Gaza, 13 Feb 2025 - Israele avrebbe inviato un messaggio a Hamas tramite i mediatori Egitto e Qatar, affermando che l'accordo di rilascio degli ostaggi e cessate il fuoco continuerà se il gruppo terroristico rilascerà altri tre ostaggi sabato, riferisce Axios, citando un alto funzionario israeliano.
Ore prima, secondo fonti di Hamas, "I mediatori (Egitto e Qatar) hanno offerto garanzie che Israele rispetterà l'accordo di cessate il fuoco e inizierà veri negoziati per la seconda fase". Secondo le fonti, nel caso in cui Israele "rispetterà i termini dell'accordo, il processo di consegna degli ostaggi avverrà nei tempi previsti e senza problemi".
Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, in una intervista ad Al Jazeera ha affermato che Hamas è impegnata ad attuare il programma di rilascio degli ostaggi secondo gli accordi di tregua, ma che "Non saranno rilasciati tutti" sabato come da alcune richieste israeliane.
Secondo gli accordi, tre ostaggi dovrebbero essere rilasciati sabato prossimo, 15 febbraio.
Dopo 47 giorni di detenzione, il direttore dell'ospedale Kamal Adwan, Hossam Abu Safiya, ha potuto incontrare per la prima volta un legale a cui ha denunciato "le varie forme di tortura e abuso" di cui è stato vittima da parte delle forze israeliane. Lo riporta una Ong della Striscia di Gaza, Al Mezan.
"L'avvocato di Al Mezan ha fatto visita al dottor Abu Safiya nella prigione di Ofer, situata nella Cisgiordania occupata", ha riferito l'Ong, ricordando che il direttore dell'ospedale è stato arrestato dalle forze israeliane il 27 dicembre nell'ospedale di Beit Lahiya, insieme ad altri medici, a personale sanitario, pazienti e altri civili. Dopo l'arresto è stato portato "al campo di detenzione militare di Sde Teiman" dove è stato "sottoposto a varie forme di tortura e trattamenti inumani e degradanti". Il 9 gennaio scorso è stato trasferito nella prigione di Ofer, dove "è stato tenuto in isolamento per 25 giorni" e ha subito "interrogatori quasi continui per 10 giorni", nel corso dei quali "ha respinto con forza le accuse" che gli sono state mosse, "sottolineando di essere un medico il cui unico dovere è quello di fornire assistenza medica ai pazienti e ai feriti".
Secondo l'ong, Abu Safiya ha perso "12 kg in meno di due mesi" e "nonostante abbia più volte chiesto cure mediche alle autorità israeliane, gli è stato sistematicamente negato l'accesso a una visita specialistica ed è stato privato delle cure essenziali". "Invitiamo la comunità internazionale, in particolare gli alleati di Israele, ad agire immediatamente per chiedere il rilascio immediato e incondizionato del dottor Abu Safiya, così come di tutti i palestinesi che sono stati arrestati illegalmente e arbitrariamente detenuti dalle autorità israeliane, tra cui centinaia di operatori sanitari", è l'appello lanciato dalla ong.
Oltre 30 esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta per "condannare le minacce scioccanti" del presidente americano Donald Trump di "prendere il controllo" e "possedere" la Striscia di Gaza, sfollando la popolazione palestinese, ammonendo che, se messo in atto, verrebbero "infrante le regole fondamentali dell'ordine internazionale" e il mondo tornerebbe "ai giorni bui della conquista coloniale".
"Tali palesi violazioni da parte di una grande potenza romperebbero il tabù mondiale sull'aggressione militare e incoraggerebbero altri Paesi predatori a conquistare territori stranieri, con conseguenze devastanti per la pace e i diritti umani a livello globale", hanno ammonito gli esperti. "L'attuazione della proposta degli Stati Uniti infrangerebbe le regole fondamentali dell'ordine internazionale e della Carta delle Nazioni Unite in atto dal 1945, che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare per ripristinare la pace dopo la catastrofica Seconda guerra mondiale e l'Olocausto - hanno aggiunto - riporterebbe il mondo ai giorni bui della conquista coloniale".
L'Egitto presenterà un piano per ricostruire la Striscia di Gaza senza deportarne i palestinesi che vi vivono. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri del Cairo spiegando che intende "presentare una visione completa per la ricostruzione" della Striscia di Gaza che garantisca che i palestinesi rimangano sulla loro terra. L'Egitto ''spera di cooperare'' con l'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ''per raggiungere una pace globale e giusta nella regione''.
Se il presidente degli Stati Uniti è sinceramente preoccupato del bene dei palestinesi, gli Stati Uniti dovrebbero mediare un cessate il fuoco duraturo, riprendere i finanziamenti all'Unrwa, risarcire i palestinesi per i danni derivanti dalle armi e munizioni statunitensi fornite a Israele nonostante il grave rischio di violazioni del diritto umanitario e porre fine ai trasferimenti di armi", secondo gli esperti Onu, per cui gli Stati Uniti "dovrebbero anche fare pressione su Israele affinché finanzi la ricostruzione e fornisca risarcimento per le violazioni, garantire che i responsabili di crimini internazionali ne rispondano e sostenere in modo significativo lo stato palestinese".
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