Press "Enter" to skip to content

Zelensky: “Pronto a negoziare” ma con garanzie Usa e Ue. Mosca: “La Russia vuole la pace in Ucraina”.

Kiev, 10 Feb 2025 - “Se avessi la certezza che America ed Europa non ci abbandoneranno, che ci sosterranno e forniranno garanzie di sicurezza, sarei pronto a negoziare in qualsiasi formato” di dialogo. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista all'emittente britannica ITV, ripresa dal Guardian. “Il congelamento del conflitto porterà a nuova aggressione, ancora e ancora. Chi allora vincerà premi e passerà alla storia come il vincitore? Nessuno. Sarebbe una sconfitta totale per tutti sia per noi, il che è importante, sia per Trump”, ha detto Zelensky.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, con una giusta osservazione, chiede che l'Europa diventi ancora più indipendente dalla Russia dal punto di vista energetico, dopo la disconnessione degli Stati baltici dalla rete elettrica russa, e ha suggerito il Medio Oriente e il Nord Africa come possibili fornitori alternativi. “Mosca non potrà più usare l'energia come un'arma contro gli Stati baltici”, ha detto nel suo discorso serale. “Questo è il percorso che tutti noi in Europa dobbiamo seguire - tutti noi sul continente”, ha continuato Zelensky, riferendosi soprattutto ai Paesi dell'Europa centrale che hanno ancora trattati con la Russia. “Dobbiamo lavorare di più con l'America - gas Lng, petrolio, dobbiamo lavorare di più con i nostri partner nei Paesi vicini dell'Unione Europea, in questa regione, per importare l'energia necessaria”. Zelensky ha suggerito i Paesi del Caucaso, del Medio Oriente e del Nord Africa come alternativa alla Russia come fornitore di energia. “Meno gli europei dipendono dalla Russia, prima potremo garantire una sicurezza affidabile per tutti in Europa”.

“Per ora non c'è alcun piano concreto di pace, solo una proposta americana per preparare una road map” ha affermato il consigliere speciale della presidenza ucraina Mikhailo Podolyak in un colloquio pubblicato oggi da Repubblica, dopo il presidente Usa Donald Trump ha rivelato di suoi contatti con il leader russo Vladimir Putin per procedere verso una pace. “Non accetteremo ultimatum dalla Russia: se le condizioni saranno le solite, l'Ucraina continuerà a combattere come fa da tre anni” ha affermato Podolyak, che non vede sul tavolo un piano Trump. “A oggi non esiste un piano definitivo su come questa guerra dovrebbe finire. Ci sono solo proposte da parte americana per elaborare una road map”. Secondo il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Russia “non è pronta per un vero negoziato, in cui dovrebbe considerare le posizioni dell'Ucraina e dell'Europa. Non è pronta a un tavolo basato sul diritto internazionale. La sua formula si fonda sugli ultimatum, e questo è inaccettabile”.

La Russia “vuole la pace in Ucraina, non una tregua”. Lo ha dichiarato l'ambasciatore russo presso le Nazioni unite, Vassily Nebenzia in un'intervista all'agenzia statale russa Ria Novosti. “Siamo a favore della pace, non di una tregua, e la pace è possibile solo se vengono soddisfatte le nostre condizioni ben note e ripetutamente espresse”, ha affermato Nebenzia, all'indomani della notizia di un colloquio tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader Usa Donald Trump. 

Nebenzia ha detto che la Russia è pronta a studiare la posizione degli Stati Uniti sull'Ucraina non appena sarà adeguatamente espressa, ma finora ha sentito “solo slogan”. Per questo, sta monitorando “attentamente la retorica del presidente statunitense Donald Trump e del suo team. Siamo aperti al dialogo su una base di rispetto reciproco e parità. Per quanto riguarda segnali specifici su come riprendere i contatti, inclusa la situazione intorno all'Ucraina, non sono ancora stati ricevuti. Quando la nuova amministrazione formulerà e presenterà una posizione chiara sulla risoluzione dell'ucraina, allora la studieremo”.

Per Mosca, ha detto ancora: “È importante che stiamo parlando esclusivamente di accordi affidabili e giuridicamente vincolanti. Devono eliminare le cause profonde del conflitto, ovvero il rifiuto della Nato di mantenere l'impegno a non espandersi verso est e la violazione dei diritti dei cittadini di lingua russa che vivono in Ucraina, oltre a registrare le nuove realtà sul terreno”.

Nebenzia ha assicurato che le Nazioni Unite hanno “un certo potenziale negoziale” per mediare sulla questione Ucraina, ma “è troppo presto per parlarne”. In ogni caso, deve essere chiaro che “nessun peacekeeper potrebbe agire senza un mandato del Consiglio di sicurezza Onu”. Al momento, ha detto dal canto suo il viceministro degli Esteri, Mikhail Galuzin, non ci sono offerte concrete di avvio di negoziati, e le dichiarazioni di Trump “devono essere prese come un riscaldamento mediatico per creare l'atmosfera necessaria e per prendere le posizioni più vantaggiose”.

All'inizio dell'anno, l'Ucraina ha interrotto il transito di gas naturale dalla Russia all'Europa. Insieme all'Ue, è necessario esercitare pressioni sui tentativi della Russia di utilizzare le sue petroliere e la sua flotta “contro di noi, contro tutta l'Europa”. L'Ucraina ha esteso le sanzioni anche ai capitani delle navi della flotta ombra russa. “Questo dovrebbe essere sostenuto a livello europeo - l'Unione Europea dovrebbe unirsi a queste sanzioni nel settore energetico” ha detto Zelensky.

“Continuare a supportare l'esercito ucraino è l'unico modo per garantire la pace giusta con la Russia. E la Nato non si tira indietro”. Lo afferma, in un'intervista al ‘Corriere della Sera’, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato. “Le forze armate di Mosca riportano limitati successi sul terreno con perdite gravissime. Parliamo di 7-800 soldati russi morti o feriti al giorno, oltre 800.000 dall'inizio della guerra. Ma ho visto una determinazione invariata nei vertici ucraini, convinti come nei primi giorni a difendere il loro territorio e non cedere alla violenza russa - continua - Insieme, è palese il fallimento strategico di Putin: siamo a tre anni di guerra e lui mirava a vincere in tre giorni”.

Quanto alle parole di Trump sul colloquio con Putin, Cavo Dragone osserva: “Non so nello specifico. Sono nella stessa condizione del portavoce del Cremlino, Peskov, che ammette di non sapere, anche se i colloqui magari sono avvenuti. Posso soltanto dire che ogni dialogo è benvenuto. Dal punto di vista della Nato, la posizione non cambia: miriamo alla sicurezza transatlantica, indipendentemente da eventuali sviluppi politici o diplomatici tra Putin e Trump. Siamo alla vigila di tre appuntamenti dove i semi di questi scambi potrebbero germogliare: la riunione del Gruppo di Contatto per la difesa dell'Ucraina a Ramstein, poi la ministeriale Difesa, dove verrà anche Umarov con il nuovo collega americano, e infine la Conferenza sulla Sicurezza a Monaco il 15-16 febbraio, dove potranno esserci importanti rivelazioni per illuminare la nebbia in cui oggi ci muoviamo a fatica”. E la pace? “La Nato crede in tre punti: dare forza all'Ucraina perché non negozi da debole, garanzie di difesa al suo esercito e rispetto del diritto internazionale”, osserva.

“A Kiev si percepisce chiaramente che la Russia prosegue senza sosta l'aggressione militare. Non si palesano segnali concreti che Putin intenda davvero negoziare una pace giusta e duratura - conclude - E la Nato ripete che la pace non può essere un semplice congelamento del conflitto, che oltretutto dia il tempo alla Russia di riorganizzarsi e riprendere l'invasione più violenta di prima. Il segretario generale della Nato ribadisce che l'unica soluzione resta di continuare a rafforzare l'Ucraina in modo che questa, quando deciderà di negoziare, lo farà da un punto di forza. Zelensky mi ha detto che la macchina militare russa non ha flessioni, non mostra disponibilità al dialogo”.

Bisognerà arrivare, nel teatro ucraino, ha una “pace giusta, che non sia la mortificazione di Kiev”. L'ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista pubblicata dal Messaggero, dopo la notizia diffusa dal presidente Usa Donald Trump di un colloquio con il leader russo Vladimir Putin. “(...) vogliamo arrivare a una pace che non sia la mortificazione di Kiev” ha detto Tajani. “Usa e Ue - ha aggiunto - sono due facce della stessa medaglia. E dobbiamo lavorare insieme. Ma l'America sta in America, mentre noi europei stiamo qui, a stretto contatto con gli ucraini e con i russi. Ecco perché è giusto raccogliere la sfida americana ad essere più protagonisti, anche aumentando le spese per la difesa come loro ci chiedono”. L'Ucraina ha bisogno più che mai del nostro sostegno". Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in conferenza stampa a Vilnius in occasione della sincronizzazione delle reti elettriche degli Stati Baltici alla rete europea. "Finora - ha detto - l'Europa ha fornito 135 miliardi di euro. Il nostro supporto finanziario, coordinato con i nostri partner del G7, copre la maggior parte del gap di finanziamento di quest'anno. Questo permette all'Ucraina di concentrarsi su ciò che è davvero importante e questo significa difendere il loro paese. Ma una delle loro sfide più immediate riguarda anche l'energia.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »

Comments are closed.