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Dazi Usa a breve sui chip, esenzione temporanea per smartphone e pc. Giovedì Meloni da Trump. Cina: “Usa li annulli completamente i dazi”. 

Cagliari, 14 Apr 2025 - "Nessuno se la caverà per le inique bilance commerciali e le barriere tariffarie non monetarie che altri Paesi hanno usato contro di noi, soprattutto la Cina che, di gran lunga, ci tratta peggio". Lo scrive il presidente Usa Donald Trump in un post sulla sua piattaforma Truth.

"Venerdì - aggiunge - non è stata annunciata alcuna 'eccezione' tariffaria". "Stiamo esaminando - prosegue - i semiconduttori e l'intera catena di approvvigionamento elettronica nell'ambito delle prossime indagini sui dazi per la sicurezza nazionale. Ciò che è emerso è che dobbiamo produrre prodotti negli Stati Uniti e che non saremo tenuti in ostaggio da altri Paesi, in particolare da nazioni commerciali ostili come la Cina, che farà tutto ciò che è in suo potere per mancare di rispetto al popolo americano. Inoltre, non possiamo permettere che continuino ad abusare di noi sul piano commerciale, come hanno fatto per decenni. Quei giorni sono finiti! L'età d'oro dell'America, che include i prossimi tagli fiscali e normativi, una parte sostanziale dei quali è stata appena approvata dalla Camera e dal Senato, significherà posti di lavoro più numerosi e meglio retribuiti, la produzione di beni nel nostro Paese e il trattamento riservato agli altri Paesi, in particolare alla Cina, allo stesso modo in cui ci hanno trattato. In sostanza, il nostro Paese sarà più grande, migliore".

L'esenzione dei dispositivi elettronici, quali smartphone e pc, dai dazi reciproci è temporanea perché saranno probabilmente soggetti a "dazi sui semiconduttori" che entreranno in vigore "fra un mese o due". Lo ha precisato il segretario al commercio americano Howard Lutnickin un'intervista a Abc. I dispositivi elettronici - ha spiegato- saranno esaminati nell'ambito di un'indagine del governo sui semiconduttori, che potrebbe tradursi in nuove tariffe.

"Quello che stiamo dicendo è che sono esentati dai dazi reciproci ma possono essere inclusi in quelli per i semiconduttori, che arriveranno in un mese o due", ha aggiunto.

"La posizione della Cina sulle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti è coerente. Non ci sono vincitori in una guerra commerciale e non c'è via d'uscita per il protezionismo. C'è un vecchio detto cinese che dice: 'Chi ha legato il campanello deve essere anche colui che lo slaccia'. Esortiamo gli Stati Uniti ad affrontare le voci razionali della comunità internazionale e delle parti nazionali, a compiere un grande passo avanti nella correzione dei propri errori, ad annullare completamente la pratica sbagliata dei 'dazi reciproci' e a tornare sulla retta via del rispetto reciproco e della risoluzione delle divergenze attraverso un dialogo paritario", così il portavoce del ministero del Commercio cinese, secondo quanto si legge sul sito del ministero. 

Rispetto alla decisione degli Usa di esentare dai dazi alcuni prodotti - come computer, smartphone, apparecchiature per la produzione di semiconduttori e circuiti integrati - la Cina ritiene che sia "un piccolo passo per gli Stati Uniti verso la correzione della loro pratica errata. L'introduzione dei cosiddetti 'dazi reciproci' tramite un ordine esecutivo non solo viola le leggi fondamentali dell'economia e del mercato, ma ignora anche la cooperazione complementare e il rapporto domanda-offerta tra i paesi". "Sin dalla loro introduzione - ricorda quindi il portavoce - i dazi non solo non sono riusciti a risolvere nessuno dei problemi degli Stati Uniti, ma hanno anzi seriamente minato l'ordine economico e commerciale internazionale, interferito seriamente con la normale produzione e il normale funzionamento delle imprese, nonché con la vita e i consumi delle persone, e danneggiato altri senza trarne alcun vantaggio".

Ma nel frattempo Stati Uniti e Cina hanno avviato comunicazioni "soft" su dazi e altre questioni commerciali attraverso intermediari. Lo ha dichiarato il segretario al Commercio, Howard Lutnick: "Penso che ci siano state delle comunicazioni ‘soft’ - il modo in cui le definirei - attraverso degli intermediari", ha dichiarato Lutnick alla Abc News quando gli è stato chiesto se Washington e la Cina avessero avuto di recente dei contatti in merito alle loro relazioni commerciali.

Secondo l'ordine esecutivo che introduce tariffe "reciproche" sulle importazioni da altri Paesi firmato il 2 aprile da Trump, l'aliquota di base è fissata al 10%, mentre decine di Paesi sono stati colpiti con aliquote più alte. I dazi sulla maggior parte dei Paesi sono stati riportati al 10% per consentire i negoziati commerciali, mentre quelli sulla Cina sono stati aumentati al 145%. La Cina ha dichiarato che aumenterà le tariffe sui beni statunitensi al 125%.

Su questo il segretario al Commercio degli Stati Uniti ha aggiunto di essere fiducioso che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping siano in grado di "risolvere" le differenze e trovare una soluzione. "Donald Trump ha la palla... Sa come giocare questa partita. Sa come trattare con il presidente Xi", ha dichiarato Lutnick.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto sapere che i nuovi dazi sui semiconduttori saranno annunciati "nel corso della prossima settimana".

"I dazi entreranno in vigore in un futuro non lontano", ha detto il capo della Casa Bianca, riferendosi a tasse specifiche sui semiconduttori che seguirebbero misure simili per acciaio, alluminio e automobili. Alla domanda su quale sarà l'aliquota per i semiconduttori, ha risposto: "Lo annuncerò nel corso della prossima settimana".

Sospiro di sollievo per le aziende tech americane, preoccupate per le ripercussioni delle tariffe annunciate da Donald Trump, mentre il presidente auspica che dalla sfida commerciale lanciata alla Cina possa emergere "qualcosa di positivo". La buona notizia, per i colossi dell'elettronica Usa che importano componenti dall'estero, arriva dalla Us Customs and Border Protection, l'agenzia doganale statunitense: smartphone, router, alcuni computer e laptop sono esentati dai dazi reciproci, che al momento per la Cina arrivano fino al 145%. 

L’esenzione, secondo l'avviso, si applica ai prodotti che sono entrati negli Usa a partire dal 5 aprile. Non è chiaro se questi prodotti tecnologici saranno ancora colpiti dai dazi che non sono stati classificati da Trump come reciproci. La mossa del presidente potrebbe aiutare a mantenere bassi i prezzi dei dispositivi tecnologici più diffusi, che solitamente non sono prodotti in territorio americano. 

L'annuncio andrebbe a vantaggio di grandi aziende tecnologiche come Apple, che produce la maggior parte dei suoi iPhone in Cina, sin dal suo primo modello lanciato 18 anni fa. Semiconduttori e microchip sono tra i prodotti ampiamente esternalizzati alle fabbriche in Asia per via dei costi di produzione inferiori.  A Cupertino servirebbero anni e miliardi di dollari per trasferire - come da desiderio espresso da Trump - gli impianti negli Usa, con pesanti ricadute sul prezzo dei prodotti. Ma la Casa Bianca ha ribadito che le aziende tecnologiche, su indicazione di Trump, "stanno lavorando alacremente per riportare la produzione sul suolo americano il prima possibile". 

Il presidente, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, "ha chiarito che l'America non può fare affidamento sulla Cina per la produzione di tecnologie critiche come semiconduttori, chip, smartphone e laptop. Ecco perché il presidente ha ottenuto migliaia di miliardi di dollari in investimenti negli Usa da parte delle più grandi aziende tecnologiche del mondo, tra cui Apple, Tsmc e Nvidia". 

Al momento Apple non ha commentato pubblicamente la sua posizione riguardo i dazi imposti da Trump a Pechino. La questione però potrebbe emergere il 1° maggio, quando l’amministratore delegato Tim Cook risponderà alle domande degli analisti durante una call sui risultati finanziari e le strategie aziendali. Dal 2 aprile, il 'Liberation Day' proclamato da Trump, il prezzo delle azioni di Apple è sceso del 15%, riducendo il valore di mercato dell’azienda di 500 miliardi di dollari. Ma ipotizzare i futuri scenari, dopo giorni di terremoto nei mercati, è ancora un azzardo. Il mondo continua a guardare con ansia alle conseguenze del guanto di sfida lanciato da Trump alla Cina.

"Le politiche del presidente Trump aumentano il rischio che la prossima crisi finanziaria si verifichi prima del previsto. Noi europei dobbiamo rispondere in modo convincente". Ad affermarlo al quotidiano economico tedesco 'Handelsblatt' è il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz che ha messo in guardia dai crescenti rischi di una crisi finanziaria dovuti ai dazi del presidente Usa Donald Trump e chiedendo nello stesso tempo di prendere in considerazione un nuovo accordo commerciale con gli Stati Uniti.

Merz, che dovrebbe diventare ufficialmente cancelliere il 6 maggio, intende inviare il messaggio che l'Europa "è un'entità politica capace di agire e pronta a farlo, che difende con fiducia i propri interessi e valori" quando si recherà a Washington per la sua prima visita, la cui data non è ancora stata fissata.  L'altro messaggio sarà: "Vogliamo relazioni transatlantiche buone e solide", ha aggiunto.

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