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Lai (PD) – Dal 2025 aumenti delle compagnie di navigazione marittima 100 milioni in più solo per la Sardegna Interrogazione al ministro Salvini.

Roma, 29 Dic 2024 - Dal 2024 anche le compagnie di navigazione devono pagare per l’eccesso di produzione di C02 in base ad una direttiva europea, la 2023/959, che ha applicato gli obblighi derivanti dalla direttiva 2003/87/CE alle emissioni prodotte dal trasporto marittimo. “SI tratta di una direttiva di 21 anni fa, ampiamente conosciuta anche perché aggiornata nel 2015 con la 757 che introduceva un monitoraggio e la comunicazione alle autorità preposte delle emissioni di anidride carbonica generate dal trasporto marittimo.” Denuncia il parlamentare PD Silvio Lai. “Eppure mentre nel nord Europa si sono attrezzati a modificare le navi con i sistemi di propulsione tradizionali a gasolio, anche utilizzando risorse europee, oggi le compagnie che non hanno usato questi 21 anni per ammodernarsi pretendono di ribaltare i costi dei ritardi e delle inefficienze sui cittadini e sulle piccole imprese di trasporto merci. È inaccettabile e il ministero competente in Italia, quello dei trasporti di Matteo Salvini sta accettando quanto sta avvenendo senza nessuna iniziativa e senza una reazione adeguata.”.

“Le compagnie di navigazione, che pure sono ormai ridotte a 2 grandi gruppi in Italia, uno dei quali controlla sostanzialmente il terzo, sono in un regimo oligopolistico privo di una reale concorrenza e hanno fatturati miliardari con utili da centinaia di milioni di euro e neanche il loro stato di salute economica può quindi giustificare una iniziativa priva di senso. Sarebbe come dire che ai taxi che vanno a gasolio fosse consentito di applicare una tariffa pilata ai passeggeri per pagarne le emissioni di CO2 maggiore rispetto alle auto elettriche. Peraltro gli armatori pagano per nave con riempimento medio da loro dichiarato ma fanno pagare un sovrapprezzo per ogni passeggero o mezzo trasportato con evidenti rischi di sovraincassi ingiustificati ed effetti negativi sulle tariffe, su cui il Governo deve vigilare.” Prosegue il parlamentare PD della commissione bilancio. “Lo Stato rischia così di autorizzare contemporaneamente l’aumento del costo del trasporto merci e insieme di finanziarlo attraverso le leggi che finanziano queste tratte come alternative al trasporto su gomma nei percorsi lunghi sud - nord come dalla Sicilia a Trieste”.

In questo contesto le isole sono particolarmente penalizzate in termini di costi dalla mancanza di alternativa di trasporto su gomma e su ferro. Il trasporto di un camion da e per la Sardegna subirà aumenti valutabili in 200 euro a tratta nel 2025 e di 300 nel 2026 con un onere doppio se il mezzo viaggia solamente per portare merci necessarie all’isola senza esportarne sulla penisola: da una prima valutazione nel 2025 potrebbe essere di oltre 100 milioni di euro il maggior costo di trasporto delle merci che le compagnie riverseranno sui trasportatori con un ulteriore aumento dei costi delle merci prodotte in Sardegna facendole diventare meno competitive sul mercato nazionale come delle merci importate nel mercato sardo. E se questo è il maggior costo sulle merci quello che avverrà con il traffico passeggeri le cui tariffe sono già insopportabili da almeno 4 anni, è facilmente prevedibile, con una Sardegna sempre più fuori mercato e impossibile da raggiungere anche per gli emigrati sardi.” “Una tassa occulta sull’insularità sulla quale il Governo deve intervenire o bloccando gli armatori, anche attivando le indagini delle authority nazionali preposte o trovando le risorse per coprire questi maggiori costi che la Sardegna non può né deve sopportare.” Conclude Lai. Red

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