Kiev, 20 Dic 2024 - Forti esplosioni sono state udite nella capitale ucraina Kiev dopo una allerta per missili balistici. Lo hanno constatato giornalisti sul posto.
Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitchko, ha comunicato che ci sono almeno due feriti, secondo le primissime informazioni disponibili, mentre una nuvola spessa di fumo è visibile sul cielo di Kiev. Le esplosioni sono state precedute da un allerta lanciato su Telegram che recitava: "Missile balistico dal nord!".
L'attacco segue di poche ore il lungo discorso di Vladimir Putin, nel quale il presidente russo ha respinto l'idea di una tregua in Ucraina che, ha detto, favorirebbe gli ucraini.
Le forze russe hanno lanciato nella notte diversi attacchi con droni su Kiev. "L'allarme aereo è stato annunciato due volte nella capitale durante la notte. Tutti i droni russi che minacciavano Kiev sono stati individuati e neutralizzati in avvicinamento alla città e nel territorio della capitale dalle forze e dai mezzi di difesa aerea", hanno riferito le autorità della capitale.
Almeno una persona è morta a Kiev, colpita questa mattina da un attacco missilistico russo, secondo un primissimo bilancio rivelato dal capo dell'amministrazione regionale della capitale ucraino, Serhyi Popko, che dice che sono stati impiegati missili balistici Kinzhal e Iskander. Poco prima, il sindaco della città, Vitaly Klitchko, aveva parlato di “almeno sette feriti, quattro dei quali già ricoverati in ospedale”. L'attacco ha provocato una estesa caduta di detriti e incendiato edifici e automobili.
Le truppe russe hanno lanciato un attacco di artiglieria su larga scala su Kherson, colpendo edifici residenziali. Un uomo è stato ucciso e altre sei persone sono rimaste ferite. È quanto riferisce Ukrinform, riportando le parole di Roman Mrochko, capo dell'amministrazione militare della città di Kherson: "Ci sono stati molti colpi a edifici residenziali".
Zelensky torna da Bruxelles con più dubbi che certezza. I leader Ue sono forse meno compatti del solito sulla via d'uscita dal conflitto ucraino. Il sostegno a Kiev, militare ed economico, la pressione su Mosca anche con ulteriori sanzioni, quello non è venuto meno. Ma l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha destabilizzato il fronte europeo. Alla cena dei leader a casa del Segretario generale della Nato Mark Rutte - con la premier Meloni seduta proprio accanto al presidente ucraino - ieri sera gli animi non erano così allineati se il leader ucraino oggi ha più volte fatto appello all'unità dell'Ue.
Nell'Unione c'è chi spinge per arrivare ad aprire i negoziati, parla di diplomazia e assetto post-bellico con forze di peacekeeping, e chi - Baltici, Belgio, Polonia e altri - ritiene che non sia ancora il momento, che bisogna prima pensare di raggiungere una posizione vera di forza, riportando la linea del fronte più verso Est. Per alcuni Kiev non può resistere a lungo, mentre per altri Mosca sta mostrando segni di debolezza i termini di forniture militari, soldati e nel campo economico. Per l'Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas, "ogni spinta per i negoziati troppo presto sarà in realtà un cattivo affare per l'Ucraina" per questo bisogna dare il massimo ora. Tra i primi si inserisce certamente il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha parlato nuovamente al telefono con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. I due leader "hanno convenuto che la guerra russa contro l'Ucraina è durata fin troppo a lungo e che è importante intraprendere il più presto possibile il cammino verso una pace giusta, equa e sostenibile". Ieri sera, dopo la cena da Rutte, anche la premier Giorgia Meloni aveva ribadito il sostegno all'Ucraina e alla sua legittima difesa, "con l'obiettivo comune di costruire una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite".
Nella sua conferenza fiume di fine anno il presidente russo Vladimir Putin prima si è detto pronto a negoziare, poi ha precisato che questo potrà avvenire solo con la presidenza "legittima" che uscirà dalle prossime elezioni. Un astuto stratagemma screditare Zelensky, il cui mandato è stato prorogato la scorsa primavera alla luce del conflitto. E magari confidare in un presidente più conciliante. "Penso che sia pazzo. In realtà, credo che anche lui creda di essere pazzo. Gli piace uccidere, il che è molto pericoloso per tutti", è stata la risposta di Zelensky in conferenza stampa a margine del Consiglio europeo. Pertanto, anche se raggiungessimo una tregua, lui potrebbe fra giorni, mesi o anni - come è giù successo - riprendere a bombardarci. Ed è anche per questo che non bastano le garanzie di sicurezza bilaterali degli Stati europei (Gran Bretagna compresa), "perché per noi, le vere garanzie, attuali o future, sono la Nato" e questo dipende dalle decisioni prese dagli europei e dagli Usa, è il ragionamento. Il giovane leader non vuole che il paese sia spinto "verso un grande abisso. Vogliamo fermare Putin, questa guerra e faremo del nostro meglio" ma "per fare ciò, è molto importante che la voce dell'Europa sia una voce unita" e che lo sia anche con gli Usa. Spera di poter parlare a lungo con Donald Trump, spiegargli le sofferenze del suo popolo e illustrargli il suo punto di vista. Nel Vecchio Continente nessuno sa bene cosa Trump abbia in mente per mettere nell'angolo Putin, la fuga in avanti di alcuni che già parlano nei dettagli delle forze di pace sul suolo ucraino ha però indispettito altri e lo stesso Rutte, che invoca il raggiungimento di una posizione di forza. Il punto è che spetta a Kiev definire qual è la posizione di forza, cosa intenda per vittoria, e non è solo una questione territoriale.
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