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Ad Acerra una bambina di 9 mesi sbranata dal pitbull (pericolosa razza che ormai dovrebbe essere proibito avere in casa) di famiglia: le due versioni del padre. Ma qualcosa non torna: il padre, un 25enne, si trovava nello stesso letto della piccola, addormentato. 

Acerra, 17 Feb 2025 - Sono diversi i punti da chiarire in merito alla morte della piccola Giulia, nove mesi appena, sbranata dal pit bull di famiglia mentre si trovava in casa col padre ad Acerra e la madre era al lavoro, di turno in una pizzeria.

Il 25enne in un primo momento ha riferito alla Polizia di essere stato aggredito assieme alla figlia da un cane randagio, versione poi cambiata davanti ai poliziotti del commissariato locale e in cui l'uomo ha riferito di aver trovato la piccola nel letto in una pozza di sangue dopo essere stata sbranata dal loro cane. 

Portata al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori, le ferite dei morsi erano così gravi che i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. 

Mentre l'appartamento, al primo piano di uno dei palazzi del rione Ice Snei, è stato subito posto sotto sequestro in attesa dei rilievi necessari e aperto un fascicolo di indagine, gli inquirenti devono fare i conti con la testimonianza di un padre che apre la strada a molte domande: nel ritrattare la prima versione, quella dell'aggressione da parte di un cane randagio, l'uomo ha infatti poi raccontato di essersi accorto dell'assalto brutale contro la piccola quando ormai era troppo tardi.

Ma la piccola Giulia non si trovava nella sua culla, al chiuso in una stanza. Stando alle parole del padre, si trovava a letto con lui, addormentato: solo dopo il suo risveglio il 25enne si sarebbe accorto della tragedia avvenuta accanto a lui mentre dormiva.  

Inutile la corsa in ospedale, dove sono arrivati poco prima di mezzanotte e mezza, e distante pochi minuti in auto ma per Giulia era ormai non c'era già più nulla da fare.

Nel quartiere dove vive la famiglia si parla di tragedia annunciata. "Quel cane la scorsa estate era scappato ed aveva aggredito un cagnolino portato a spasso da una dog sitter - hanno spiegato i residenti- avevamo detto che doveva essere chiuso perché pericoloso. Ma i due giovani genitori non hanno capito la pericolosità dell'animale. Sono brave persone, due ragazzi che lavorano duramente. Lei in pizzeria, lui fa il barista. Ma quel cane non poteva stare libero in casa con una bambina piccola".   

Giulia avrebbe compiuto un anno il prossimo aprile. Una bimba solare, dicono i vicini, che non aveva paura del cane a differenza dei residenti del quartiere. I genitori, sotto choc, sono ora insieme ai familiari. "Brave persone - hanno sottolineano alcuni conoscenti - lei, molto devota, si può dire che è cresciuta in chiesa. Ed ha conosciuto il marito proprio frequentando la chiesa. Ma hanno sottovalutato il cane". 

Ma Giulia non è l'unica vittima di aggressioni da parte di cani della razza ritenuta pericolosa. Lo scorso anno, a Campolongo (Salerno), un altro bambino, di soli 13 mesi, perse la vita sbranato nel cortile dai due pitbull appartenenti alla vicina di casa di una zia.

A Palazzolo Vercellese (Vercelli), sempre lo scorso anno, un bambino di cinque mesi è stato aggredito ed ucciso dal pitbull di famiglia, mentre si trovava in braccio alla nonna.

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