Gaza, 3 Gen 2025 – Altro giorno e altro crimine da parte di Netanyahu. Infatti ieri altri 71 morti: è il bilancio dei 34 raid aerei israeliani effettuati in 24 ore sulla Striscia di Gaza, secondo Al Jazeera. Altre fonti locali parlano invece di almeno 68 morti. E, inoltre, È salito a sette il numero di neonati morti di freddo a Gaza negli ultimi giorni. É quanto ha riferito il direttore degli ospedali da campo del ministero della Salute all'emittente Al Jazeera.
Sono stati segnalati attacchi pesanti in tutta l'enclave, inclusa la cosiddetta zona umanitaria di al-Mawasi e il campo profughi di Jabalia nel nord di Gaza, che è stato bombardato ripetutamente negli ultimi giorni. "Gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira civili e infrastrutture in crimini orribili che si sono aggiunti al triste primato dell'occupazione", denuncia Hamas. I bombardamenti di ieri, secondo Israele, avevano come bersagli il capo della polizia di Hamas e il suo vice.
Due raid aerei israeliani sono stati condotti nel sud del Libano, nella zona di Iqlim al-Touffah, nel distretto di Nabatieh. Lo riporta l'Orient Le Jour spiegando che il primo raid aereo ha colpito il villaggio di Jbaa. Il secondo si è verificato nell'area di Al-Bureij, sempre nel distretto di Nabatieh.
Al Jazeera ha condannato la decisione dell'Autorità Nazionale Palestinese di sospendere le trasmissioni dell'emittente in Cisgiordania, sottolineando che la misura è ''in linea" con azioni simili intraprese da Israele. In un comunicato, l'emittente con sede in Qatar ha accusato l'Anp di cercare di ''nascondere la verità sugli eventi nei territori occupati, in particolare su ciò che sta accadendo a Jenin e nei suoi campi''.
L'Autorità palestinese, che collabora con Israele in materia di sicurezza, ha iniziato il mese scorso un attacco su larga scala ai gruppi terroristici palestinesi nel campo profughi urbano di Jenin. L'emittente si è detta ''scioccata da questa decisione, che arriva in un momento in cui la guerra contro la Striscia di Gaza è ancora in corso e le forze di occupazione israeliane prendono sistematicamente di mira e uccidono i giornalisti palestinesi''. Ha aggiunto di ritenere l'Autorità palestinese ''pienamente responsabile della sicurezza e dell'incolumità'' di tutti i suoi dipendenti.
“Siamo profondamente preoccupati per la sospensione da parte dell’Autorità nazionale palestinese delle operazioni e dei reporter di Al Jazeera in Cisgiordania, in un contesto di preoccupante tendenza a reprimere la libertà di opinione ed espressione”. Lo scrive in un post su X l'ufficio per i diritti umani dell'Onu, invitando l’Autorità palestinese a “invertire la rotta e a rispettare i propri obblighi di diritto internazionale”.
La decisione dell'Anp di sospendere Al Jazeera in Cisgiordania era stata preceduta da un’analoga decisione da parte del governo israeliano che lo scorso maggio aveva approvato una legge per oscurare il canale tv e le sue piattaforme online, ordinare la chiusura degli uffici israeliani dell’emittente del Qatar e la confisca di tutte le attrezzature. Ogni 45 giorni la misura è votata di nuovo e finora ha sempre ottenuto la maggioranza. Al Jazeera continua a lavorare nella Striscia di Gaza.
La Lebanese National News Agency (Nna), citata da Al Jazeera, riferisce che i soldati israeliani hanno incendiato diverse case nella città libanese di Aitaroun a Bint Jbeil, "in una continua violazione" della tregua entrata in vigore alla fine di novembre. La Nna ha affermato che le forze israeliane hanno anche bombardato case ad Aita al-Shaab mentre le truppe di terra hanno lanciato una "operazione di rastrellamento nella città".
L'accordo di tregua stabilisce il ritiro di Israele dal Libano meridionale entro 60 giorni e lo spostamento di Hezbollah a nord del fiume Litani. Ma Israele ora afferma che le vaste armi di Hezbollah nel sud e i loro sforzi di ricostruzione potrebbero portarli a "riconsiderare" la tempistica del ritiro.
Almeno 24 combattenti, per lo più appartenenti a fazioni armate sostenute dalla Turchia, sono stati uccisi negli scontri con le Forze Democratiche Siriane (Sdf) a maggioranza curda nel nord della Siria. Lo afferma l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh).
23 membri di gruppi filo-turchi e un membro del Consiglio militare di Manbij, legato alle Fds, sono stati uccisi, ha detto l'Osdh, citando un bilancio "non definitivo" dei combattimenti innescati da un attacco delle fazioni filo-turche a due villaggi a sud di Manbij. La città, tenuta per anni dalle forze curde, è recentemente caduta nelle mani di gruppi armati filo-turchi. Parte di questa regione, prevalentemente araba, è sotto il controllo del Consiglio militare di Manbij, che riunisce i combattenti locali che operano sotto l'egida dell'Sdf sostenuto dagli Stati Uniti. Secondo l'Osservatorio, "gli scontri continuano a sud e a est di Manbij, mentre le forze turche bombardano la zona con droni e artiglieria pesante". Da parte loro, le Fds hanno annunciato di aver respinto gli attacchi delle fazioni filo-turche nei settori meridionale e orientale della città di Manbij.
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