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Israele spara ancora contro Unifil. Nuove stragi in Libano, 27 morti. Netanyahu: “Non fermano Hezbollah”. Sedici Paesi UE: “Rivedere le regole d’ingaggio della missione”.

Libano, 17 Ott 2024 - "I peacekeeper in una posizione vicino a Kafer Kela hanno osservato un carro armato israeliano Merkava sparare alla loro torre di guardia. Due telecamere sono state distrutte e la torre è stata danneggiata", riferisce Unifil in una nota. "Ancora una volta vediamo fuoco diretto e apparentemente deliberato su una posizione Unifil", denuncia la forza Onu dispiegata al confine tra Libano e Israele. "Ricordiamo a Israele e a tutti gli attori - conclude la nota - il loro obbligo di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l'inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite in ogni momento".

Sale a 16 morti e 52 feriti il bilancio degli attacchi israeliani sulla città di Nabatiyeh, nel sud del Libano. Ucciso anche il sindaco, un intero villaggio distrutto. Il conteggio provvisorio delle vittime dei bombardamenti di ieri è di almeno 27 morti.

Ieri si è tenuta una videoconferenza tra i ministri della Difesa dei 16 paesi dell'Unione europea che partecipano alla missione Unifil. L'incontro, promosso dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto e dal ministro delle Forze Armate e dei Veterani francese Sébastien Lecornu, aveva l'obiettivo di definire un'azione unitaria per il contributo europeo alla missione Unifil, alla luce dei recenti sviluppi nel sud del Libano. 

"È stata sottolineata l'importanza di garantire il pieno rispetto per il mandato e la protezione del personale di Unifil, esortando la comunità internazionale a mantenere un impegno costante e risoluto", riferisce la Difesa, sottolineando che "i partecipanti hanno ribadito che la mancata o parziale implementazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu non può in alcun modo giustificare gli attacchi contro le forze di Unifil" e che "è stata espressa con forza la necessità di rivedere le regole d'ingaggio, in modo da permettere a Unifil di operare in maniera più efficace e sicura".

Gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di rendere conto del proprio operato dopo che il New York Times ha riferito che il loro alleato ha utilizzato civili palestinesi come scudi umani nella guerra di Gaza.

Il giornale afferma che almeno 11 squadre in cinque zone di Gaza hanno costretto i civili palestinesi a svolgere compiti come la ricerca di esplosivi o l'esplorazione di tunnel, proteggendo i soldati israeliani da eventuali danni. Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha definito il rapporto "incredibilmente inquietante": "Se i fatti presentati nel rapporto sono veri, sono assolutamente inaccettabili". "Non ci può essere alcuna giustificazione per l'uso di civili come scudi umani. Sarebbe una violazione non solo del diritto umanitario internazionale, ma anche del codice di condotta dell'IDF", ha detto, riferendosi al nome che si danno le forze armate israeliane. 

Miller ha sottolineato la necessità di un'indagine, ma ha aggiunto che: "Se si trovano violazioni, le persone devono essere ritenute responsabili e si devono prendere provvedimenti per garantire che queste pratiche non si ripetano". 

Il New York Times ha citato un adolescente, allora 17enne, che ha raccontato che i soldati israeliani lo hanno portato via dalla sua famiglia e lo hanno costretto a camminare ammanettato davanti a loro per cercare degli esplosivi - prima di essere rilasciato senza accuse. Gli Stati Uniti hanno ripetutamente espresso preoccupazione per le azioni di Israele nei confronti dei civili durante l'offensiva di un anno a Gaza. Raramente tali dichiarazioni sono state accompagnate da conseguenze, anche se il presidente Joe Biden ha congelato un carico di armi del valore di miliardi di dollari inviato a Israele. Gli Stati Uniti e Israele hanno ripetutamente accusato Hamas di aver messo in pericolo i civili della Striscia di Gaza utilizzandoli come scudi umani.

L'agenzia di stampa ufficiale siriana SANA ha riferito di un attacco aereo "israeliano" che ha causato incendi nella città costiera di Latakia, con l'Osservatorio siriano per i diritti umani che ha fatto riferimento a un attacco a un "magazzino di armi".

"Le difese antiaeree hanno intercettato obiettivi ostili su Latakia", ha riportato l'agenzia di stampa SANA, riferendosi agli "incendi scatenati dall'aggressione israeliana" all'ingresso della città, roccaforte del presidente Bashar al-Assad alleato degli Hezbollah libanesi. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di un "attacco israeliano contro un deposito di armi a Latakia".

Negli indiscriminati bombardamenti dell’esercito del criminale Netanyahu, un funzionario delle Nazioni Unite ha reso noto che quattro membri di una squadra di soccorso che lavorava con l'Onu sono rimasti uccisi dagli attacchi israeliani a Nabatiyeh, nel Libano meridionale. Il ministero della Salute libanese ha affermato che 22 persone sono morte nell'attacco a un edificio municipale, tra cui il sindaco della città. Israele ha precisato di avere preso di mira Hezbollah. Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Libano, Imran Riza, ha spiegato che l'attacco è "avvenuto proprio mentre si stava tenendo una riunione di crisi". Riza ha parlato di un raid "devastante".

Il piano israeliano per la risposta all'Iran dopo l'attacco missilistico contro lo Stato ebraico del 1° ottobre sarebbe pronto. Lo riporta la Cnn, citando una fonte che conosce l'argomento. Il network americano ha anche contattato il ministero israeliano della Difesa per un commento. Secondo una fonte, funzionari israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu, avrebbero assicurato agli Stati Uniti che un eventuale contrattacco all'Iran sarebbe limitato a obiettivi militari e non a impianti petroliferi o nucleari. 

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