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Moldova, l’europeista Sandu al ballottaggio e referendum in bilico.

Chisinau, 21 Ott 2024 - In italiano si è sempre detto Moldavia - il nome usato in russo - ma dopo l'indipendenza dall'Unione Sovietica, nel 1991, il governo di questo piccolo Paese di frontiera ha premuto in tutti i modi per utilizzare la forma in rumeno, la lingua ufficiale: Moldova.
Basterebbe questo dissidio toponomastico a raccontare un Paese diviso tra est e ovest, tra la spinta ad abbracciare l'Unione Europea e l'incombente vicinanza del gigante russo che fa la guerra a pochi chilometri, in Ucraina. Una divisione che si specchia anche nei risultati dei due voti di ieri, quello presidenziale e il referendum consultivo sull'ingresso nell'Unione europea.

La presidente filo-occidentale ed europeista Maia Sandu cerca un secondo mandato, ma non ottiene la valanga di voti che si aspettava per passare al primo turno: si ferma attorno al 38% dei voti, contro il 28% del principale rivale, il socialista Alexandr Stoianoglo, che la costringe al ballottaggio fra due settimane, il 3 novembre. 

Ma c'è di più. Al referendum consultivo che chiedeva di inserire in Costituzione il percorso di adesione all'Unione Europea, i risultati sono tutt'altro rispetto alle aspettative della presidente: con i risultati ormai quasi definitivi, il sì e il no sono separati da una manciata di voti, lo specchio delle divisioni del Paese. Sarà necessario dunque aspettare la certificazione dell'ultima scheda, con il seguito non improbabile di ricorsi e riconteggi.

Quando sono state scrutinate 2.182 sezioni su 2.219 (oltre il 98%), il Sì è al moment in vantaggio con il 50,03% (per 730.832 voti) mentre il No è al 49,97% (730.088 voti): si tratta di appena 744 voti di scarto. Nelle liste elettorali di base figurano 2.714.239 elettori.

Le relazioni fra Moldova e Russia si sono inasprite soprattutto dopo che la Moldavia ha chiesto di aderire all'UE, sulla scia della guerra in Ucraina. Chisinau a giugno 2022 ha ottenuto lo status di candidato insieme all'Ucraina. Ma il voto di ieri nell'ex repubblica sovietica riporta alla luce la spaccatura fra le due politiche e i due nomi, Moldova e Moldavia: di qua la popolazione di lingua rumena, i giovani, chi vive in città, la diaspora all'estero - di là i russofoni, chi vive nelle campagne, i nostalgici e i più anziani.

Ed ecco quindi, prima del voto e poi a spoglio ancora in corso e con questi risultati, l'aspra denuncia di brogli e ingerenze russe.

"Gruppi criminali, che lavorano con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro Paese con decine di milioni di euro, bugie e propaganda, usando i mezzi più vergognosi per tenere i nostri cittadini e la nostra nazione intrappolati nell'incertezza e nell'instabilità". E ancora: "Abbiamo prove evidenti che questi gruppi criminali miravano a comprare 300.000 voti, una frode di portata senza precedenti", ha aggiunto Sandu. "Il loro obiettivo era minare il processo democratico".

Ma già nelle ultime settimane le autorità moldave hanno più volte denunciato una presunta campagna di "guerra ibrida" da parte russa, per destabilizzare il Paese e far deragliare il suo percorso verso l'Unione Europea. Le accuse includono il finanziamento di gruppi di opposizione pro-Mosca, la diffusione di notizie false, l'ingerenza nelle elezioni locali e il sostegno a un importante piano di compravendita di voti - che ha portato anche a decine di arresti.

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