Roma, 26 Apr 2025 - Il mondo a Roma per l'addio a Papa Francesco. La capitale italiana per 24 ore è di nuovo Caput Mundi.
Circa 180 delegazioni nazionali, leader internazionali, re e regine partecipano alle esequie pontificali e l’estremo saluto, oltre che un momento di raccoglimento, si è trasformato in una occasione di scambi politici informali tra i leader dei vari Paesi.
Le esequie di un Papa politico come Francesco sono una grande occasione di scambi informali e discreti tra leader mondiali al coperto delle mure vaticane e del cordoglio.
La diplomazia, in questo caso, può risultare favorita dai legami stabiliti da un Papa come Francesco che ha creato una simbiosi tra l’azione religiosa e papale, e le grandi questioni politiche del nostro tempo, ambiente, conflitti militari, e questioni sociali su scala mondiale.
Le numerose reazioni dei leader internazionali all'annuncio della morte di Papa Francesco, avvenuto lunedì, e l'intensa attività diplomatica da lui svolta per istituire "un ministero di pace", hanno reso i suoi funerali un'occasione per piccoli gesti diplomatici e di distensione.
La cerimonia inoltre è stata seguita in diretta da milioni di telespettatori, in un mondo in pieno sconvolgimento geopolitico e sotto estrema tensione.
L'incontro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il suo omologo statunitense ha aggiunto un ulteriore elemento di rilievo diplomatico alla cerimonia. Un faccia a faccia tra i due che sembra davvero l'ultimo potente segnale lasciato da Papa Francesco in nome della pace.
La stretta di mano e il breve scambio tra il presidente Donald Trump e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, hanno segnato uno dei momenti più significativi del funerale di Papa Francesco.
Trump e il leader ucraino si sono incontrati per circa 15 minuti nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, e hanno concordato di vedersi nuovamente più tardi per ulteriori colloqui, secondo quanto dichiarato un portavoce di Zelensky citato da Reuters. Le foto pubblicate dall'ufficio del leader ucraino mostravano i due uomini seduti uno di fronte all'altro al centro di una sala marmorea, senza nessuno dei loro assistenti nelle vicinanze.
A Zelensky è stato riservato anche un applauso inaspettato da parte dai presenti al suo arrivo sul sagrato di Pietro per presenziare alla cerimonia funebre.

Sempre nella Basilica, poi, sono stati immortalati ancora Trump, Macron, Zelensky e il premier britannico Starmer in un momento di saluto più intimo e raccolto. I quattro leader, infatti, hanno avuto uno scambio "positivo" sull'Ucraina proprio a margine dei funerali di Papa Francesco.
Lo ha riferito l'Eliseo, in una dichiarazione rilasciata da un consigliere della presidenza francese. "Confermo che c'è stato effettivamente uno scambio del presidente con Trump, Zelensky e Starmer, e che è stato positivo", ha affermato un consigliere dell'Eliseo.
Il presidente francese Emmanuel Macron e l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto una bilaterale a margine dei funerali di Papa Francesco a Roma. Lo ha annunciato Andrii Sybiha, ministro degli Esteri ucraino, su X, postando la foto dei due leader seduti a un tavolino al termine della cerimonia.

il funerale di Giovanni Paolo II, l'8 aprile 2005, è stato l'ultimo grande riferimento in materia. Si è svolto alla presenza di 1.400 personalità politiche, tra cui 15 re, regine e principi, 44 capi di stato, 25 primi ministri, con 600 prelati e rappresentanti di tutte le religioni. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, ha dichiarato: "Il papa del secolo era morto e Piazza San Pietro era diventata l'agorà del mondo".
Fu l'evento diplomatico dell'anno, riunendo numerosi leader mondiali, compresi molti che normalmente non si troverebbero nello stesso luogo. La cerimonia si svolse nella fase più accesa della guerra in Iraq, a cui Giovanni Paolo II si era opposto. Quando un'immagine ravvicinata del volto del presidente George Bush apparve sui grandi schermi televisivi all'aperto, la folla esplose in un'ondata di protesta.
Gesti diplomatici e incontri inaspettati
Tra i presidenti degli acerrimi nemici israeliano e iraniano, c'era stata una stretta di mano, che era stata vista come un momento potenzialmente storico, finché Khatami non ha successivamente negato che fosse mai avvenuta. In quella stessa occasione, il capo dello Stato ebraico era stato visto stringere la mano, per la prima volta e in due occasioni, al siriano Bashar al-Assad.
Un altro gesto controverso fu quello del principe Carlo, che commise una gaffe diplomatica stringendo la mano del dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe, che aveva aggirato il divieto di viaggio imposto dall'Unione europea per partecipare alla cerimonia. Carlo fu apparentemente colto di sorpresa quando Mugabe si sporse per salutarlo. In una dichiarazione successiva della Corona britannica si leggeva che "il principe considera l'attuale regime dello Zimbabwe abominevole".
Comments are closed.