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L’instabile Trump da il via alla guerra dei dazi contro il mondo. Ora si parte da Canada e Messico e poi contro l’odiata Europa. Si attendono i dolorosi effetti boomerang.

Washington, 1 Feb 2025 – Ieri in America è cominciata La prima guerra commerciale della seconda presidenza di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, che ha minacciato Cina, Canada, Messico e altri Paesi di introdurre nuovi dazi, dovrebbe annunciarli formalmente nelle prossime ore. Intanto c'è la dichiarazione della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che ha smentito un'indiscrezione Reuters ("dazi dal 1° marzo") e ha confermato che partiranno oggi 1° febbraio. 

I beni provenienti dalla Cina, ha detto Leavitt, saranno sottoposti a dazi del 10 per cento, mentre quelli dal Messico e del Canada al 25. Dazi del 25% potrebbero far salire il prezzo di qualsiasi cosa e inviterebbero ad analoghe ritorsioni.

Il Canada risponderà immediatamente con una serie di contromisure forti se Donald Trump procederà con la minaccia di imporre dazi, ha detto il primo ministro canadese Justin Trudeau durante un incontro sulle relazioni tra Canada e Stati Uniti. Giovedì Trump ha ribadito la sua minaccia di imporre tariffe sulle importazioni da Canada e Messico che inizieranno al 25% e "potranno o meno aumentare nel tempo". Trudeau ha attaccato: "Saremo pronti a rispondere, una risposta mirata, energica ma ragionevole e immediata". “Non è quello che vogliamo, ma se si muoverà, agiremo anche noi. Non cederemo finché le tariffe non saranno rimosse e, naturalmente, tutto è sul tavolo".

Ma Trudeau è stato realistico: "Non voglio indorare la pillola" - ha aggiunto - avvertendo che i canadesi potrebbero affrontare momenti difficili nei prossimi giorni. In effetti il 75% di tutte le sue esportazioni di beni e servizi canadesi vanno negli Stati Uniti e l'economia sarebbe gravemente colpita dai dazi promessi da Trump.

Per parte sua Doug Ford, il premier dell'Ontario, ha già promesso di contrattaccare ritirando gli alcolici americani dagli scaffali dei negozi della provincia canadese. Una minaccia non da poco, visto che il Canada è il secondo mercato mondiale per gli alcolici americani (dopo l'Unione Europea).

Anche Chrystia Freeland, l'ex ministro delle Finanze e probabile successore di Trudeau ha chiesto ritorsioni: "Essere intelligenti significa reagire dove fa male - ha detto Freeland - Il nostro contrattacco deve essere dollaro per dollaro e deve essere mirato in modo preciso e doloroso: i coltivatori di arance della Florida, i produttori di latte del Wisconsin, i fabbricanti di lavastoviglie del Michigan e molto altro ancora".

La presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha dichiarato che il Messico ha mantenuto un dialogo con il team di Trump fin da prima del suo ritorno alla Casa Bianca. Trump ha chiarito di avere due interessi principali: l'immigrazione e il fentanyl, ha detto Sheinbaum. Il suo team si sta coordinando con il governo statunitense su entrambe le questioni, ha detto. Ma “se gli Stati Uniti impongono tariffe, il Messico è pronto e lo è da mesi”, ha detto Sheinbaum.

I dazi di Trump minacciano di far saltare l'accordo commerciale che lui stesso ha negoziato con i vicini durante il suo primo mandato: l'accordo tra Stati Uniti, Messico e Canada noto come l'USMCA. "L'accordo commerciale più equo, equilibrato e vantaggioso che abbiamo mai firmato", aveva dichiarato lo stesso Trump.

Cinque anni fa Trump aveva esercitato forti pressioni su Messico e Canada affinché accettassero l'USMCA per ridurre il grande deficit commerciale degli Stati Uniti. Non è andata così: il deficit degli Stati Uniti con il Messico è aumentato da 106 miliardi di dollari nel 2019 a 161 miliardi di dollari nel 2023. Ciò è dovuto in parte al fatto che il Messico ha sostituito la Cina, impegnata in una guerra commerciale con gli Stati Uniti, come fonte di molte importazioni statunitensi. Anche il divario commerciale con il Canada è aumentato: da 31 miliardi di dollari nel 2019 a 72 miliardi di dollari nel 2023. Il deficit riflette in gran parte le importazioni americane di energia canadese: quasi il 60 per cento del petrolio che gli Stati Uniti importano viene dal Canada.

Gli Stati Uniti fanno oggi molti più affari con il Canada e il Messico di quanti ne facciano con la Cina, nel 2023 hanno ha superato i 1.800 miliardi di dollari, rispetto ai 643 miliardi di dollari con la Cina. 

Alla vigilia dell'entrata in vigore dei dazi per Canada, Messico e Cina il presidente Usa ha risposto alle domande dei giornalisti. Ad una sull'Europa ha detto: “Volete la risposta vera o quella politica? Certo che imporrò dazi all'Europa, l'Europa ci ha trattati malissimo”.

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