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Lavoratori della Portovesme Srl contro lo stop alla produzione.

Portovesme (SU), 2024 – Continua i giorni di grande incertezza per i lavoratori del Sulcis. Questa mattina, gli operai della Portovesme Srl si sono riuniti in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento per protestare contro lo stop anticipato della produzione della linea zinco, annunciato dall’azienda lo scorso 20 dicembre. La decisione, comunicata dalla multinazionale controllata dalla Glencore, mette a rischio il futuro lavorativo di oltre 875 dipendenti diretti e numerosi lavoratori delle ditte appaltatrici.

La mobilitazione è stata organizzata dai sindacati in concomitanza con la visita di importanti rappresentanti istituzionali. Tra i partecipanti figurano il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro Marina Calderone, la sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto, la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, l’assessore all’Industria Emanuele Cani e il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. La Rsu della Portovesme Srl ha chiarito l’obiettivo del presidio: “Siamo qui per manifestare al meglio il livello di attenzione e di tensione che stiamo vivendo e trasferire in maniera altrettanto netta che non siamo disposti a prestarci a passerelle politiche, ma che ci aspettiamo atti concreti”.

Lo stop alla produzione di zinco – considerata una materia strategica – apre scenari preoccupanti per i lavoratori e l’economia locale. Mentre si attende lo studio di fattibilità per il progetto di recupero delle black mass dalle batterie, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) sta esplorando la possibilità di coinvolgere nuovi soggetti industriali interessati a rilevare la produzione. Tuttavia, senza soluzioni concrete, il rischio di cassa integrazione e licenziamenti si fa sempre più vicino.

I sindacati auspicano che la visita istituzionale porti a un cambio di passo nella gestione della crisi. La salvaguardia dei posti di lavoro e il futuro dello stabilimento di Portovesme rappresentano una priorità non solo per il Sulcis ma per l’intero comparto industriale nazionale.

Il presidio dei lavoratori della Portovesme Srl lancia un segnale chiaro: serve un intervento urgente e concreto per salvaguardare un settore strategico e migliaia di famiglie che dipendono da questa attività. La politica e le istituzioni sono chiamate a rispondere con azioni incisive, evitando che questa crisi si trasformi in una ferita irreversibile per l’economia sarda. 

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