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Lai (PD) – Manovra 2025, per la Sardegna un conto da oltre 600 milioni Nessun intervento per l’isola, tagli al mezzogiorno, solo marchette.

Cagliari, 20 Dic 2024 - La manovra di bilancio 2025 è un piccolo gigante dai piedi d’argilla, o se fosse un pezzo musicale citando Elio e le storie tese sarebbe “un vitello dai piedi di balsa, inventore di una storia falsa” ironizza Silvio Lai deputato Dem dopo le consuete maratone notturne che, come anche questa volta come negli ultimi due anni, non hanno premiato la Sardegna, “al contrario”.
“In generale è una manovra recessiva, che non garantisce in nessun modo la crescita del PIL dello 0,8% nel 2025, che non ha una visione industriale e punta sul fatto che il cuneo fiscale da 18 miliardi faccia crescere i consumi interni non considerando che si tratta di una conferma di quanto visto nel 2024 e quindi già assorbita nella economia del Paese, che rimanda il conto da pagare al 2027, a chi vincerà le prossime elezioni politiche, anche nella eventualità di una loro anticipazione di un anno.”
Ma partiamo dall’inizio, “i piedi d’argilla della manovra sono le coperture: su una manovra di 30 miliardi ormai sappiano che dalla crescita del prossimo anno (0,8%) potranno arrivare 1,6 miliardi in una interpretazione forzata oltre la prudenza ordinaria, poi quasi 4 miliardi vengono dai tagli lineari ai ministeri (nel triennio 7,8), altri 4 arrivano dal definanziamento di norme per investimenti (nel triennio 7,9) 2,5 miliardi dal taglio di decontribuzione sud, 430 milioni da comuni e province, 1,5 sono i tagli alle Regioni a Statuto Speciale, poi ci sono i finanziamenti inadeguati in sanità con le regioni che taglieranno i servizi e le entrate finte che sono solo anticipazioni di  entrate i 4,4 miliardi dalle banche, se Ires avrà questa copertura e 1,2 miliardi da anticipazioni di imposte di bollo delle assicurazioni, che si rivarranno sui cittadini, anticipazioni che nel 2027 dovranno essere restituite alle banche.
Insomma dal lato delle coperture c’è una parte della manovra che si vede subito ed un’altra nascosta, che si vedrà nei suoi effetti durante il prossimo anno. Quali tagli faranno i ministeri per coprire i tagli lineari e i definanziamenti già previsti per il 2025 e nei prossimi anni? Quali servizi taglieranno le regioni nella sanità, le province sulla manutenzione delle strade e i comuni tra sociale e sicurezza? Quali investimenti potranno essere conclusi entro la fine del Pnrr e quali saranno dopo il 2025, quando le risorse del recovery plan saranno finite.” Conclude Silvio Lai. Com

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