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Aggressione dell’esercito del criminale di guerra russo Putin all’Ucraina: Zelensky parteciperà al vertice di Ramstein oggi in Germania.

Kiev, 9 Gen 2025 - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che il 9 gennaio parteciperà all'incontro nel formato Ramstein in Germania. "Sono previsti anche colloqui con partner a livello di ministri della Difesa e comandanti militari. Il ministro della Difesa Umerov è già in Germania e ha iniziato i suoi primi incontri", ha detto il leader ucraino in un messaggio video. La chiave per l'Ucraina, ha aggiunto, "è continuare a rafforzare la propria difesa aerea, per consentire almeno di allontanare gli aerei militari russi dalle città e dai confini ucraini".

La riunione sarà anche l'ultima cui parteciperà il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin che ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti verso l'Ucraina. "Non ci siamo limitati a chiedere ai Paesi di fornire assistenza, ma abbiamo fatto da apripista in termini di quantità", ha detto, e di "velocità". Convitato di pietra della riunione sarà però Donald Trump, con tutte le incertezze sulle scelte della prossima amministrazione Usa. "E' estremamente importante che l'intera coalizione continui a fornire aiuti militari. Gli Stati Uniti hanno guidato questo sforzo e speriamo che continuino a farlo, perché la guerra non è finita", ha detto Austin.  

Washington ha fornito più di 65 miliardi di dollari in assistenza militare all'Ucraina da quando la Russia ha iniziato l'invasione, il 24 febbraio 2022. E probabile che nuovi aiuti siano annunciati proprio oggi.

Volodymyr Zelensky si presenterà alle elezioni presidenziali a condizione che l'ex Capo di stato maggiore Valerii Zaluzhnyi non presenti una propria candidatura: è quanto riporta la stampa ucraina. Secondo il quotidiano ucraino Telegraph Zelenky avrebbe il 52% dei consensi e in cambio del suo sostegno Zaluzhnyi potrebbe essere collocato al primo posto nella lista delle candidature al Parlamento del partito presidenziale.

Il mandato di Zelensky è di fatto scaduto il 20 maggio scorso, ma data la mobilitazione generale e la legge marziale in vigore le elezioni presidenziali sono rimandate a data da destinarsi.

Più di 12.300 civili sono stati uccisi nella guerra in Ucraina da quando la Russia l'ha invasa quasi tre anni fa, ha detto mercoledì un funzionario delle Nazioni Unite, notando un aumento delle vittime negli ultimi mesi tra l'uso di droni, missili a lunga gittata e bombe radenti. “Le forze armate russe hanno intensificato le loro operazioni per conquistare ulteriore territorio nell'Ucraina orientale, con un grave impatto sui civili nelle aree in prima linea, in particolare nelle regioni di Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia”, ha dichiarato Nada Al-Nashif, vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, riferendosi agli sviluppi dal settembre 2024.“Siamo profondamente preoccupati per l'impatto sui civili dell'aumento dell'uso dei droni e dell'uso di nuove armi”, ha aggiunto, riferendosi in parte all'uso da parte della Russia di bombe guidate altamente distruttive o di bombe plananti nelle aree residenziali.

Nato, l'Unione europea non segue Trump sulle spese militari al 5%: "Non è un nostro obiettivo". Lo ha detto una portavoce della Commissione. In Germania Cdu, Verdi e Liberali favorevoli a salire sopra il 3%, un target "realistico" anche per il premier della Repubblica Ceca.

"Domani si terrà una riunione a Ramstein", ha detto ieri il vice primo ministro polacco Władysław Kosiniak-Kamysz in una conferenza stampa, citato dalla testata conservatrice 300polityka, “questo potrebbe essere l'ultimo incontro di questo tipo, perché la nuova amministrazione Usa probabilmente proporrà una forma diversa di queste attività. Ho invitato i ministri della Difesa di Germania, Francia, Regno Unito e Italia per lunedì della prossima settimana e con la partecipazione telematica del il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, quindi lunedì un incontro molto importante dei cinque grandi, parleremo anche di questi cambiamenti, che stanno avvenendo oltreoceano, ovvero il giuramento del presidente Trump”. Al Gruppo di Contatto per l'Ucraina, che si è riunito regolarmente nei quasi tre anni trascorsi dall'inizio dell'invasione russa su larga scala, partecipano attualmente i 32 membri Nato e altri 23 paesi.

Ieri 34 esponenti di rilievo del mondo della cultura e della società civile hanno presentato una petizione in Parlamento chiedendo a deputati e senatori di non convertire in legge il decreto che autorizza l'invio di armi italiane all'Ucraina fino al 31 dicembre 2025. 

Tra i primi firmatari della petizione figurano l'arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore della rivista Mosaico di Pace. Peacelink evidenzia che "la petizione sottolinea come un ulteriore invio di armi contribuirebbe all'escalation bellica in Ucraina, alimentando un conflitto senza prospettive di soluzione negoziale e avvicinando l'Italia a un coinvolgimento diretto nel conflitto". Inoltre, si legge nella nota, "il documento denuncia le gravi conseguenze economiche e sociali di una crescente militarizzazione delle economie europee, con drastici tagli al welfare per finanziare spese di guerra". I firmatari invocano il pieno rispetto della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. La petizione andrà ora al vaglio del Parlamento, che sarà chiamato a decidere se convertire in legge il decreto. Peacelink riferisce che i cittadini che vorranno sostenere la petizione potranno farlo anche online cliccando su www.peacelink.it/noarmiucraina 

I promotori della petizione al Parlamento Italiano sono tra gli altri Giovanni Ricchiuti, arcivescovo e presidente Pax Christi, Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore del mensile di Pax Christi Mosaico di Pace, Elena Basile, già ambasciatrice in Svezia e Belgio, attualmente a riposo, Piero Bevilacqua, già ordinario storia contemporanea Università di Roma La Sapienza, Ginevra Bompiani, scrittrice, Marina Boscaino, portavoce comitati contro ogni autonomia differenziata, Maurizio Brotini, sindacalista Cgil, Luciano Canfora, professore emerito dell'Università di Bari, filologo classico, storico e saggista, Don Angelo Cassano, presidente di Libera (Puglia), sacerdote Andrea Catone, storico e saggista, direttore della rivista "MarxVentuno", Angelo D'Orsi, già professore di storia delle dottrine politiche dell'Università di Torino, Roberta De Monticelli, già Professore Ordinario di Filosofia moderna e contemporanea all'Università di Ginevra già Professore Ordinario di Filosofia della persona all'Università San Raffaele di Milano, attualmente Senior Collaborator dell'Università San Raffaele, in quanto direttrice del Centro di Ricerca Persona e della rivista "Phenomenology and Mind", Alessandro Di Battista, giornalista, scrittore, già parlamentare, Monica Di Sisto, giornalista di Askanews, esperta in commercio internazionale e economia solidale, Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica all'università di Pavia, membro del blog Effimera.org e del Bin-Italia (Basic income network), Domenico Gallo, Presidente di sezione onorario Corte di Cassazione, Alfonso Gianni già parlamentare e membro del governo Prodi secondo, attualmente direttore della rivista trimestrale Alternative per il Socialismo, Claudio Grassi, già senatore della Repubblica, portavoce di "Il coraggio della pace: disarma", Raniero La Valle, giornalista e saggista, già direttore del quotidiano cattolico l'Avvenire d'Italia, già parlamentare, Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell'Università, docente di Storia e Filosofia, Fabio Marcelli, copresidente del Cred (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia), Laura Marchetti, docente di Antropologia e Pedagogia Interculturale all'Università di Reggio Calabria, già sottosegretario di Stato, Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, mediattivista, già docente di Lettere, Lea Melandri, scrittrice, saggista, giornalista, presidente della Libera Università delle Donne di Milano, Vito Micunco, referente Comitato per la pace Bari, Luisa Morgantini, sindacalista e attivista per la pace, già vice Presidente Parlamento Europeo, presidente AssoPacepalestina, Moni Ovadia, uomo di teatro, Sabrina Pignedoli, giornalista, saggista, ex europarlamentare, Carlo Rovelli, scienziato, fisico, saggista e divulgatore scientifico italiano, specializzato in fisica teorica, attualmente docente in Francia all'Università di Aix-Marseille, Linda Santilli, attivista politica femminista, insegnante, Enzo Scandurra, già ordinario di Urbanistica nell'università Sapienza di Roma, Vauro Senesi detto Vauro, disegnatore, Francesco Sylos Labini, saggista, dirigente di ricerca del Centro Ricerche Enrico Fermi, Massimo Wertmuller, attore.

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