Cagliari, 14 Mar 2025 – Il G7 trova l'accordo: nuove sanzioni alla Russia se non accetta il cessate il fuoco.
I ministri degli Esteri del G7 hanno concordato una dichiarazione finale congiunta, che include un avvertimento alla Russia che se non accetta un cessate il fuoco potrebbe subire ulteriori sanzioni. Lo scrive l'agenzia britannica Reuters citando fonti diplomatiche.
Il G7 "ha accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco" in Ucraina, in particolare l'incontro Usa-Kiev in Arabia Saudita. "I membri del G7 hanno applaudito l'impegno dell'Ucraina per un cessate il fuoco immediato, passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura in linea con la Carta Onu. I membri del G7 hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e di attuarlo pienamente". Così si legge nella bozza della dichiarazione finale del G7 Esteri di Charlevoix. Una bozza precedente chiedeva a Mosca di accettare la tregua "senza condizioni".
Nella bozza finale, i leader del G7 hanno “riaffermato il loro incrollabile sostegno all'Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto di esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza”. Un testo precedente che faceva riferimento alla necessità di garanzie di sicurezza per assicurare una tregua è stato sostituito da “assicurazioni”, ma hanno avvertito Mosca di seguire Kiev nell'accordo per un cessate il fuoco o di affrontare ulteriori sanzioni, tra cui i limiti al prezzo del petrolio. “I membri del G7 hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente. Hanno sottolineato che qualsiasi cessate il fuoco deve essere rispettato e hanno evidenziato la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire che l'Ucraina possa dissuadere e difendersi da qualsiasi nuovo atto di aggressione”, hanno affermato le fonti di Reuters facendo riferimento all'integrità territoriale dell'Ucraina.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto venerdì che ci sono “ottime possibilità” che la guerra tra Russia e Ucraina possa finire dopo i colloqui produttivi avuti giovedì con il presidente russo Vladimir Putin. “Abbiamo avuto discussioni molto buone e produttive con il presidente russo Vladimir Putin ieri, e ci sono ottime possibilità che questa orribile e sanguinosa guerra possa finalmente giungere alla fine”, ha dichiarato Trump in un post sul social network Truth, aggiungendo di aver chiesto a Putin di risparmiare le vite delle truppe ucraine ‘completamente circondate’.
Dopo la diffusione di questa nota del pregiudicato presidente USA, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha precisato che a parlare con Vladimir Putin ieri è stato solo l'inviato di Donald Trump a Mosca Steve Witkoff e non il presidente. La dichiarazione si è resa necessaria dopo il post su Truth nel quale il tycoon parlava di conversazioni con il leader del Cremlino.
"Posso dire che attraverso le nostre lunghe conversazioni, siamo stati in grado di trovare una forte unità del G7 su una serie di questioni che sono state discusse e una che vorrei evidenziare in particolare è quella legata all'Ucraina". Lo ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri canadese Melanie Joly nell'ultimo giorno di ministeriale Esteri del G7 in Quebec.
È "sbagliato" che Vladimir Putin ponga condizioni su un cessate il fuoco nel conflitto in Ucraina. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico David Lammy, commentando la risposta del presidente russo alla proposta americana di una tregua. Lammy, che si trova in Canada per partecipare al vertice dei ministri degli Esteri del G7, ha sottolineato che una pausa nei combattimenti sarebbe un "primo passo" verso i colloqui per un "accordo completo".
Nell’attesa di una chiara parola del criminale di guerra Putin il Consiglio Ue ha adottato la sua posizione, in vista dei negoziati con il Parlamento europeo, su un regolamento che imporrà tariffe sui restanti prodotti agricoli provenienti da Russia e Bielorussia, nonché su alcuni fertilizzanti a base di azoto. Si prevede che le tariffe ridurranno i ricavi delle esportazioni russe, limitando così la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina. I prodotti agricoli interessati dalle nuove tariffe costituiscono il 15% di tutte le importazioni agricole dalla Russia (nel 2023). Una volta che le nuove tariffe entreranno in vigore, tutte le importazioni agricole dalla Russia saranno soggette alle tariffe dell'UE. Nel 2023, le importazioni dei fertilizzanti interessati dalla Russia hanno rappresentato oltre il 25% delle importazioni totali dell'Unione (circa 3,6 milioni di tonnellate, per un valore di 1,28 miliardi di euro). "Monitoreremo attentamente l'attuazione di queste tariffe per garantire che l'industria dei fertilizzanti e gli agricoltori dell'UE siano protetti, riducendo al contempo le dipendenze dell'UE, preservando la sicurezza alimentare globale e indebolendo ulteriormente l'economia di guerra della Russia", afferma Krzysztof Paszyk, Ministro dello sviluppo e della tecnologia della Polonia. Le tariffe mirano a ridurre la dipendenza da Russia e Bielorussia e a incrementare la produzione interna e sostenere l'industria dei fertilizzanti dell'UE, garantendo al contempo che la Russia non tragga vantaggi commerciali dal continuare a esportare nell'Unione. Consentiranno inoltre la diversificazione dell'offerta da paesi terzi per creare un'offerta stabile di fertilizzanti e, soprattutto, per garantire che i fertilizzanti rimangano accessibili per gli agricoltori dell'UE. Gli aumenti delle tariffe per i fertilizzanti avverrà gradualmente, in un periodo di transizione di tre anni. La proposta include anche misure per attenuare l'impatto sugli agricoltori dell'UE, qualora si verificasse un aumento significativo dei prezzi dei fertilizzanti.
“Abbiamo già iniziato a formare un team nazionale che svilupperà dei meccanismi adeguati al controllo di un'eventuale tregua". Lo ha detto il ministro degli Esteri dell'Ucraina, Andrii Sybiha, parlando con i giornalisti a margine di un incontro con la neo insediata omologa austriaca Beate Meinl-Reisinger. Prosegue Sybiha: "Si tratta di un processo estremamente complesso. Vorrei ricordare che la linea del fronte oggi è lunga più di 1300 chilometri e i combattimenti sono quotidiani. Inoltre, abbiamo avuto un'esperienza negativa nell'ambito del processo di Minsk, durante il quale furono dichiarate tregue a più riprese. Vi ricordo che sono state 25. Per evitare possibili provocazioni da parte russa, dobbiamo essere preparati. Pertanto, ora si farà tutto il possibile per garantire che la parte ucraina sia pronta. Per quanto riguarda la reazione del presidente russo Putin alla proposta americana di una tregua. Il mondo si aspetta una chiara conferma, perché anche questa è una prova di disponibilità alla pace. E ora vediamo dai segnali che arrivano dall'altra parte (dalla Russia) che ci sono, di nuovo, alcune manipolazioni. E vediamo che è la Russia ad essere interessata a continuare questa aggressione, a prolungare la guerra. L'Ucraina ha detto un chiaro sì. Per quanto riguarda la situazione nella regione di Kursk, l'operazione militare dell'esercito ucraino continua in questa zona. Vorrei ricordarvi che questa operazione è in corso da più di 7 mesi e che importanti compiti e obiettivi militari sono già stati raggiunti dai nostri coraggiosi militari”.
Un tribunale finlandese ha condannato all'ergastolo un neonazista russo per crimini di guerra commessi in Ucraina nel 2014, tra cui lo sfiguramento di un soldato ucraino ferito. Il tribunale distrettuale di Helsinki ha dichiarato Vojislav Torden, comandante del gruppo paramilitare estremista russo Rusich, colpevole di "quattro diversi crimini di guerra" commessi nella regione di Luhansk, nell'Ucraina orientale. La procura aveva accusato Torden di cinque capi d'imputazione per crimini di guerra che avevano causato la morte di 22 soldati ucraini. La Finlandia applica la "giurisdizione universale", un principio legale che le consente di presentare accuse sul suo territorio per presunti crimini gravi commessi in qualsiasi parte del mondo. "Questo caso segna una pietra miliare fondamentale nel ritenere responsabili gli autori di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale. L'Ucraina rimane impegnata a collaborare con i partner in tutto il mondo per garantire che non vi sia impunità per i criminali di guerra", ha scritto la Procura generale Ucraina sui social.
Infine lunedì prossimo sul tavolo del Consiglio degli Esteri l'Alta rappresentante Ue Kaja Kallas proporrà un pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da 40 miliardi. Lo riferiscono fonti diplomatiche Ue citate dall'agenzia LaPresse. "L'ultima volta si era parlato di 30 miliardi ma le discussioni sono continuate e alla luce della situazione sul campo di battaglia e della valutazione delle esigenze, alcuni stati hanno deciso di andare ancora oltre e proporre la cifra di 40 miliardi, sperando che anche tutti gli altri Stati membri sottoscrivano quella cifra, spiega la fonte.
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