Roma, 15 Mar 2025 - Nessun vessillo di partito, ma il blu stellato delle bandiere dell'Ue (insieme a quelle della pace e ucraine) nel centro della Capitale. La manifestazione, promossa dai sindaci di 14 città dopo l'appello del giornalista e scrittore Michele Serra.
Un'onda blu che attraversa piazza del Popolo. Tutte le bandiere dell'Unione europea alzate in aria. È uno dei momenti più suggestivi della manifestazione per l'Europa. La piazza ha risposto all'invito degli organizzatori che hanno chiesto di sventolare contemporaneamente le bandiere dell'Ue.
"Oggi questa piazza è di nuovo Ventotene", "la politica, poi verranno i politici, senza questo entusiasmo, il nostro entusiasmo, è solo tattica e strategia". Lo ha detto Corrado Augias parlando dal palco della manifestazione per l'Europa a piazza del Popolo a Roma.
"Oggi il momento è meno drammatico, certo, ma non è meno difficile. Ed è per questo che una piazza come questa dimostra il suo entusiasmo. Viva l'Europa unita, viva l'Italia".
Dopo di lui è salito sul palco l'attore Fabrizio Bentivoglio che ha letto il discorso di Pericle agli ateniesi riportato da Tucidide.
Una piazza del Popolo 'sold out' come non si vedeva da anni, quella della manifestazione per l'Europa. Per partecipazione e interventi dal palco qualcosa di vicino ai 'girotondi' di inizio anni Duemila. Intellettuali, attori, scrittori e musicisti si sono alternati al microfono con uno slogan comune: "L'Europa siamo noi".
Sotto il palco, fra le circa cinquantamila persone, esponenti e leader politici delle opposizioni, da Elly Schlein a Carlo Calenda, passando per Riccardo Magi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. C'è Maria Elena Boschi in rappresentanza di Italia Viva, manca Matteo Renzi alle prese con il lancio del suo nuovo libro. Un pienone che ha costretto le forze dell'ordine a chiudere alcune vie d'accesso, come la salita che porta alla terrazza del Pincio.
A colorare la piazza migliaia di bandiere blu, bandiere arcobaleno della pace, bandiere dell'Ucraina, della Georgia e anche due bandiere palestinesi. Una testa di cartapesta raffigurante un Donald Trump che addenta delle banconote è stata presenza fissa sotto il palco.
La segretaria del Pd reduce dallo scontro sul voto di mercoledì a Strasburgo, arriva accompagnata dall'ospite tanto maggiore dem, prestandosi ad abbracci e selfie, riscuotendo gli applausi e gli incitamenti - "Dai Elly, vai avanti!" - ma anche un isolato rimbrotto: "Viva la Picierno. Cerca di votare e non di' astenerti", che le ha gridato un uomo sulla sessantina. Il riferimento è alle tensioni interne ai dem che vedono protagonista l'ala riformista del partito, favorevole al rearm presentato da von der Leyen, contro la linea dell'asse segretaria, critica sul piano nonostante il sostegno al processo di integrazione che prevede la difesa comune europea.
La bandiera che Schlein ha portato con sé è la Blu stellata dell'unione, ma la segretaria Pd ha scelto di sottolineare il suo richiamo alla pace e alla necessità di portare avanti lo sforzo diplomatico in alternativa a una corsa al riarmo andando a salutare le donne e gli uomini della Tavola della Pace che reggono una enorme bandiera arcobaleno. E sotto quella bandiera la leader dem si è 'inabissata' per poi riapparire davanti a telecamere e fotografi. Un 'gioco' con cui la segretaria ha voluto mettere da parte le polemiche tra sostenitori e detrattori del piano von der Leyen: "Oggi non è il tempo delle polemiche. Godiamoci questa meravigliosa piazza", ha ripetuto Schlein ai giornalisti che le chiedevano dello scontro nel Pd e nelle opposizioni.
"La pace deve essere garantite da un'Europa forte e forte vuol dire esserlo anche militarmente", ha spiegato il segretario di Azione Carlo Calenda (che entra nella piazza dalla parte opposta da quella scelta da Schlein e Fratoianni): "Noi oggi siamo qui, con la comunità ucraina e georgiana, per ribadire che deve esserci un'Europa forte, potente, capace di respingere le aggressioni economiche di Trump e le aggressioni militari di Putin".
Riccardo Magi di Più Europa interpreta il messaggio della piazza ai governi europei: "Fatela questa Europa, fate l'Europa politica che manca, a cominciare dalla politica estera e di difesa". Dall'altra parte c'è chi, come Nicola Fratoianni, ha deciso di partecipare solo quando è stato chiaro che la piattaforma della manifestazione non era per sostenere la corsa al riarmo. "Io sono molto sereno, sono qui con le mie idee come sempre fatto, supportato dalla coerenza dei miei comportamenti parlamentari", dice Fratoianni, "fin dall'inizio mi sono schierato a favore della pace contro l'escalation militare e oggi non posso che confermarlo davanti al suicidio di Ursula von der Leyen e 800 miliardi che rappresentano un favore enorme a chi vuole la disgregazione dell'unione Europea".
All'inizio degli interventi sul palco, aperti da Michele Serra, un violoncello ha intonato la Nona di Beethoven "Inno alla Gioia", inno ufficiale dell'unione Europea. "A voi che non siete qui oggi dico: siete troppo intelligenti. Noi siamo qui con la più europea di tutte le parole: insieme", ha esordito il giornalista dalla cui penna è partita la mobilitazione di oggi.
"Sono una donna, non americana, quindi per il nostro amico Trump sono ai livelli più bassi della scala evolutiva, subito dopo le rane anfibie e i messicani senza documento. Vengo dall'Europa, posto che secondo Trump è nato per truffare gli Stati Uniti. Ora, io non mi ricordo a memoria il Manifesto di Ventotene, ma non mi risulta che Spinelli volesse truffare l'America, poi controllo".
Luciana Littizzetto inizia così il suo videomessaggio trasmesso durante la manifestazione. "Sono contenta di essere qui con voi in questa piazza, non per trovare strategie o soluzioni a questo problema che ormai ci affligge, ma per testimoniare i valori dell'Europa, 450 milioni di abitanti, che credono nella libertà, nella democrazia, nello stato di diritto, nel rispetto della dignità umana, che vogliono continuare a pronunciare parole come LGBTQ+, diversità femminismo, disabilità, antirazzismo. Non pensiamo che il mondo sia un posto dove debbano vincere i più forti. L'Europa è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, è nata per la pace non per la guerra. Nella Costituzione c'è scritto che l'Italia ripudia la guerra".
Sindaci sul palco in piazza del Popolo tutti con la fascia tricolore. La delegazione dei primi cittadini, circa una quarantina per la maggior parte di centrosinistra, è stata la più ferma sostenitrice della manifestazione promossa da Michele Serra per l'Europa. "Questa è la piazza dei cittadini. Abbiamo portato il cuore delle nostre comunità. Noi - spiega il presidente dell'Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi - vogliamo un'Europa più forte che dia risposte alle domande delle persone: più lavoro, più casa, più diritti. Noi siamo un unico popolo, quello europeo in cui tutti ci riconosciamo e dobbiamo difendere questi valori. Da questa piazza diciamo: 'Vogliamo più Europa nelle città. Vogliamo una grande Europa che rappresenti tutti'. Non ci fermeremo, sempre insieme".
“Mi chiamo Iulia, sono ucraina, vengo da Kyiv. Sono arrivata in Italia nel marzo del 2022. Sono scappata dalla mia città, mentre era assediata e bombardata dall'esercito russo, con i miei tre figli, due bambine e un ragazzo adolescente, e mia madre anziana. Ci eravamo rifugiati in un seminterrato e, dopo due notti terribili di esplosioni, ho visto i miei bambini che tremavano. Dovevo salvarli”.
"Abbiamo iniziato un lungo faticoso viaggio fino a Roma: eravamo terrorizzati e confusi. Voglio dirvi oggi grazie da parte mia e della mia famiglia per l'accoglienza che abbiamo ricevuto in Italia, qui a Roma. È un'accoglienza che ha pacificato i nostri cuori. Per noi Italia, per noi Europa significa pace, significa la speranza in un futuro di pace". Lo dice Iulia Kurochka, rifugiata ucraina, intervenendo dal palco di "Una piazza per l'Europa".
“Voglio dirvi anche la sofferenza di noi ucraine e ucraini, provocata dalla terribile aggressione dell'esercito russo al nostro Paese. È la sofferenza di noi profughi, che abbiamo lasciato l'Ucraina, i nostri cari e le nostre case. È la sofferenza di chi è rimasto in Ucraina, ormai da più di tre anni in guerra. Penso alle mie sorelle rimaste a Kyiv, alle loro notti interrotte dalle sirene degli allarmi, vissute con l'angoscia dei bombardamenti, quasi ogni giorno. Non sanno più che vuol dire dormire una notte per riposare”.
"Sono stata da poco in Ucraina, ho visto e ascoltato di nuovo questa sofferenza. Ho visto bambini, sfollati dalle zone del fronte, che non ridono, non giocano, non parlano. Nei loro occhi si legge una domanda: quando finirà tutto questo? La gente è stanca. C'è bisogno di pace. La nostra sofferenza chiede oggi una pace giusta per l'Ucraina. Oggi dico a tutti voi che noi attendiamo questa pace. Noi vogliamo la pace", conclude.
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