Città del Vaticano, 20 Apr 2025 - Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo, nel giorno di Pasqua. E' stato salutato con ovazioni dei fedeli presenti a Piazza San Pietro. "Incarico il Maestro delle Cerimonie di leggere il messaggio", ha detto il Pontefice che ha lasciato la lettura del messaggio a mons. Diego Ravelli. Poi, alle 12.20 dalla Loggia centrale di piazza San Pietro ha impartito la benedizione 'Urbi et Orbi'. E dopo avere mantenuto fede al desiderio di affacciarsi dalla loggia delle benedizioni per l'Urbi et Orbi di Pasqua, è sceso in piazza a bordo della papamobile per un bagno di folla tra i fedeli. Bergoglio era senza naselli per l'ossigeno e non si risparmia malgrado le raccomandazioni mediche.
Il Papa chiede pace in Terra Santa. "Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!", scrive nell'Urbi et Orbi letto da mons. Diego Ravelli.
"Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura". Lo scrive il Papa nel messaggio Urbi et Orbi letto da mons. Diego Ravelli.
Nessun cenno nelle parole del Papa alla tregua annunciata per la Pasqua dal presidente russo Vladimir Putin.
'Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L'esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo''. Lo evidenzia il Papa nel messaggio pasquale in occasione dell'Urbi et Orbi letto da mons. Ravelli. ''La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana'', osserva.
“In quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici”. Così Papa Francesco nel messaggio pasquale letto dal maestro delle cerimonie. “Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano.
Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità”, afferma ancora Bergoglio.
“In questo tempo non manchi il nostro aiuto al popolo birmano, già tormentato da anni di conflitto armato, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing, causa di morte per migliaia di persone e motivo di sofferenza per moltissimi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e per i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso. L’annuncio del cessate il fuoco da parte di vari attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar. Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le 'armi' della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte”. Così Papa Francesco nel messaggio pasquale letto dal maestro delle cerimonie.
Il cardinale Angelo Comastri, Delegato del Papa, ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la solenne celebrazione della messa del giorno di Pasqua. Quest'anno viene celebrata nella stessa data sia dai cristiani di Oriente che di Occidente. Alla Celebrazione, che ha inizio con il rito del ''Resurrexit'', prendono parte fedeli romani e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo in occasione delle feste pasquali e del Giubileo. In Piazza grande attesa tra i fedeli: il Papa ha espresso il desiderio di essere presente per la benedizione Urbi et Orbi.
Sono circa 35 mila fedeli in piazza San Pietro per la messa di Pasqua. E' la stima fornita dai media vaticani
Ieri sera nella Basilica vaticana, gremita di cinquemila fedeli, la Veglia solenne presieduta dal delegato del Papa, il cardinale Re, che ha letto l'omelia preparata dal Pontefice "spiritualmente presente". La Risurrezione non risolve tutto in maniera magica, ma si fa strada poco a poco, anche in mezzo all'incredulità. Mentre soffiano ancora tanti venti di morte, e le ombre del male continuano la loro "marcia rumorosa sul mondo", non perdiamoci d'animo e facciamo spazio alla luce del Risorto.
Nel pomeriggio di ieri nuova “sorpresa” di Papa Francesco: il pontefice è entrato verso le 17.40 nella Basilica di San Pietro. In sedia a rotelle ha percorso la navata destra, ha attraversato quella centrale ed è poi uscito, salutando i fedeli presenti, tra cui alcuni pellegrini di Pittsburgh.
Il Papa, che non portava i naselli per l'ossigeno, è entrato e uscito dalla “Porta della Preghiera”, la più vicina a casa Santa Marta dove sta trascorrendo la convalescenza.
Oggi il Papa dovrebbe affacciarsi dalla Loggia del palazzo apostolico per la benedizione Urbi et Orbi di Pasqua. È il suo grande desiderio, ha fatto sapere oggi la Sala stampa Vaticana.
La Pasqua parla di un Cristo ancora vivo in mezzo a noi: è il messaggio del Papa nell'omelia della messa di Pasqua letta dal cardinale Angelo Comastri. "Cristo è risorto, è vivo! Egli non è rimasto prigioniero della morte, non è più avvolto nel sudario, e dunque non si può rinchiuderlo in una bella storia da raccontare, non si può fare di Lui un eroe del passato - si legge nel testo dell'omelia del Papa - o pensarlo come una statua sistemata nella sala di un museo! Al contrario, bisogna cercarlo e per questo non possiamo stare fermi. Dobbiamo metterci in movimento, uscire per cercarlo: cercarlo nella vita, cercarlo nel volto dei fratelli, cercarlo nel quotidiano, cercarlo ovunque tranne che in quel sepolcro. Cercarlo sempre". Il Papa sottolinea che Cristo risorto "dimora in mezzo a noi, si nasconde e si rivela anche oggi nelle sorelle e nei fratelli che incontriamo lungo il cammino, nelle situazioni più anonime e imprevedibili della nostra vita. Egli è vivo e rimane sempre con noi, piangendo le lacrime di chi soffre e moltiplicando la bellezza della vita nei piccoli gesti d'amore di ciascuno di noi".
"Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell'umanità. E perciò non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia. Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici", scrive il Papa nell'omelia della messa di Pasqua letta dal cardinale Angelo Comastri.
Questa mattina, poco dopo le 11:30, a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha avuto un breve incontro privato con il Vice Presidente degli Stati Uniti d'America, James David Vance. L'incontro, durato alcuni minuti, ha dato modo di scambiarsi gli auguri nel giorno di Pasqua. Lo fa sapere la Sala stampa del Vaticano.
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