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“Sinwar ucciso con un colpo di pistola alla testa”. Bloomberg: “Khalil al-Hayy probabile successore”.

Gaza, 19 Ott 2024 - Un'autopsia effettuata dalle autorità israeliane ha rivelato che il leader del movimento islamico palestinese Hamas, Yahya Sinwar, è morto per un colpo di pistola alla testa. Lo scrive il New York Times. Il dottor Chen Kugel, direttore dell'istituto forense nazionale israeliano che ha supervisionato la procedura, ha detto al giornale che Sinwar è stato inizialmente ferito al braccio da schegge, forse di un missile o di un carro armato. Il terrorista si sarebbe quindi legato un cavo elettrico attorno al braccio con un laccio emostatico apparentemente improvvisato, ma secondo Kugel "non era abbastanza forte e il suo avambraccio era in frantumi".

A ucciderlo però sarebbe stato un colpo alla testa, ma secondo il New York Times non è ancora chiaro chi abbia sparato il colpo, quando sia stato sparato e quale arma sia stata utilizzata. Secondo l'esercito israeliano, la morte di Sinwar è avvenuta mercoledì durante una pattuglia di sorveglianza di routine. Un gruppo di soldati si stava muovendo per la città di Rafah quando ha incrociato tre miliziani palestinesi. Le truppe hanno sparato con un carro armato contro l'edificio dove si nascondevano i due militanti e contro un altro dove si stava rifugiando Sinwar. La stampa israeliana e funzionari militari hanno affermato che non c'erano comunque informazioni preliminari che indicassero la presenza del leader di Hamas nell'area. Le immagini rilasciate dall'esercito israeliano mostrano Sinwar coperto di polvere seduto su una poltrona che fissa un drone mentre il dispositivo entra in una casa devastata dagli attacchi. Nel video Sinwar è solo, con una mano gravemente ferita e la testa coperta da una sciarpa tradizionale, mentre lancia un bastone contro il drone. 

Dopo la morte di Yahya Sinwar si apre una scenario che mette in disaccordo i pareri degli analisti. L'attesa, mista a incertezza, sulla nuova leadership di Hamas cresce. Ora che è venuto a mancare il leader “temuto e intransigente”, considerato un ostacolo per il rilascio dei 97 ostaggi (34 dei quali morti), l'organizzazione militare piramidale e ultra gerarchica si è trasformata in un gruppo che “opera in cellule molto localizzate e in modo decentralizzato”, spiega David Khalfa, autore di “Israele-Palestina, anno zero”, ricercatore presso la Fondazione Jean-Jaures. Questo perché gli attacchi israeliani tagliano la Striscia di Gaza tra nord e sud. “Oggi si tratta più di una milizia, con signori della guerra locali che mantengono legami con reti mafiose, comprese famiglie che apparentemente hanno ostaggi”, afferma l'esperto. Questa nuova situazione “sarà un vero problema per israeliani e americani. Più che a un accordo globale sugli ostaggi, probabilmente punteranno a rilasci frammentari, offrendo ai signori della guerra l'immunità e la possibilità di lasciare Gaza” per rifugiarsi in Turchia, Iran o Qatar.

È probabile che Hamas nomini Kkhalil Hayya, influente esponente di Hamas basato in Qatar, come successore di Yahya Sinwar. Lo riporta Bloomberg. Ieri Hayya è intervenuto affermando che gli ostaggi non saranno liberati finché Israele non cesserà gli attacchi contro la Striscia e ritirerà le sue truppe dall'enclave.

Fino alla metà dell'anno, la struttura del movimento era bicefala: da un lato il ramo politico di Ismail Haniyeh con sede a Doha, dall'altro il ramo militare guidato da Sinwar a Gaza. Il primo è stato giustiziato a Teheran a luglio, il secondo ha subito la stessa sorte a Gaza. Per David Khalfa, l'equilibrio di potere interno ad Hamas pende ora maggiormente verso il ramo esterno, “dove si concentrano le fonti di finanziamento, supporto logistico e addestramento dei miliziani”. Ma se scegliesse un dirigente in esilio, il gruppo correrebbe il rischio di vederlo disconnesso dai combattenti sul campo. E se nomina un soldato come Mohammed Sinwar, fratello del defunto leader, si allontana da un risultato politico. In entrambi i casi, la sorte degli ostaggi precipita nell'ignoto.

Il corpo del leader di Hamas Yahya Sinwar potrebbe essere utilizzato come “merce di scambio” in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza. Lo affermano fonti israeliane alla CNN. I resti della ‘mente’ dell'attacco del 7 ottobre 2023 sono attualmente detenuti in una località segreta in Israele, secondo quanto riportato dai media locali. Due fonti hanno detto alla Cnn che ottenere il rilascio degli ostaggi sarebbe probabilmente la priorità di Israele nel decidere come sfruttare i resti dell'uomo. Più di 100 ostaggi presi durante gli attacchi guidati da Hamas rimangono prigionieri a Gaza. Le autorità israeliane starebbero valutando come “creare rapidamente pressione” su Hamas.

“Se Hamas vuole scambiare i suoi resti con israeliani, vivi o morti, allora va bene”, ha affermato. Uno scambio di ostaggi è probabilmente l'unico modo in cui i resti di Sinwar torneranno a Gaza, ha detto la fonte israeliana, “altrimenti non lo consegneranno”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog hanno tenuto un incontro sulla “finestra di opportunità significativa” che l'uccisione di Sinwar presenta per il ritorno degli ostaggi, ha affermato l'ufficio di Herzog in una dichiarazione. Netanyahu ha anche invitato i membri di Hamas che tengono ancora ostaggi israeliani a deporre le armi e a restituire i prigionieri, affermando che chiunque lo faccia sarà autorizzato a “uscire e vivere”.

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