.
Non è detto che l'operazione Fitto vada in porto attraversando indenne i successivi snodi politici.
Due settimane fa era arrivata l’irritazione dei Liberali sul suo posizionamento nella futura Commissione e la scorsa settimana c’è stato l’ultimatum dei Socialisti, accompagnato dalla forte contrarietà dei Verdi. Avvisaglie della guerriglia parlamentare che si scatenerà tra ottobre e novembre, quando l'Europarlamento dovrà approvare le nomine dei singoli commissari. Al momento nulla può essere dato per scontato.
Il collegio sarà composto dal 40 per cento di donne. Sei vicepresidenze esecutive per le donne e due gli uomini.
Sono sei le vicepresidenze esecutive proposte da Ursula von der Leyen per la nuova Commissione. I sei ruoli apicali spetteranno alla spagnola Teresa Ribera, alla finlandese Henna Virkkunen, al francese Stéphane Séjourné, alla estone Kaja Kallas, alla romena Roxana Minzatu e all'italiano Raffale Fitto.
Sulla lista dei nuovi commissari fino all'ultimo è stato mantenuto il riserbo, dovuto anche ad alcune incertezze sulle ipotesi di deleghe da assegnare.
Tra i principali nodi che la presidente della Commissione ha dovuto affrontare c'è stato quello della vicepresidenza esecutiva da destinare a Raffaele Fitto. Il ministro italiano avrà - anche se manca ancora l'ufficialità - la delega alla Coesione e al Pnrr e dovrebbe avere il ruolo di vicepresidente esecutivo, formalmente dello stesso peso di quelle che avranno il francese Séjourné, la spagnola Teresa Ribera, il lettone Valdis Dombrovskis, lo slovacco Maros Sefcovic e l'estone Kaja Kallas.
Il tutto, nonostante il voto contrario a von der Leyen sia di Giorgia Meloni in seno al Consiglio europeo sia di FdI alla Plenaria di luglio.
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