Damasco, 11 Dic 2024 - Il primo ministro siriano ad interim Mohammed al-Bashir ha promesso ''calma e stabilità'' al popolo siriano. Nel corso della prima intervista rilasciata dopo la nomina, all'emittente al-Jazeera, al-Bashir ha affermato che dopo 13 anni di guerra ''adesso è il momento che il popolo goda di calma e stabilità''.
La comunità internazionale "non ha più nulla da temere dalla Siria dopo il rovesciamento del regime di Bashar al Assad". Lo ha dichiarato a Sky News il leader di Hayat Tahrir al Sham, Abu Mohammed al Jolani, aggiungendo che "i loro timori sono inutili, se Dio viole". "La paura derivava dalla presenza del regime. Il Paese si sta muovendo verso lo sviluppo e la ricostruzione. Sta andando verso la stabilità. La gente è esausta per la guerra. Quindi il Paese non è pronto per un'altra guerra e non ci entrerà".
Il premier siriano ad interim Mohammed al-Bashir ha spiegato di aver incontrato i membri dell'ex governo di Bashar al-Assad per organizzare ''la fase di transizione dei prossimi due mesi'' fino a quando non avremo ''un ordine costituzionale al servizio del popolo siriano''. Lo ha dichiarato lo stesso Bashir in una intervista all'emittente al-Jazeera.
"Abbiamo invitato i membri del vecchio governo e alcuni direttori dell'amministrazione di Idlib e delle aree circostanti per facilitare tutti i lavori necessari per i prossimi due mesi, finché non avremo un sistema costituzionale in grado di servire il popolo siriano", ha detto al-Bashir. "Oggi abbiamo avuto altri incontri per riaprire le istituzioni e poter servire il nostro popolo in Siria", ha aggiunto.
L'esercito israeliano ha condotto attacchi contro 320 "obiettivi strategici" in Siria dalla caduta del regime di Assad nel fine settimana, distruggendo armamenti avanzati che Israele teme possano cadere nelle mani di elementi ostili, tra cui Hezbollah. Lo fanno sapere le stesse Idf.
L'operazione, che ha l'obiettivo di distruggere le armi dell'ex esercito del regime di Assad è stato ribattezzata dall'esercito "Freccia di Bashan", dal nome biblico della regione delle alture del Golan e della Siria meridionale. L'esercito stima di aver distrutto oltre il 70% delle capacità militari strategiche dell'ex regime di Assad, riportano i media israeliani.
Sempre secondo le IDF, i 320 obiettivi sono stati colpiti in tutta la Siria, da Damasco a Tartus. Tra gli obiettivi distrutti negli attacchi figurano sistemi di difesa aerea siriani, depositi di missili, impianti di produzione, droni, elicotteri, aerei da combattimento, carri armati, radar, e navi della marina che sono state distrutte la notte scorsa durante un'operazione su vasta scala condotta dalla marina israeliana.
L'esercito israeliano afferma anche che tra i depositi missilistici distrutti negli attacchi figurano proiettili a lungo raggio, missili Scud, missili da crociera, missili costa-mare e altri. Secondo quanto affermato da funzionari israeliani citati dal Times of Israel, durante le ondate di attacchi le IDF hanno preso di mira anche diversi siti di armi chimiche in Siria.
Le IDF continuano a essere dispiegate nella zona cuscinetto tra Israele e Siria, sulle alture del Golan, sul lato siriano del confine, come parte dell'operazione Bashan Arrow e affermano che il dispiegamento nella zona cuscinetto è una misura difensiva e temporanea nel contesto del caos che ha colpito il Paese dopo la caduta del regime di Assad, ma che, a seconda degli sviluppi, l'esercito potrebbe restare lì per molto tempo.
Le Nazioni Unite hanno contestato qualsiasi violazione dell'integrità territoriale della Siria e in particolare le azioni israeliane in tal senso, compresi i raid sulle capacità militari del regime di Bashar al-Assad spodestato. Lo ha dichiarato il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Stephane Dujarric.
"Siamo contrari a questo tipo di attacchi. Penso che questo sia un punto di svolta per la Siria. Non dovrebbe essere usato dai suoi vicini per invadere il territorio siriano", ha detto ai giornalisti Dujarric.
Video shock provenienti da varie città siriane mostrano esecuzioni sommarie condotte da non meglio precisati uomini armati contro presunti autori di massacri di civili compiuti per conto del deposto regime di Bashar al Assad. I video, verificati come autentici e che l'ANSA ha potuto visionare, sono stati girati oggi a Idlib, nella zona di Hama e in quella di Damasco. Mostrano fucilazioni di uomini in ginocchio, spari alla tempia, raffiche di mitra contro corpi a terra. Un filmato mostra i corpi di tre uomini senza vita trascinati da un'auto per le strade di Idlib mentre la folla inferocita prende a calci i corpi straziati.
In un altro video, girato nella località di Rabia, a ovest di Hama, due uomini, accusati di aver commesso crimini "contro i siriani" sono circondati da uomini armati e in divisa. Urlano addosso ai due l'accusa di essere "maiali alawiti", in riferimento alla comunità alawita, branca dello sciismo a cui appartengono gli Assad e i clan rimasti al potere più di mezzo secolo. Seguono raffiche di spari di arma da fuoco.
Un altro filmato mostra un uomo armato arrendersi e alzare le mani, ma viene buttato a terra con un calcio allo stomaco, circondato e ucciso sul posto. A Homs una sfilata di auto e di persone attende di vedere l'uccisione pubblica di Abu Ibrahim, descritto come "il principale agente di sicurezza" a Bab Amro, quartiere della città che per primo si era rivoltato nel 2011 e che era stato raso al suolo dalla sanguinosa repressione governativa.
"Certamente la caduta di Assad è un evento storico, era una dinastia che durava da 5 decenni. Ha segnato una grande sconfitta per la Russia, che si è dimostrata non in grado di affrontare un altro conflitto, decidendo di concentrarsi sull'Ucraina". Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani alla presentazione del libro di Bruno Vespa 'Hitler e Mussolinii'.
"L'altro grande sconfitto - ha osservato Tajani - è il regime iraniano e i suoi proxy, perché Hezbollah è stata travolta in Libano e non è stata in grado di resistere più di 2 giorni ad Aleppo. E' una sconfitta che si ripercuoterà nello Yemen, sugli Houthi. Certamente il regime iraniano ne esce fortemente ridimensionato".
Gli Usa "riconosceranno e sosterranno pienamente" un futuro governo siriano che risulti da un processo di transizione "inclusivo e trasparente" e che confermi "impegni chiari per rispettare pienamente i diritti delle minoranze, facilitare il flusso di assistenza umanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, impedisca che la Siria venga utilizzata come base per il terrorismo o rappresenti una minaccia per i suoi vicini e garantisca che tutte le scorte di armi chimiche o biologiche siano protette e distrutte in sicurezza, in linea con i principi della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Sono le condizioni poste dal segretario di Stato Antony Blinken per sostenere il nuovo governo di Damasco.
"Come ha detto il presidente domenica, 'sarebbe uno spreco di questa opportunità storica se un tiranno venisse rovesciato solo per vederne sorgere uno nuovo al suo posto'. Quindi ora spetta a tutti i gruppi di opposizione che cercano un ruolo nel governo della Siria dimostrare il loro impegno per i diritti di tutti i siriani, lo stato di diritto e la protezione delle minoranze religiose ed etniche".
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