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Bruxelles, vertice su difesa e investimenti. Le conclusioni su Kiev adottate a 26, senza l’amico del criminale di guerra russo Orban.

Bruxelles, 20 Mar 2025 - All'indomani della pubblicazione del Libro bianco sulla difesa e delle proposte presentate dalla Commissione europea, il ReArm Eu e il Readiness 2030, i 27 capi di Stato e di governo daranno formalmente l'input a procedere su pilastri del pacchetto, dallo stop al Patto di Stabilità per le spese sulla difesa, allo strumento Safe, per poter richiedere 150 miliardi di prestiti, ai finanziamenti Bei. Ma sugli strumenti avanzano i dubbi degli Stati. La proposta italiana è quella di favorire gli investimenti privati con garanzie sul bilancio Ue, ipotesi che comunque lascerebbe fuori la parte dell'acquisto da parte degli Stati delle forniture militari prodotti dalle aziende. La spinta sulla difesa si lega a doppio giro con il futuro dell'Ucraina, a cui l'Ue vuole continuare a garantite il supporto militare anche una volta raggiunto un accordo di pace. Le conclusioni sull'Ucraina saranno approvate, come il 6 marzo, di nuovo a 26. La posizione dell'Ungheria si è fatta più intransigente che mai. Meloni si presenta al vertice con la linea che sicurezza e difesa non debbano essere ridotte al riarmo, ma anche con la spinta a tenere viva l'alleanza con gli Stati Uniti.

“L'Unione Europea mantiene il suo approccio di ‘pace attraverso la forza’, che richiede all'Ucraina di essere nella posizione più forte possibile, con le sue solide capacità militari e di difesa come componente essenziale” affermano i leader Ue nelle conclusioni a 26. “In linea con questo approccio, l'Ue rimane impegnata, in coordinamento con i partner e gli alleati che condividono lo stesso approccio, a fornire un ulteriore sostegno globale all'Ucraina e al suo popolo, nell'esercizio del suo diritto intrinseco all'autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia”.

L'alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha rimosso il principio della proporzionalità dei contributi al suo piano di aiuti militari a Kiev - ora rimodulato a 5 miliardi di euro e dedicato alla munizioni di artiglieria - rispetto all'economia dei Paesi partecipanti, benché su base volontaria. “Sulle modalità concrete - si legge nella lettera di Kallas ai 27 - i nostri team continueranno le discussioni in vista del Consiglio informale Difesa del 2-3 aprile. Questa quantità di munizioni (due milioni) è disponibile sul mercato e può essere consegnata nel 2025: l'Ucraina conta su di noi per agire” si legge ancora.

I leader europei, dopo lo scambio di vedute con Zelensky, hanno discusso della situazione sul campo in Ucraina e dello stato di avanzamento dei colloqui guidati dagli Stati Uniti. “È stata condivisa l'opinione che al momento non siano in corso veri e propri negoziati” assicura un alto funzionario europeo. I leader si sono anche confrontati poi “sui modi migliori per influenzare” questo processo e hanno condiviso un “forte accordo”, come risulta dalle conclusioni a 26, sulla necessità di “continuare a sostenere l'Ucraina politicamente e militarmente”.

Il vertice dei leader europei servirà a “finalizzare la prima fase del progetto europeo (Rearm Europe), che è probabilmente il più importante degli ultimi decenni”, che renderà l'Europa “sicura, armata e unita contro la minaccia russa” ha spiegato il premier polacco Donald Tusk parlando da Varsavia ai cronisti. Il primo ministro di Varsavia ha detto di aver dovuto “convincere molti partner in Europa che la sicurezza dell'intero continente dipende in larga misura da quanto sarà sicuro il confine tra Europa, Russia e Bielorussia. Ciò - ha aggiunto Tusk - significa una responsabilità europea comune, anche finanziaria, per la costruzione delle infrastrutture ai nostri confini”.

Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha detto al suo arrivo a Bruxelles per il Consiglio Ue che è “incoraggiante... che l'Europa si stia facendo avanti” in risposta ai “grandi cambiamenti” nell'ordine globale, ed ha chiesto blocco europeo di procedere rapidamente con “misure concrete” sulla difesa. Frederiksen ha detto che l'Europa dovrebbe essere in grado di difendersi “entro tre o cinque anni”, con la minaccia primaria e “credibile” proveniente dalla Russia. In particolare, la premier danese ha esortato i paesi “un po' più lontani” dalla Russia ad ascoltare e seguire l'esempio di quelli che ha definito “gli Stati di prima linea” con “esperienza storica con la Russia, negativa in tutti i paesi”.

“La mia prima reazione al Libro bianco è positiva. Si vede che l'Ue ha imparato la lezione dalla guerra in Ucraina. La Russia è e sarà una minaccia permanente per l'Europa ed è per questo che ora ci stiamo preparando e costruendo una difesa forte” ha detto il primo ministro finlandese, Petteri Orpo, al suo arrivo al vertice dei leader europei.

“Per noi è fondamentale che l'Ucraina rimanga una nazione indipendente, sovrana e democratica, che possa continuare il suo cammino verso l'Unione Europea e che abbia un esercito forte anche dopo un accordo di pace. Sono cose che dobbiamo garantire. E, naturalmente, questo include anche la possibilità di un cessate il fuoco sulla base delle proposte del presidente Zelensky. Ora c'è un primo passo che sembra possibile, alla luce dei risultati dei colloqui tra il presidente russo e il presidente americano ma deve diventare realtà” ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, arrivando al Consiglio europeo.

“L'Europa deve essere al tavolo” delle trattative per la pace in Ucraina, “il presidente della Finlandia ha proposto una strategia negoziale in cui abbiamo inevitabilmente bisogno di una squadra negoziale e anche di un rappresentante che parli a nome di tutti gli europei. E io, ovviamente, appoggerò questa proposta del governo finlandese e anche, logicamente, la proposta che il presidente del Consiglio ha fatto informalmente a tutti i leader del Consiglio europeo” ha detto il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, arrivando al Consiglio europeo.

Il 70% dei cittadini europei ritiene che l'Ue “debba contare solo sulle proprie forze per garantire la propria sicurezza e la propria difesa”, emerge da un sondaggio ‘Eurobazooka’ pubblicato dalla rivista Le Grand Continent, nel giorno del vertice Ue di Bruxelles. Sempre secondo lo studio, realizzato in collaborazione con Cluster17, una maggioranza di intervistati, il 55%, “pensa che il rischio di un conflitto armato sul territorio dell'Unione nei prossimi anni sia elevato”. Il 51% ritiene che il presidente Usa, Donald Trump, sia un “nemico dell'Europa” e il 63% che l'elezione di Trump renda il mondo meno sicuro. Il 61% degli intervistati si dice inoltre favorevole all'uso dei beni russi congelati per finanziare il sostegno all'Ucraina.

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