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Consiglio Sardegna – Approvato il DL 45/A sulle aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili con 35 voti favorevoli e 14 contrari. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Cagliari 4 dicembre 2024 - All’apertura dei lavori del Consiglio regionale della Sardegna, il presidente Comandini per dichiarazione di voto ha dato la parola a Diego Loi (Avs), che ha detto: “Non credo che con questa legge si sia andati contro la volontà popolare né che non abbiamo ascoltato i desiderata dei cittadini sardi. Lo dico chiaramente nei confronti dei Comitati, che rispetto. Ma chiedo che siano analizzati i contenuti del nostro provvedimento normativo, che vanno nella direzione delle richieste dei nostri cittadini”.

Per Giuseppe Frau (Uniti con Alessandra Todde) “scriviamo oggi una pagina determinante a difesa della nostra isola, con regole chiare e a difesa della speculazione delle multinazionali. Grazie alla Giunta, al Consiglio tutto e a chi ha contribuito a raccogliere le proposte costruttive che sono giunte dalla società civile. Non esiste da una parte il popolo di Pratobello e dall’altra la classe politica regionale. È stato un atto gravissimo mettere alla gogna mediatica chi rappresenta il popolo e gravissimo anche è stato cercare di condizionare il nostro ruolo, da parte di aziende private”.

Per i capigruppo il primo a parlare è stato Alessandro Sorgia (Lega), che si è rivolto alla presidente Todde: “Consegnerete alla più forte speculazione la Sardegna, chi voterà questa legge sarà ricordato per aver commesso questo gravissimo errore. Abbiamo tentato in tutti i modi di farvi capire che la competenza primaria deve essere autonoma, ai sensi dello Statuto sardo”.

Per Sinistra Futura Paola Casula, ha detto: “Lasciamo al popolo sardo una norma complessa e non facilmente compresa, che pianifica la produzione energetica e governa il territorio, grazie al grande lavoro svolto dalla Giunta e dalle commissioni. Questa maggioranza ha deciso di regolamentare il processo di transizione energetica e la Regione Sardegna sarà la prima ad aver individuato aree idonee e non idonee, tutelando beni naturali, storici e tanti altri, esattamente come richiesto dai firmatari della Pratobello”.

Dall’opposizione Franco Mula (Alleanza Sardegna) ha parlato di “grande responsabilità delle opposizioni, che hanno fatto un ragionamento non di ostruzionismo ma hanno suggerito modifiche perché questa legge fosse più presentabile”. Mula ha detto che “la Sardegna non ha mai avuto governi amici, sembra che questo territorio sia marginale quando chiede e invece quando è chiamato a dare debba dare e basta”.

Favorevole il voto annunciato dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus: “È sicuramente vero che la Sardegna è la prima regione ad avere una legge su questa materia, prima della Sicilia alla quale sono stati assegnati dieci gigawatt. Dice il ministro dell’Ambiente, anche con un certo disprezzo, che il 99 per cento del nostro territorio non potrà ospitare energie rinnovabili. Ci dicono a Roma che meritiamo di stare con la luce spenta”.

A seguire per l’opposizione Antonello Peru (Sardegna al centro) ha detto: “Noi vogliamo una Sardegna responsabile, oltre le ideologie. Per questo abbiamo chiesto di accelerare l’iter per l’azionariato diffuso nella costituzione delle comunità energetiche, a vantaggio delle famiglie e delle medie imprese. Sappiamo che il fabbisogno energetico non può essere garantito dalle sole comunità energetiche e noi vogliamo rimarcare che l’innovazione e lo sviluppo non sono i nostri nemici. Presidente Todde, ci vuole coraggio e libertà per creare opportunità reali a questa terra”.

Il capogruppo Sandro Porcu (Orizzonte Comune) ha dichiarato voto convintamente favorevole al provvedimento e manifestato apprezzamento “per il lavoro di squadra fatto dalla Giunta e il Consiglio”. A giudizio dell’onorevole Porcu quella in approvazione “è la migliore legge possibile che permetterà al, Regione di governare la transizione ecologica e energetica”. L’esponente della maggioranza ha definito “la de carbonizzazione e lo spegnimento delle centrali a carbone, l’obiettivo da raggiungere”. In conclusione del suo intervento, il riferimento ai comitati a sostegno della Pratobello 24: «Non c’è stata divisione sugli intenti, tutti abbiamo a cuore la tutela dalla Sardegna e a tutti i sardi non importa quale legge sarà votata ma raggiungere l’obiettivo che è quello di  fermare la speculazione e favorire la transizione energetica».

Il capogruppo Sebastiano Cocco (Uniti per Todde), ha dichiarato voto favorevole e ha definito l’approvazione del Dl 45 “una prova di maturità superata per la giunta e la maggioranza”. L’esponente della maggioranza ha parlato di clima difficile, riferendosi al momento politico “siamo presi in mezzo dal radicalismo ambientalista e gli istinti spregiudicati più specualativi”. Cocco ha definito la transizione energetica “un’opportunità” e ha critica quella che a suo giudizio è stata l’inerzia in materia energetica “degli ultimi tre anni”. Più velato il riferimento alle ragioni dei comitati per la Pratobello: alle volte si ha torto per il modo in cui si vuole ragione.

La capogruppo Maria Laura Orrù (AVS) ha dichiarato il voto convintamente favorevole ad una norma che “affronta un tema cruciale che determinerà lo sviluppo energetico del futuro in Sardegna”. L’esponente della maggioranza ha posto l’accento sui cambiamenti climatici e ribadito l’obiettivo strategico della de carbonizzazione e dell’abbandono delle fonti di energia clima alteranti. «Il Dl 45 – ha affermato la consigliera - segna punto fondamentale e dice sì alla transizione energetica con dignità nei processi e equità nei territori, con la Regione protagonista».

Il capogruppo Umberto Ticca (Riformatori) ha dichiarato voto contrario “per metodo e contenuto”. Nel metodo, l’esponente della minoranza, ha lamentato l’esclusione dal dibattito e dal confronto della proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24, nel merito da definito il Dl 45 “inefficace perché non è stato possibile modificare l’impianto normativo voluto dalla Giunta”.

Il capogruppo dei Cinque Stelle, Roberto Li Gioi, ha dichiarato con enfasi il “sì convinto al provvedimento”. «Perché è una legge identitaria che salvaguarda i nostri territori minacciati da assalti spregiudicati – ha affermato l’esponente della maggioranza - e la maggioranza ha accettato una sfida epocale, dimostrando competenza, onestà, serietà, conoscenza, determinazione e amore per la propria terra». «Siamo legittimamente eletti – ha insistito Li Gioi - e abbiamo avuto il coraggio di essere legislatori per dare alla Sardegna una legge che precederà il piano energetico regionale e l’agenzia regionale per l’energia».

Il consigliere Luigi Piano, intervenendo a nome del gruppo del Pd, ha dichiarato voto favorevole. «L’approvazione del Dl 45 – ha affermato – è necessaria, come lo è la legge moratoria, strumenti necessari per arginare l’assalto degli speculatori». L’esponente della maggioranza ha parlato di “momento cruciale” e ha elencato ciò che a suo giudizio rappresenta di positivo per l’isola il Dl 45: «Ci consente di programmare la transizione energetica e ecologica, con la tutela paesaggio, la sostenibilità ambientale e economica, mettendo al centro le comunità e il territorio».

Voto contrario al Dl 45 è stato dichiarato, invece, dal capogruppo FdI, Paolo Truzzu che in apertura del suo intervento ha evidenziato l’iter lungo 75 giorni del provvedimento proposto dalla Giunta. «Un tempo che non è stato utilizzato per il confronto, né con la minoranza, né con i comitati – ha dichiarato l’esponente dell’opposizione – fino a quando da parte della maggioranza non si è registrata un’apertura al dialogo, frutto però di disperazione». A giudizio del consigliere Truzzu, i miglioramenti, accolti dalla maggioranza, ad incominciare da quelli riferibili alle competenze statutaria, non sono stati sufficienti a “fare una buona legge, perché il Dl 45 è completamente da riscrivere”. «

Al termine delle dichiarazioni di voto, ha preso la parola la presidente della Regione Alessandra Todde che, in premessa ha ricordato il percorso che ha portato al varo del disegno di legge in discussione: «Quando ci siamo insediati abbiamo trovato un territorio preoccupato per il rischio che l’ambiente sardo venisse trasformato in un paesaggio industriale – ha detto Todde – per questo ci siamo assunti la responsabilità di risolvere la situazione. Con questo spirito abbiamo prima approvato la legge 5 per sospendere le autorizzazioni di impianti eolici e fotovoltaici. Una legge che ha dimostrato la sua efficacia».  La presidente Todde ha poi parlato dell’azione svolta da forze esterne che hanno tentato di ostacolare il dialogo. «C’è chi ha lavorato per alimentare le contrapposizioni, chi non ha voluto capire quale fosse il nostro obiettivo mistificando la realtà. Ci si è dimenticati di tutto: di pale eoliche presenti da decenni. Ci chi si è inventato anche il tema del silenzio assenso su Saccargia su cui c’è una sentenza tombale del Consiglio di Stato dello scorso aprile quando ancora non c’eravamo ancora insediati». La presidente ha quindi ringraziato la maggioranza e il personale degli assessorati per il lavoro svolto: «Ringrazio tutti, anche la minoranza che ha dato il suo contributo per chiudere legge. Questo è un primo passo per una strategia energetica regionale. Ci attendono appuntamenti importanti come il varo di un piano energetico e la costituzione della Società regionale dell’energia». La presidente ha poi rivendicato l’azione svolta dalla sua Giunta: «Una cosa ci deve essere riconosciuta: il coraggio di guardare le cose in faccia e in non nasconderci. Questa legge ci dà delle regole e pone al riparo territori che non possono essere toccati, questa è la volontà dei sardi. Diciamo anche che vogliamo fare la transizione energetica ma con delle direttive precise. C’è poi un altro aspetto importante: mai la Regione ha stanziato così tanti fondi (circa 700milioni) per le comunità energetiche e per consentire di installare impianti da energie rinnovabili su superfici idonee». Sul mancato confronto con le autonomie locali e i comitati spontanei, Todde è stata chiara. «Ci siamo confrontati con i sindaci e le comunità. Non è vero che esiste una frattura tra Regioni e Comuni: abbiamo lavorato con tutti quelli che volevano trovare una soluzione, non potevamo lavorare con chi non voleva confrontarsi. Questa è la prima legge d’Italia sulle aree idonee, per una volta non siamo il fanalino di coda. Diamo l’esempio di come va fatta la pianificazione territoriale. Può darsi che la legge debba essere migliorata ma questo lo vedremo in futuro».

Sulle dimissioni del segretario generale della Regione Saverio Lo Russo, la presidente Todde ha ribadito che si è trattato di una decisione assunta per motivi personali smentendo qualsiasi contrasto con la Giunta. «Lo Russo ha dato un grande contributo e per questo lo ringrazio – ha concluso Todde – ora occorre andare avanti sul percorso tracciato. Siamo un popolo unico che vuole marciare unito per contrastare lo tsunami che ci siamo trovati di fronte».

L’Aula ha quindi approvato due ordini del giorno unitari, primi firmatari Franco Mula (Alleanza Sardegna) ed Umberto Ticca (Riformatori). Il primo invita la Giunta a valutare l’istituzione di una tassa per la produzione di energia da fonti rinnovabili. «Risorse – ha detto Mula - che dovranno andare a beneficio della comunità che hanno subito sottrazioni di territorio». Il secondo impegna invece l’esecutivo ad adottare norme di attuazione dello Statuto finalizzate al rafforzamento della tutela del paesaggio della Sardegna».

Il presidente Comandini ha quindi messo in votazione il testo finale del DdL n.45 che è stato approvato, con votazione per appello nominale, con 35 voti a favore e 14 contrari.

L’aula è quindi passata all’esame delle mozione n.19 e n.23 sul mancato recepimento da parte della Regione del decreto nazionale “Salva Casa”.

Antonello Floris (Fdi), primo firmatario della mozione n.19, ha illustrato il documento sollecitando un intervento legislativo della Regione. «La mozione punta ad adeguare la normativa regionale a quella nazionale. E’ un provvedimento molto atteso in Sardegna per sanare lievi difformità e riqualificare il patrimonio edilizio esistente.

Su richiesta del capogruppo del Pd Roberto Deriu, il presidente Comandini ha sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato la parola al consigliere Aldo Salaris per illustrare la mozione n.23. «L’oggetto è lo stesso della mozione n.19 – ha detto Salaris – il recepimento della legge “Salva Casa” e la semplificazione della normativa in materia urbanistica. Si tratta di un provvedimento necessario sul patrimonio esistente per far fronte al crescente fabbisogno abitativo che si registra in tutti i comuni. La normativa nazionale, per questo, deve essere recepita con la massima urgenza. Un passaggio anche a tutela dell’ambiente per evitare ulteriore consumo di suolo».

Il recepimento della legge Salva Casa è stato sollecitato anche da Antonello Peru (Sardegna Venti20): «In tema di urbanistica ci sono troppe norme datate, poco organiche alla pianificazione e talvolta in contrasto tra loro. Il risultato è che da 20 anni continuiamo a mettere toppe. Va bene il recepimento del Salva Casa ma ciò che serve è un intervento complessivo di riordino in materia urbanistica. Spero che si riesca a farlo insieme in questa legislatura».

Stesso giudizio da parte di Alessandro Sorgia (Lega): «È un provvedimento urgente per contrastare l’emergenza abitativa – ha detto Sorgia – il mancato recepimento del Salva Casa sta creando confusione e difficoltà a molti cittadini sardi».

Per Maria Francesca Masala (FdI): «La legge Salva Casa è una norma innovativa che avrà un impatto molto positivo sulla riqualificazione urbana, soprattutto nei centri storici, su immobili che rappresentano una parte del nostro patrimonio edilizio storico rilevante anche dal punto di vista culturale ed identitario. Con il recepimento si potranno attrarre investimenti e riqualificare interi quartieri».

Di diverso avviso Gianluca Mandas (M5S): «Nel decreto Salva Casa ci sono alcuni elementi che mettono a rischio la competenza della Sardegna in materia urbanistica e ambientale – ha detto Mandas – va bene dunque recepire la normativa nazionale per semplificare alcune procedure escludendo però quelle norme che mettono a rischio il paesaggio sardo. Sono invece d’accordo sulla necessità di un intervento di riordino della legislazione in materia urbanistica. La Sardegna è oggi preda di un caos normativo».

Per il presidente della Commissione Attività produttive, Antonio Solinas (Pd), “la fretta è cattiva consigliera”. L’esponente della minoranza ha affermato di essere convinto che bisogna rimettere mano non solo alla cosiddetta legge “Salva-casa”, ma anche alla pianificazione urbanistica. Solinas si è detto contrario ad affrontare un tema così importante con urgenza, visto che, nei precedenti cinque anni, la Sardegna non si è dotata di una legge urbanistica né di un piano casa.  

Corrado Meloni (FdI) si è detto d’accordo con i colleghi della minoranza intervenuti precedentemente. Ha parlato di “una normativa ingessata e intricata” che ha creato molti problemi ai cittadini anche nell’accesso ai finanziamenti. Per Meloni è una misura urgente che consentirebbe di dare una risposta rapida e certa ai cittadini e alle associazioni di categoria. Il consigliere ha ribadito che non si tratta “di un condono camuffato”, perché sana solo piccole difformità.

Il vice presidente Giuseppe Frau ha quindi dato la parola alla Giunta. L’assessore regionale dell’Urbanistica, Francesco Spanedda, ha sottolineato che la Giunta è a conoscenza della necessità di affrontare i temi evidenziati nelle mozioni e poi nell’ordine del giorno. Per l’assessore è necessario che la Sardegna si doti di una norma di raccordo con la Legge 380 (Testo unico dell’edilizia). Spanedda ha affermato che la Giunta ritiene opportuno procedere con un progetto di legge che crei un raccordo con la 380, e non con decreti o circolari, e ha assicurato che la Giunta presenterà, quanto prima, un disegno di legge.

Il vice presidente Frau ha reso noto che è stato presentato un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, “sulla necessità di promuovere ogni procedimento finalizzato al recepimento da parte della Regione della legge 24 luglio 2024, n. 105 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica) e conseguente adeguamento della modulistica Suape regionale”.

Frau ha spiegato che con la presentazione dell’ordine del giorno le mozioni 19 e 23 si intendono superate. Messo in votazione l’ordine del giorno è stato approvato. Il testo impegna la Presidente della Giunta regionale “impegna il Presidente della Regione “a promuovere ogni procedimento per il recepimento, da parte della Regione, della legge di conversione n. 105 del 2024 del decreto-legge n. 69 del 2024, armonizzandola con le norme regionali esistenti, tenendo conto della parti di esse che già contengono elementi di semplificazione, con l'eventuale introduzione di ulteriori livelli di semplificazione, al fine di stimolare l'economia regionale e affrontare la crisi abitativa, semplificando i processi edilizi a vantaggio della comunità sarda, nel rispetto delle condizioni di benessere; ad adeguare, conseguentemente, la modulistica Suape regionale, necessaria per la presentazione delle pratiche edilizie secondo la nuova normativa; a elaborare una revisione della normativa regionale in materia, adeguandola alle nuove disposizioni nazionali in maniera chiara, efficace e facilmente applicabile; ad avviare una campagna di informazione rivolta ai cittadini e agli operatori del settore edilizio, finalizzata a illustrare i benefici e le modalità di accesso ai nuovi strumenti normativi introdotti dalla "legge salva casa"”.

Su richiesta della presidente della commissione Cultura, Camilla Soru (Pd), il vice presidente Frau ha convocato la II commissione e ha chiuso la seduta. Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio. Red

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